Claudia Vismara: passano gli anni e amo questo mestiere
Intervista all’attrice Claudia Vismara, che in vista della sua prossima messa in scena ne “Il Professionista”, si racconta.
Dal 7 al 12 gennaio Claudia Vismara sarà tra i protagonisti del nuovo spettacolo di Tommaso Agnese, “Il Professionista”, con al suo fianco Luigi Di Fiore, Edoardo Purgatori, Antonino Iuorio e non solo, in scena al Teatro Sala Umberto. Un ritorno all’amato teatro, un crescendo di emozioni…
Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Claudia Vismara. Dal 7 gennaio avremo modo di applaudirti in scena ne “Il professionista – Nella mente di un sicario” alla Sala Umberto di Roma. Quali sensazioni a riguardo e quanta emozione c’è nel ritornare alle tavole del palcoscenico?
L’emozione è davvero tanta! L’ultima volta che sono andata in scena era in pieno Covid-19, nel 2021, in uno spettacolo diretto e interpretato da me e dal mio compagno, Daniele Pilli. Un testo a cui tenevamo tantissimo, scritto da Marco Andreoli, “La consuetudine frastagliata dell’averti accanto”, che sarebbe dovuto andare in scena anche al Vascello. I teatri furono chiusi, ritentammo, ma dovemmo ripiegare sullo streaming. Ho sete di tornare al contatto diretto con il pubblico!
Cosa puoi anticiparci, nei limiti del possibile, sul tuo ruolo, sulla storia in sé, sulle prove realizzate insieme ai tuoi compagni di avventura?
Il professionista è una dark comedy che racconta la storia di un killer, Aron, sicario di professione, che dopo l’incontro con una giovane cantante di un night club, Giuli, vede la sua vita stravolta e con essa tutte le certezze che credeva di avere. Io interpreto Giuli, per l’appunto, una donna divisa a metà tra il suo sogno di diventare una performer di successo a Broadway e la consapevolezza della miseria della sua vita, tra night club, alcol e relazioni tossiche, dalle quali non riesce a sfuggire. “Io giro giro giro, ma sono sempre al punto di partenza. Come faccio sbaglio.” dice di se stessa. Il cast è strepitoso, sono circondata da attori di grande talento: Luigi Di Fiore, Antonino Iuorio, Edoardo Purgatori, Paolo Maras, Gabriel Zama e Paolo Perinelli. Sono certa che il pubblico sarà completamente travolto dalla storia che stiamo raccontando, tra momenti di ilarità feroce e altri di grande commozione. Vedere per credere.
Recentemente ti abbiamo vista nella seconda stagione de “Il Patriarca” nel ruolo di una poliziotta un po’ sopra le righe. Cosa ti ha regalato questo ruolo e quale riscontro hai ottenuto da parte del pubblico?
Il patriarca è una delle serie più divertenti che io abbia mai girato. In primo luogo per il cast, che è stato forse il gruppo di lavoro più esilarante di sempre. Quando siamo andati in trasferta a Bari sembrava di essere in gita scolastica, per farvi capire il tenore della cosa. Ridevamo talmente tanto che un giorno ci è mancato poco ci cacciassero dalla spa dell’hotel. In secondo luogo perché ho adorato il mio personaggio, Chiara Marziale; non era certo la prima poliziotta che interpretavo, ma era il mio primo commissario e questo salire di grado mi ha dato modo di avere scene assolutamente stimolanti da girare, scene di action, di interrogatori inquisitori, o violenti. Inoltre il mio personaggio era gay ed è stato bellissimo dare voce e corpo alla storia d’amore tra lei e la sua ispettrice, Alice Florio, interpretata dalla bravissima Cecilia Napoli. Certo, un po’ sconcertante e scoraggiante nel 2024 leggere certi commenti omofobi nei social a riguardo…
Come riesci a far combaciare il tuo essere attrice con il ruolo più importante, quello di madre?
