Le “Lacreme napulitane” partono da Portici
Nello scenario “di casa”, al Cineteatro Roma di Portici, debutta lo spettacolo “Lacreme napulitane”, ed è subito viaggio nelle emozioni.
Napoli e le sue storie ancora una volta stregano il palcoscenico e questo avviene con “Lacreme napulitane” interpretato da Francesco Merola (figlio di Mario).
Lo spettacolo, un vero e proprio viaggio tra le mura domestiche dell’anima partenopea, regala emozioni forti soprattutto a chi ha vissuto i tempi dell’opera originale e le interpretazioni di Mario Merola, in poche parole: una nostalgia che può stringere il cuore.
Una sceneggiata rivista in chiave moderna dalle sapienti mani del regista Gaetano Liguori, che riesce nell’impresa di riportare in auge la tradizione della sceneggiata, dandole però un tocco fresco e contemporaneo. Le musiche eseguite dal vivo dal Maestro Vincenzo Pascarella, diventano un mix perfetto tra i classici napoletani ed atmosfera nuova, che hanno reso coinvolgente la messa in scena già fin da prima dell’apertura del sipario.
Le vicende narrate sul palco sono storie a cui la tradizione partenopea è legata: l’amore, la famiglia, l’emigrazione, il sogno di una vita migliore e gli intoppi che vengono fuori quando il narcisismo estremo di una persona in famiglia, tozza con i valori morali che la storia ci insegna. Ma sono raccontate con una semplicità e una profondità che ci toccano nel profondo. E poi, c’è Napoli, protagonista indiscussa dello spettacolo, con i suoi colori, i suoi odori, le sue contraddizioni, che fa da alter-ego a New York: la città amica e nemica per le famiglie degli emigranti.
Tutti gli attori sono incastrati nel loro ruolo in maniera impeccabile, ma c’è da sottolineare la straordinaria interpretazione di alcuni di loro che è arrivata giù in platea e le migliorie a cui alcuni devono ambire per rendere la macchina “Lacreme napulitane” rodata. Il protagonista Francesco Merola, con la sua voce, calda e potente, ha accompagnato in questo viaggio emozionante lo spettatore. Visibilmente emozionato anch’egli, ha fatto trasudare dal palco le sue sensazioni. Chiudendo gli occhi si poteva “rivedere Mario” e questo a vantaggio della messa in scena, ma a scapito del carisma di Francesco, che non è uscito fuori del tutto durante la sceneggiata, risultando invece evidente nella sua verve durante i saluti.
Adele Pandolfi, nei panni della madre del protagonista, ha regalato al pubblico un’interpretazione intensa e toccante. La sua presenza scenica, forte e materna al tempo stesso, ha saputo catturare l’attenzione e far emozionare ad ogni sua battuta, ad ogni suo sguardo. Piccolo ma intenso poi, il giovanissimo Antonio Masucci, un vero e proprio fulcro emotivo della rappresentazione, capace di far ridere e piangere insieme a lui scena per scena, istruito perfettamente dalla regia ad emulare tutto quello che era il protagonista “in versione baby” (dalle movenze alle intonazioni”. E sempre parlando di “giovani in scena” Mery Esposito e Antonio Sangermano hanno regalato al pubblico momenti di pura ilarità con la loro interpretazione di una coppia che si punzecchia per tutto lo spettacolo. I due attori, con la loro perfetta alchimia e la loro fisicità opposta, hanno saputo farci sorridere in una dinamica divertente e coinvolgente. Probabilmente per me, definibili la freschezza e leggerezza nella rappresentazione, giusto bilanciamento dei momenti più drammatici.
Come da tradizione della sceneggiata, il recitato cantato non può che esserne protagonista, e accanto a Francesco Merola, Marianna Mercurio, apprezzata dal pubblico nelle parti cantate. Non è possibile non notare la spontaneità nelle scene più intense, dovute proprio al fatto che sul palcoscenico si assista ad uno scambio di battute tra una coppia che è tale anche nella vita. Senza sbavature le interpretazioni di Raffaele Esposito, vero professionista del palcoscenico (la sua storia lavorativa con Eduardo De Filippo, Pupella Maggio, Isa Danieli, e Mario Scarpetta tra i tanti non mente); Antonine, da cui ci si aspettava un momento di canto non arrivato; Cinzia Mirabella e Federica Parravano nei loro ruoli ritagliati ad hoc sulla scena, ed il simpatico cameo di Sasà Trapanese con Anna Torcasio che donano leggerezza alla rappresentazione.
A sorpresa alla fine della prima, l’arrivo sul palcoscenico di Lucio Montanaro, meraviglioso attore che ha condiviso il cinema con Mario Merola, che ha raccontato degli aneddoti significanti del “buon Mario” durante le trasferte cinematografiche lontane dall’Italia.
Non è mancato un momento toccante dove Francesco Merola ha cantato “Parla Cu’ ‘mme” (brano dedicato al padre) di forte intensità emotiva ha chiuso la serata che vi riproponiamo di seguito:
“Lacreme napulitane” è uno spettacolo che ti fa ridere e piangere, che ti fa riflettere e sognare. Perché fa riconnettere alle origini della patria-Italia, anche se non sei napoletano. Se amate il teatro, la musica napoletana e le storie che ti toccano l’anima, non potete perdervi questo spettacolo, se gli spettacoli musicali e drammatici non sono il vostro forte, è giusto dire che lo spettacolo dura due ore abbondanti.
La produzione a cura del giovane Tommaso Cafora, le scene di Massimiliano Pinto, i costumi di Anna Giordano, l’aiuto regia di Maria Autiero, l’organizzazione di Palma Piras.