Simone Frulio. Foto di Marco Piraccini
Simone Frulio. Foto di Marco Piraccini

Simone Frulio, in uscita il singolo Sguardi

Un’anteprima eccellente al nuovo disco in uscita a novembre di Simone Frulio, che arriverà il 18 Ottobre con Sguardi.

Simone Frulio. Foto di Marco Piraccini
Simone Frulio. Foto di Marco Piraccini

Per Simone Frulio sarà quindi un ottobre ricco di novità. Per lui ci sono la Laurea e l’uscita del singolo “Sguardi” in anteprima al disco, che sarà pubblicato a Novembre. Chiacchierare con Simone è piacevole e a tratti si dimentica anche la sua età per la pacatezza dei suoi modi. Le parole preferisce metterle in musica; scrive per esigenza, raccontandosi con un linguaggio diretto che arriva al cuore. Coltiva i suoi sogni, ma non dimentica che l’impegno e lo studio possono fare la differenza. Osserva il mondo da una postazione privilegiata, senza la frenesia che questo sembra avere: Simone sa concedersi il tempo di riflettere per tracciare il proprio cammino e questo disco ne è la prova.

Laureando in Lingue, ma il tuo linguaggio è quello universale della musica. Come hai tracciato il tuo nuovo percorso?

Dopo “Io Canto” come giovanissimo solista e X Factor 7 con il gruppo dei Freeboys, ho cercato la mia direzione. La scrittura è sempre stata parte di me. Da bambino le mie emozioni trovavano casa in poesie scarabocchiate su foglietti volanti, disseminati ovunque. Poi è arrivata la musica e sono diventate canzoni. Le esperienze passate rappresentano per me un bagaglio di cui vado fiero, ma che non ho mai voluto indossare come un’armatura. Mi piace pensare che il mio modo di vivere la musica possa essere “l’abito” adatto a me. Con Simona Ventura, per esempio, ho un ottimo rapporto anche oggi, ma non ho mai voluto utilizzare la nostra conoscenza per ottenere privilegi.

Chi o cosa è stato fondamentale nel tuo nuovo percorso?

Fondamentale è stato l’incontro con Paolo Paltrinieri, produttore musicale e arrangiatore che avevo già conosciuto in Mediaset. Un grande professionista che mi ha saputo “ascoltare”, rispettando quelli che erano i miei tempi e le mie modalità espressive, senza rinunciare ad arricchirle con il suo tocco. In questi due anni ho lavorato con lui anche sulla metrica acquisendo una fluidità nuova. Sono rimasto colpito, infatti, da come sia riuscito ad arrangiare i miei pezzi, senza stravolgerli. Lui si è preso a cuore non solo il mio progetto, ma anche la mia persona. Non mi ha mai messo fretta, neanche quando dovevamo incidere il disco. Oggi siamo legati da un rapporto non solo professionale, ma di stima e fiducia reciproca.

Come nasce il nuovo disco?

Il nuovo disco arriva dopo un lungo lavoro di ascolto. Il brano che lo titola è “Battito di mano”. Nella prima versione era molto lento e non mi convinceva. Con Paolo abbiamo lavorato insieme fino a trovare la veste giusta. Dodici brani di cui nove scritti e musicati da me, tre di altri autori tra cui lo stesso Paolo. Il disco uscirà il 15 Novembre e sarà preceduto, il 18 Ottobre, dal singolo “Sguardi”.

Vuoi parlarci di Sguardi?

“Sguardi” è uno dei tre brani presenti nell’album “Battito di mano” in uscita a Novembre: è un regalo, prezioso per me, di Paolo Paltrinieri.
“Ho scritto – dice Paolo – “Sguardi” nel 1996, una canzone che racconta di un amore impossibile, come ce ne sono tanti. Un abbandono che lascia in “un mare calmo che non riflette più” implorando un’altra chances, anche se lei è già andata via e non tornerà. Questa canzone è rimasta in un cassetto, fino a quando non ho ricevuto la telefonata di un caro amico che ho avuto la fortuna e l’onore di “scoprire” durante la produzione di un Musical, anni prima. Quest’artista era Alex Baroni, il quale mi chiedeva di poter incidere “Sguardi” che era perfetta per la sua vocalità e il suo repertorio. Avremmo dovuto incontrarci poco dopo per definirne i dettagli, quando fui raggiunto da una terribile telefonata, il 13 aprile 2002. Quel giorno si spensero le luci e calò per sempre il sipario su Alex. Oggi sono felice che Simone possa dare voce a questo brano al quale sono davvero molto legato”.

Come vorresti festeggiare l’uscita di “Battito di mano”?

Mi piacerebbe festeggiarne l’uscita con uno spettacolo a Milano, la mia città, alla quale sono molto legato. Un legame profondo, che è diventato tale, nel tempo. Inizialmente, nonostante vi fossi nato, non giravo volentieri da solo. Oggi quando ne sono lontano, provo sempre una sorta di malinconica mancanza e il piacere di ritornare. Per questo vorrei ringraziare Milano per tutto quello che rappresenta per me, in un live: uno spettacolo dove potermi raccontare attraverso le mie canzoni e le cover che hanno significato e segnato il mio percorso artistico e di vita.

Come vivi il palco? Sei “senza paura”?

Ho una “caga” terribile, sempre. Non mi abituerò mai. Gli attimi che precedono l’inizio della musica, sono di panico. Appena arriva la prima nota, magicamente, sono catapultato su un altro pianeta dove niente mi impaurisce. Un luogo dove riesco a esprimermi liberamente: sono lì e racconto la mia storia, con le mie parole e la mia musica a rendermi forte e capace di mostrarmi per ciò che sono.

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