Marco Morandi. Foto di Roberto Celi
Marco Morandi. Foto di Roberto Celi

Marco Morandi: la musica accompagna la mia vita

In un periodo di ripresa, di grandi speranze e ritrovata armonia, abbiamo il piacere di incontrare Marco Morandi, che non ha mai arrestato la sua corsa, la sua voglia di live.

Marco Morandi. Foto di Roberto Celi
Marco Morandi. Foto di Roberto Celi

Marco, attualmente, è in Romagna, per “Nel nome del padre”, uno spettacolo di cui va fiero, ma non è l’unico. In questa intervista avrete modo di conoscere i suoi impegni attuali, in questa estate di “normalità”. Ringraziamo Marco della gentile attenzione, del tempo che ha potuto dedicarci.

Benvenuto a Marco Morandi su La Gazzetta dello Spettacolo. Come stai?

Grazie a voi. Sto bene, molto bene. Finalmente si ricomincia a lavorare. Sono in Romagna, per una serie di spettacoli. Riprende la routine che, per un po’, avevo quasi dimenticato.

Abbiamo vissuto un periodo difficile, che ha scombussolato ogni piano. Come lo hai affrontato e quali consapevolezze ha apportato alla tua musica, al tuo vissuto?

Mi ritengo fortunato. Vivo in una casa con un giardino, una famiglia numerosa. Non abbiamo sentito alcuna solitudine. Ci siamo dedicati alla casa. Abbiamo riscoperto tante cose, tante situazioni. Certo, nessuno aveva previsto cosa sarebbe accaduto. Spero di essere riuscito a cogliere il positivo, da questa brutta storia. Sembra che le persone abbiano voglia di tornare a godere della musica dal vivo. Sono felice di poter constatare questo.

Cos’ha significato per te questo ritorno alle scene?

Sono attualmente in tour con una serie di spettacoli. “Chi mi manca sei tu”, ad esempio, nasce da una ritrovata collaborazione con Claudia Campagnola. Claudia mi ha chiesto consiglio ed io, alla fine, mi sono proposto. Il tutto ha avuto vita durante il lockdown. Elogiamo Mia Martini, la sua musica, e scopriamo differente valore nel fatto che le canzoni siano cantate da un uomo. Un’idea bella, positiva che non vediamo l’ora di portare in giro. Di pari passo, porto in scena, “Nel nome del padre”, un mio spettacolo. Mi piace constatare la voglia di musica che avevano le persone, notare la loro gioia sotto palco. Mi appaga!

Al tuo fianco, nel tuo live in Romagna, una musicista d’eccezione…

Si (ride), a un certo punto Marianna (Morandi) è salita sul palco. Era da tempo che non mi vedeva suonare. Ci siamo divertiti, oserei dire, sfogati, cosa di cui avevamo davvero bisogno. Un’esperienza bellissima, davvero particolare, che ha reso tanto divertimento alla serata. Fortunatamente vivo un mestiere che mi consente di poter fare tutto ciò.

Da alcuni anni, sei un papà felice. Quanto influisce questa condizione nel tuo essere artista?

Inevitabilmente ti cambia la vita, ogni tipo di parametro. La voglia di fare musica è sempre la stessa, ma non sei più solo, sei al servizio di un’intera famiglia. Vivi un senso di responsabilità grande, legato ad una forte emozione, quando sono sul palco.

Marco Moradi live
Marco Moradi live

A brevissimo prenderai parte, a Fregene, ad “E…state al Wood“. Un altro modo per riprendere contatto con il pubblico..

Ammiro molto Claudia e la passione che mette in questo progetto. Ha gusto nel fare spettacolo, nel regalare momenti spensierati alle persone. Lavoriamo insieme da anni e, quando possibile, sono felice di poterle essere di supporto. Abbiamo registrato, recentemente, una musica da accompagnare alla rassegna, dedicata a Fregene, il bellissimo luogo che ci accoglie.

Un desiderio inespresso…

Di sogni bisogna sempre averne, e di grandi, così come i progetti. Sono soddisfatto del mio percorso, delle esperienze vissute. Sono dell’idea che un progetto può aprirti nuovi orizzonti, nuove occasioni. I miei no sono stati rari. Ho portato con me, nel mio vissuto artistico, tanto entusiasmo, tanta voglia di conoscere persone e progetti.

Hai mai pensato di realizzare una tua regia?

“Nel nome del padre” è una mia personale idea. Mi sono fatto aiutare da Toni Fornari a metterlo in piedi. Sono un po’ di anni che lo porto in giro e mi diverte sempre più, mi rappresenta. Ho in mente, in futuro, di provare a coinvolgere mia sorella, in un prossimo progetto. Ieri sera, appunto, nel guardarci, abbiamo espresso il desidero di voler realizzare qualcosa insieme.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

Come dicevo poc’anzi, potrebbero sempre aprirsi nuove porte, delinearsi buone strade. Il lockdown, ad ogni modo, ha fatto sì che si accumulassero alcuni spettacoli. Porto in tour, quindi, tanti progetti, seppure con qualche vuoto di memoria (ride). Stare su di un palco, avendo la possibilità di comunicare, di cantare, è il progetto che accompagna la mia vita.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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