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Subsonica a Palermo per il loro “In una Foresta tour 2015”

subsonica_-_foto_di_chiara_mirelli_700x420Sta per volgere al termine “In Una Foresta tour 2015”, presentazione dell’ultimo lavoro dei Subsonica.
La band torinese, con all’attivo ben sette album in studio più uno dal vivo, è in giro per l’Italia (e Europa) da ormai qualche mese e ieri si è esibita al Castello al mare di Palermo.

E’ sempre molto difficile organizzare concerti al sud, cosa che Samuel, il cantante, ha precisato più volte mentre ringraziava la folla accorsa numerosa e rimasta a cantare e ballare con loro nonostante la pioggia.
E’ difficile ma, quando c’è la volontà, la devozione, anche l’amore da parte di questa terra e chi la vive nei confronti di una band così innovativa (ancora adesso dopo ormai quindici anni), si può ottenere tutto.
Ecco perché ieri i Subsonica si sono esibiti a Palermo e questa sera si esibiranno, invece, a Catania.
Un consiglio: se potete, andate ad ascoltarli, una volta nella vita andrebbe fatto.

In una Foresta tour prevede in scaletta brani vecchi e nuovi della band torinese che, ormai, vanta un gruppo molto vasto di fedelissimi che li seguirebbe anche in capo al mondo e che gli perdona tutto, anche le dimenticanze di Samuel a livello di testi.
Questa sera, però, manco ci avesse sentiti, ci sorprenderà (almeno, io sono rimasta sorpresa), dimostrando che, in fondo, anche lui ancora un po’ di buona memoria ce l’ha.

Circondato dai suoi fedeli compagni di avventura, (Boosta e le sue svariate tastiere montate in posizioni improbabili per i comuni mortali ma non per lui, Max e la sua fedelissima Fender Stratocaster e la sezione ritmica composta da Ninja col suo solito cipiglio che ricorda un po’ un impacciato Harry Potter e Vicio e i suoi bassi), Samuel ci delizia cantando divinamente, nonostante i recenti problemi di tiroide.

Colpo di pistola (traccia presente nel loro secondo e fortunatissimo album, Microchip Emozionale) apre le danze, quasi come a voler da subito far capire il tono che avrà il concerto.
Non che di solito siano tranquilli, ma insomma, se conoscete il testo sapete di che parlo.

Si continua con un salto temporale tramite Lazzaro, singolo di presentazione del nuovo Una Nave in una Foresta e Attacca il Panico, per poi tornare indietro con La Glaciazione e le tanto amate (forse maggiormente amate) DiscoLabirinto, Nuvole Rapide e Nuova Ossessione.

La pioggia comincia a farsi sentire a questo punto, gli ombrelli si aprono, ma nessuno accenna a voler andar via, anzi, si possono notare ovunque i temerari senza alcun modo per ripararsi che non la smettono di ballare felici.
Perché è questa la loro dimensione.

Si continua con la cover di Up Patriots to Arms, pezzo del conclamato Franco Battiato, le cui origini siciliane sono note a tutti, per poi sfociare nelle sempre nuove Una Nave in una Foresta, I cerchi degli alberi e Di domenica prima della pausa.

La seconda parte del concerto è un continuo di esaltazione, sorrisi, divertimento, danze e scherzi ad un pubblico zuppo di pioggia ma anche di adrenalina.
Si parte con Strade, forse un po’ tranquilla come traccia (nonostante il testo che, ancora una volta, vi consiglio di leggere se non lo conoscete), ma che viene accolta con riverenza dal pubblico che resta estasiato dalla performance di un Samuel che, pur lamentandosi della voce roca, riuscirà a dare giustizia anche agli acuti finali.
Specchio, Veleno, Depre e Liberi Tutti ci ricordano un po’ di motivi per cui i Subsonica fanno musica: le dipendenze, le malattie psicologiche, i problemi della società, e noi siamo a cantare a squarciagola con loro.
Ancora meglio se, poi, parte la traccia che sembra riassumere la serata, ovvero Il Diluvio, dal precedente lavoro della band (Eden) dove a nessuno importa del fango, se Samuel dice di metterci tutti giù per poi saltare più in alto possibile, noi lo facciamo.

L’errore, uno dei due inediti presenti nell’album live Controllo del livello di rombo, dà l’introduzione a quella che è l’ultima parte del concerto, con Piombo (a proposito di attualità), Benzina Ogoshi (perché un po’ di autoironia non guasta mai) e la cover di Io Sto bene dei CCCP.

Il tutto si conclude con Preso Blu, pezzo storico presente nel primo album, omonimo, della band, pezzo leggermente reggae che dà spazio ancora per un attimo alla voglia di sfogarsi e ballare con L’Odore prima di salutare tutti con una meravigliosa versione acustica di Tutti i Miei Sbagli, il loro pezzo più famoso.

Ci rendiamo conto, alla fine di tutto, di essere fradici, infreddoliti e che il tempo è volato, c’è chi già organizza una nuova trasferta, chi vuole ringraziare la band prima di tornarsene a casa.
E’ sempre così con loro.
O forse è così con chi si ama e ti fa stare bene.

Altamente consigliati: Una Nave in una Foresta. Microchip Emozionale.

Su Barbara Aragona

Barbara Aragona, italiana residente a Londra con fierezza da ormai sei anni, scrive di ciò che più le interessa e piace, sfogando nella scrittura la sua indole da fangirl seriale.

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