Ivan Boragine
Ivan Boragine

Ivan Boragine: una vita senza filtri

Un incontro più che piacevole quello avuto con l’attore Ivan Boragine in occasione della sua partecipazione al primo progetto del regista Emiliano Locatelli, “Il diavolo è Dragan Cygan”.

Una persona profonda Ivan, un uomo capace di regalare qualcosa di sé al di là della sola recitazione, voglioso di aprirsi ad altre strade, a nuovi ruoli.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Ivan Boragine. Parliamo subito del film a cui hai preso ultimamente parte, “Il diavolo è Dragan Cygan”, ad opera del regista Emiliano Locatelli. Che esperienza ha rappresentato?
Mi ha regalato un approccio diverso dal solito, un personaggio ricco di nuove sfaccettature, qualcosa che ricercavo da tempo con cui mettermi finalmente alla prova. Il tutto condito da colleghi fantastici: Gennaro Lillio, conosciuto tempo fa, Sebastiano Somma, Enzo Salvi e tanti altri. Un grande grazie va, tra l’altro, ad Emiliano Locatelli per avermi dato modo di prendere parte a questo progetto.

Tanti i ruoli interpretati sino ad ora ma cosa manca ancora a questo tuo percorso?
Un killer spietato, qualcosa di davvero difficile da trovare nelle serie italiane, purtroppo. Un cattivissimo, ad ogni modo, catapultato in un mondo dark, come “Gomorra”, ad esempio, qualcosa di molto forte.

Un personaggio distante da te…
Si, come lo è stato il ruolo interpretato ne “Il diavolo è Dragan Cygan”. Ho vestito i panni di un violento, una persona senza alcuna moralità, qualcosa di molto diverso anche dai soliti ruoli in cui mi ha ‘conosciuto’ il pubblico. Forse proprio da questo scaturisce la voglia di interpretare un cattivissimo, un uomo spietato. Mai dire mai, magari accadrà presto!

Cosa sta regalandoti questo tuo viaggio nella recitazione?
Croce e delizia! (Ride) Un mondo disilluso, quello che viviamo, non solo in ambito recitativo. Una disillusione che mi ha dato modo di scavare dentro me per capire cosa voglio, tra ulteriori conferme ed una voglia di poter alimentare sempre più questo fuoco interiore che vivo, lavorativamente parlando. Non ho, purtroppo, la possibilità di fare ciò che vorrei, motivo per cui sono diventato anche senza filtro alcuno. Non credo di aver bisogno di nessuno, sono gli altri ad aver bisogno di me, non io… Ho le idee ben chiare, faccio ciò che mi piace perché ne ho voglia, senza alcun rimpianto.

Che periodo sta vivendo Ivan Boragine?
Se ti parlassi di una rinascita ti direi una cavolata, forse! Diciamo pure che sto vivendo un momento di reale conoscenza, un periodo autentico, qualcosa che manca a questo mondo. Un’autenticità che mi accompagna sotto tutti i punti di vista, verso ciò che mi circonda ed anche il prossimo.

Quando scriverai un libro?
È nei miei pensieri ma non è una mia priorità, al momento. Ora, più che altro, sento la necessità di accrescere la mia conoscenza attraverso altre letture, altre situazioni. Ho ancora tanta voglia di comprendere ciò che vivo per poi sviluppare un mio pensiero, qualcosa di reale e forte.

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