Con grandissima fatica e moltissimo sonno arretrato! Non è semplice conciliare un lavoro pazzo come il nostro con la vita da genitori, soprattutto in una coppia in cui sia mamma che papà, Daniele Pilli, ahimè fanno lo stesso lavoro. Significa avere una vita senza regole, senza alcuna routine, senza orari, senza permessi o congedi, e se a questo aggiungi anche il “senza nonni” (che vivono tra Milano e Catania) si può intuire l’affanno con cui gestiamo una figlia di tre anni e le sue esigenze. D’altra parte, non avere un lavoro fisso e non essere legati a orari di ufficio ci ha anche permesso di goderci appieno nostra figlia e di costruire con lei un rapporto del tutto speciale. Quando entrambi lavoriamo fuori Roma Emma viene con me, oramai è un’esperta di set; ho un sacco di video tenerissimi dove viene truccata o pettinata al campo base, o dove i fonici le mettono le cuffie in testa per ascoltare la scena che sta facendo la mamma. Lei ormai lo sa che mamma e papà fanno un lavoro speciale, a volte lo ama, altre volte lo odia, se stiamo troppo tempo lontane.
Quali valori, buone sensazioni, cercherai di trasmettere a tua figlia con il passare del tempo in un mondo sempre più orientato all’errore?
I valori che ritengo fondamentali: il rispetto per gli altri, la non violenza, l’umiltà, il rispetto per l’ambiente e per questa terra, che purtroppo stiamo distruggendo. Vorrei che capisse che le scelte del singolo sono fondamentali, che riuscisse ad avere un suo personale pensiero critico sulle cose, che non si conformasse necessariamente a quello che faranno i suoi coetanei e che sia sempre pronta a combattere per quello che ritiene giusto. Vorrei insegnarle la resilienza, l’amore per la bellezza e soprattutto: l’amore per la giustizia.
“Klem”, il film a cui hai preso parte in Olanda, ti ha regalato una buona ondata di ‘successo’ interpretando una cattiva non da poco. Cosa porti con te di quella esperienza?
Fare la cattiva è divertentissimo!! Farlo in un film internazionale che è stato campione di incassi, lo è ancora di più… Era la prima volta che interpretavo “the villain” in un film e quando mi sono rivista alla premiere ho pensato “Wow! Vorrei farlo sempre”. Ora, invece, ho appena ultimato le riprese del film “La bambina con la valigia”, di Gianluca Mazzella, un film bellissimo e toccante che racconta la storia di Egea Haffner e della sua famiglia, in fuga dalle Foibe di Tito, e con loro il dramma degli esuli istriani del dopoguerra. Interpreto Ersilia, la mamma di Egea, un personaggio particolarmente intenso e struggente che ho amato tantissimo.
Chi è oggi Claudia Vismara e quali sensazioni sono legate alla recitazione, a tutto ciò che ti ha regalato in questi anni?
Se possibile, più passano gli anni e più mi innamoro di questo mestiere. Forse perché ora stanno arrivando i ruoli più interessanti, forse perché conosco i suoi tranelli e li so gestire meglio, forse perché da quando è arrivata Emma nella mia vita, ha spodestato tutte le altre priorità dal podio e ha trasformato le mie ossessioni sulla carriera in qualcosa di più morbido e ha reso più facile accettare i pro e i contro di questo mestiere.
Quali sogni sono ancora chiusi nel cassetto?
Sogni nel cassetto? Interpretare una guerriera, incidere un disco e scrivere un romanzo.
Che periodo stai vivendo?
Direi che posso dirmi piuttosto soddisfatta in questo momento, sia della mia vita artistica che di quella privata. Sto lavorando a dei progetti stimolanti, ho una famiglia meravigliosa, una bella casa che abbiamo arredato con tanta fatica e tanto amore, conto più di dieci amici veri… cosa potrei desiderare di più? Se c’è una cosa che mia figlia mi ha insegnato è ad essere grata e felice per quello che ho, piuttosto che insoddisfatta e triste per quello che ancora non ho.
Come sarà il Natale di Claudia Vismara?
Il Natale è un momento sacro per me e la mia famiglia. Torno sempre un po’ bambina quando devo addobbare l’albero, quando vedo le luminarie per strada, quando racconto ad Emma le storie di elfi dispettosi o quando scriviamo la letterina per Babbo Natale… e credo proprio che questo conservare lo spirito natalizio di quando si è piccoli ci aiuti a rimanere sempre in contatto con la nostra parte bambina, quella pura, autentica, che si entusiasma con poco e si sa ancora meravigliare se cadono dei fiocchi di neve alla Vigilia. Salvo imprevisti dell’ultimo minuto lo festeggerò dai miei, a Milano, assieme ai parenti più stretti e alle nipotine adorate.