Abbiamo incontrato l’attore abruzzese Claudio Collevecchio che ci ha gentilmente concesso un’intervista.
Uno dei tuoi ultimi lavori è “Sangue nero”, di che cosa si tratta?
“Sangue Nero” è un film dell’orrore dove tra l’altro io sono stato il protagonista maschile, attualmente al vaglio al Festival dell’Orrore di Roma, un discreto lavoro svolto in Abruzzo con dei posti fantastici di cui fra l’altro io non sapevo neanche dell’esistenza e pensare che sono a mezz’ora da noi. Una bella esperienza con un cast fantastico, un buon lavoro svolto dal regista Massimo Lops.
Sei abruzzese, quindi con questo lavoro hai rafforzato il lavoro con la nostra terra…
È sempre un gran piacere, anche se di lavori svolti qui da noi ce ne sono pochi perché purtroppo non abbiamo una grande tradizione sia a livello di Teatro che a livello di Cinema. Se qualcuno ha intenzione di intraprendere questa carriera purtroppo deve uscire dai nostri confini regionali.
Eppure diversi film, o scene di film, sono stati girati nella nostra regione…
Ho appena saputo che il film “Giulo Cesare” non si girerà più qui ma credo in Bulgaria, proprio per una questione di costi. Ci sarà una tappa ai Sassi di Matera, che è una tappa d’obbligo, e poi si andrà in Bulgaria. Nel caso si fosse girato qui, si sarebbe scelto Prati di Tivo perché quel posto si presta molto per l’ambientazione delle battaglie. Abbiamo dei paesaggi fantastici: qui c’è il mare, la montagna a due passi, con ambientazioni veramente fantastiche. Non immaginavo di trovare posti così belli.
Nel tuo curriculum ci sono diverse esperienze televisive, soprattutto polizieschi, ti ritieni adatto per questo genere?
Non so perché ma ogni volta mi fanno fare la parte del delinquente, non sono riuscito a capire il motivo. A parte gli scherzi, nella maggior parte dei casi si tratta di fiction, mi danno questi ruoli essendo un caratterista, vuol dire un artista a cui viene offerto un ruolo che rimane tale quasi per sempre. Se un comico si mette improvvisamente a fare un ruolo drammatico stona, allora si ha quell’impronta e la si mantiene sempre, poi io il mio ruolo cerco di mantenerlo perché il cattivo di turno c’è sempre, che poi cattivo non sono, ma nella fiction scendo nel ruolo che mi compete.
In tv e non solo hai ricoperto anche altri ruoli, in quali ti ritrovi meglio e quanto sono complementari tra loro?
Tutto il mondo dello spettacolo è complementare. La cosa che adoro di più è il mondo del Cinema perché permette di togliere i propri abiti e di intraprendere quelli di un altro, immedesimarsi in quello che si sta facendo, capire la scena con cui si ha a che fare e confrontarsi. Ho fatto anche altre cose a livello di televisione, ricordo una partecipazione a “Ciao Darwin”, mi sono divertito tantissimo, ma non è la stessa cosa. Il cinema è una cosa che mi piace, è come una febbre che ti porti dentro e che conservi sempre, per tutta la vita. Per fortuna nel Cinema non c’è età e questa è una cosa positiva.
Con quale attore o personaggio c’è stata maggiore affinità?
Io credo con tutti perché quando si è sul set si condivide la stessa cosa, viene naturale farloè una simbiosi che naturalmente avviene. Non ho mai avuto problemi e credo anche gli altri con me.