Mauro Di Maggio. Foto di Virginia Ferraro
Mauro Di Maggio. Foto di Virginia Ferraro

Mauro Di Maggio: la gioia di fare musica!

Mauro Di Maggio, cantautore romano, ci presenta il suo ultimo singolo, “Oceano senza fine”. Un incontro, quello che Mauro ci ha regalato, intriso di un forte vissuto, di sani ricordi, di tanta musica.

Mauro Di Maggio. Foto di Virginia Ferraro
Mauro Di Maggio. Foto di Virginia Ferraro

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Mauro Di Maggio. Come stai?

Sto bene, grazie mille!

“Oceano senza fine” è il titolo del tuo nuovo singolo. Quanto c’è di te in questa canzone?

Di me? Molto, se non tutto. Ogni canzone è un perfetto prolungamento ed espressione della mia esistenza. Il mio vissuto, la mia prospettiva, il mio modo di osservare cose personali o esterne. La mia fantasia.

La tua canzone parla di un passato intriso di rimpianti, di ricordi. Personalmente, hai dei rimpianti, dei ripensamenti su ciò che è stato il tuo passato?

Non li chiamerei rimpianti, semplicemente perché accetto la condizione o l’idea che il passato è passato. Ciò che vivo è più spesso un far tornare alla mente ricordi, passaggi della vita, sensazioni che quasi sempre, viste a distanza, avvolgono piacevolmente, come un abbraccio, i momenti presenti.

Tormenti di un passato difficile, misto a ricordi, a nuove e vecchie sensazioni, legate a un forte sentimento. Un video, quello che abbiamo modo di vedere, interpretato dagli attori Erica banchi, Gianluca De Devitiis e Francesco Fusco. Come ha avuto vita tutto ciò?

Sì, volevo rappresentare questo: l’incontro diretto o indiretto con il passato. Con semplicità e spontaneità, entrare nel vivo di questo incontro; una persona nel delirio della presenza del suo amore che in realtà non è presente, è solo lui a rivivere il momento in quel determinato luogo. Il ricordo ha fortemente colpito il suo presente al punto da costringerlo quasi a richiamarlo per una strana necessità, quella di toccare e sentire di nuovo il passato. Magari strofinandosi il suo rossetto, casualmente ritrovato tra le cose in uno zainetto, per sentire forse qualcosa che non c’è più. Un suo bacio.

Che ricordi hai dei tuoi inizi, di quei primi successi che ti hanno portato ad essere conosciuto ai molti?

Quei ricordi sono tutte carezze. Piacevoli carezze che non solo ricevo, ma che molto spesso faccio al “me stesso” di quegli anni passati. Ricordo l’entusiasmo delle prime volte che entravo in studio per registrare le mie prime canzoni. Tutte le care persone che mi sono state accanto e che mi hanno offerto insegnamenti ed esperienze. Ricordi bellissimi.

“Non ti voglio fermare”, del 2003, è ancora oggi un pezzo ascoltato, gettonato, che evoca ricordi, forti sensazioni, nelle persone che hanno vissuto quel periodo storico. Cosa ti ha donato quel testo, quella musica?

Una canzone fortunata per me. Ricordo ancora il momento in cui l’ho scritta su un foglio, di getto, con la mia chitarra in braccio, tutto in pochi minuti. Quel testo segna, descrive ancora il mio senso di vita: la libertà. libertà di scelta, accesso libero alla consapevolezza, il buon senso della vita e della natura. Amare noi stessi e gli altri come noi, soprattutto amare la libertà degli altri come o più della nostra. Questa canzone mi ha donato la consapevolezza di questo principio.

Che ricordi hai di quel live del 2004, quando apristi il concerto di Britney Spears nella sua unica data italiana, a Milano?

Britney Spears, già scrivere questo nome nella mia biografia mi rende felice, figuriamoci il resto. Esperienza indimenticabile suonare nel suo concerto, sul palcoscenico che la portava in giro nel mondo.

Chi è oggi Mauro Di Maggio?

Un ragazzo che ama la leggerezza di vivere, dei buoni rapporti e delle relazioni, che ama la socialità quanto restare in lungo silenzio ad osservare il movimento o la quiete.

Quanto sei riuscito a realizzare di quei sogni che avevi da ragazzo?

Un po’ sì. Ma tanto ancora c’è da realizzare e da fare. Posso dire che sono sulla buona strada. La più bella per me.

Con chi ti piacerebbe duettare, oggi?

Con Eros Ramazzotti, se devo rispondere di getto, ma tutte le collaborazioni sono sempre un prezioso valore aggiunto.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

La gioia di fare musica e arte in genere, la gioia di viverne la gloria e la bellezza.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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