Pamela Prati: il palco? Sempre come la prima volta

Pamela Prati: il palco? Sempre come la prima volta

Dopo il successo teatrale, incontriamo nuovamente Pamela Prati, che sembra sempre più convinta di seguire la scena.

Torniamo a parlare di Pamela Prati, che dopo averci parlato del teatro, è sempre più sicura del percorso intrapreso, del periodo che vive, dell’amore del pubblico.

Bentornata sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo”, Pamela Prati. Hai fatto una meravigliosa esperienza in scena al Teatro Marconi di Roma con “Senza respiro”. Se di pubblico si parla, quali sensazioni sono legate alle tavole del palcoscenico e alla possibilità di avere, appunto, un pubblico forte, presente, dinanzi a te?
Il pubblico regala sempre una grande emozione, un vero e proprio filo conduttore con il tuo cuore, con la tua ansia, con le emozioni più profonde. Tutto ciò accade proprio perché il teatro è vita, passione, esplosione, e lo si deve per forza amare.

Quali ricordi porti con te di quei primi passi mossi nell’ambito dello spettacolo e quanto sei cambiata da allora?
Sono cambiata, certo! Quando si arriva ad una certa età si dice che arriva il periodo della saggezza. Ricordo i miei primi passi, la determinazione, la voglia di apprendere, di mangiare il mondo, il voler trasmettere qualcosa e l’affetto che le persone nutrono ancora oggi nei miei riguardi mi commuove, mi stupisce ma, alla fine dei conti, me lo sono meritato. Questo penso. Ricordo che uno dei miei maestri, Pier Francesco Pingitore, diceva sempre che non bisogna mai montarsi la testa e, in effetti, non me la sono montata. Nel corso degli anni sono cambiata anche come persona, non solo come artista, ed ho preso a morsi il mondo, sin dall’inizio. Mi sono nutrita di vita, di energia, e oggi tornare sul palcoscenico è qualcosa di emozionante, quasi come fosse la prima volta.

Oggi siamo tutti un po’ ‘infelici’, meno sereni di un tempo, mentre anni addietro programmi come “Il bagaglino”, che tu hai vissuto appieno, regalavano sorrisi, a loro modo ‘unione’, messaggi positivi…
Portavamo gioia, è vero, portando il teatro nelle case degli italiani. Nel fermarmi le persone mi dicono che sono cresciute con me o comunque c’è sempre un loro parente a cui sono ‘cara’, un ricordo legato al programma. Avevamo meno ma eravamo molto più felici, lontani da questa tecnologia che per molti versi ci distrae, ci porta a non godere più di ogni singolo momento.

A tuo avviso è mancato qualcosa a questo tuo percorso artistico?
Finché mi sarà possibile continuerò a fare il mio lavoro e in questo nuovo anno mi auguro di poter vestire molti più ruoli al cinema, in qualche fiction. Mi ha colpita, proprio recentemente, il messaggio lanciato da Demi Moore durante l’ultimo Golden Globe. Ogni attore è immortale e finché avremo vita potremo metterci sempre in discussione. Tornando all’ultimo spettacolo, ad esempio, non so come andrà, non nutro alcuna aspettativa, ma spero di piacere, mettendomi continuamente in discussione.

È proprio questo il motore di tutto, la possibilità di poter andare avanti con la voglia di realizzare tanto altro e di raccogliere sempre più sfide e consensi…
Assolutamente! Mi piacerebbe poter lavorare con Özpetek o con Sorrentino, avendo così la possibilità di vivere un ruolo con cui poter dimostrare ciò che vivo dentro, un accumulo di vita, di esperienze positive, negative.

Sei un’eterna ragazza, fisicamente parlando e nei modi, nel tuo pieno essere. Quale segreto da poterci svelare a riguardo?
Intanto per buona parte posso dirti che è genetica e poi associo a tutto del sano sport e una buona alimentazione. Sento di essere un’eterna ventenne, nonchè icona gay, per cui spesso, quando posso, mi diverto, prendo parte ad alcune serate. L’ultima è stata al Poppe, un locale romano. Questa sono io, un’eterna bambina con le sue esperienze, il suo vissuto…

Questo perché Pamela Prati è da sempre autentica…
Vero, perché sono troppo autentica! Tanto autentica da non ritrovarmi in alcune situazioni perché trovo dinanzi a me l’opposto di ciò che sono. Non amo le ingiustizie, le ipocrisie.

Che ruolo ha la musica nella tua vita?
La musica è vita! Mi piace ma alcune volte mi capita di stare male nell’ascoltare alcune canzoni che inevitabilmente portano nostalgia. L’altra sera ero al cinema per il film con la Jolie, sulla Callas, e devo dirti che mi sono emozionata, ho pianto. È stata una donna straordinaria e come Marilyn Monroe e Ava Gardner ha avuto una bellezza incredibile dalla sua ma ha anche avuto qualcuno che l’ha sminuita ed è quindi rimasta sola, sola con l’amore del pubblico. Lo insegna anche il film sulla mia amata Raffaella Carrà, che ho conosciuto e apprezzato sin da subito. Una donna ricca del tanto affetto del pubblico ma non di tutto ciò che più meritava.

Una televisione, quella che tutti amiamo, oggi un po’ più povera perché meno ricca di contenuti, di artisti come te e tanti che ne hanno fatto la ‘storia’. Sarebbe giusto e bello un ritorno al varietà, ai programmi che più amavamo…
Certamente e, per quanto mi riguarda, sono pronta, benché non ci sia più il varietà. Con “Il bagaglino”, come dicevamo poc’anzi, abbiamo portato davvero gioia e siamo rimasti nel cuore degli italiani. Purtroppo, nessuno al momento ci permette di salutare il nostro pubblico, consentendo a tutti noi, a Pingitore stesso, di salutare anche il ‘nostro’ teatro. Potremmo dare e fare ancora tanto ma non lo vogliono…

Quali ricordi porti con te delle persone conosciute durante i primi passi mossi nell’ambito dello spettacolo?
Il primo incontro, quello più importante, rimane quello avuto con Castellacci e Pingitore, successivamente l’aver condiviso il camerino con Gabriella Ferri, a cui devo dei discorsi meravigliosi, che porterò sempre nel cuore, e non ultimo Oreste Lionello, maestro e vicino di camerino, con cui ho passato anche dei capodanni bellissimi. “Il bagaglione” sarebbe il titolo dello spettacolo del maestro e sarebbe davvero molto bello per noi, per tutti gli italiani, poterlo vivere. Porterò, di quel periodo, ogni ricordo con me, ogni respiro, finché avrò vita.

Sei serena oggi, sei felice?
Sono felice nel ricordare la felicità!

In ultima battuta, cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico, nei limiti del possibile?
Nel mio futuro c’è tanta musica, perché scrivo molto e in estate, oppure in primavera, ci sarà una nuova canzone in inglese, una nuova occasione, dopo un precedente pezzo di alcuni anni fa. Collaboro con Daniele Piovani, mio coautore, con cui scrivo tantissime canzoni e poi ci sarà ‘altro’ che non posso anticiparvi. Intanto posso dirti che l’anno nuovo è cominciato molto bene…

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