Le spose della Luna di Emma Fenu è un romanzo ambientato nel cuore della Sardegna nel 1911 e ispirato alla vicenda della bandita Paska Devaddis, di Orgosolo. Dopo essere stata falsamente accusata di omicidio, scappò sui monti per sfuggire alla giustizia. Fra faide, amore, odio, morte, misteriose apparizioni, magia bianca e nera, si snoda un’intensa storia di donne forti come pietre nuragiche e potenti come dee, mosse da sentimenti ancestrali.
Emma Fenu scrivi da anni di Donne, di eroine, di madri. Come hai avuto l’idea di trasformare Franzisca, la protagonista de “Le spose della Luna”, da bandita a eroina?
Circa due anni fa, la mia amica Simona Lasi mi suggerì di leggere un articolo su Paska Devaddis, la bandita sarda che, nel 1912, fu accusata ingiustamente di omicidio, si diede alla macchia sui monti per evitare la cattura e in quei monti, nel cuore della Sardegna, morì di tisi.
Conoscevo la vicenda in modo sommario, così iniziai a raccogliere informazioni dagli atti e a leggere le opere letterarie a lei ispirate: mi innamorai del suo ultimo viaggio verso casa, alla luce della luna, e della forza evocativa che esso ancora esercita. Iniziai a scrivere di Franzisca, ispirata a Paska ma non sovrapponibile a lei per indole e vicissitudini.
Ho voluto raccontare la storia di una donna forte, resiliente, coraggiosa, passionale: un’eroina come lo sono tutte coloro che hanno avuto e hanno il coraggio di essere se stesse, di opporsi all’ingiustizia e di non cedere davanti alle sfide.
Franzisca ha dovuto affrontare varie vicissitudini nella sua breve e complicata esistenza e ha cercato in tutti i modi di salvarsi e di difendere il suo onore e la verità, aiutata da donne forti e potenti. Credi che la ragnatela che ognuno di noi tesse intorno a sé sappia davvero infondere la forza necessaria per affrontare qualsiasi evento?
Credo nella sorellanza, nella rete fra donne, nel potere femminile che accoglie e non discrimina. Ci credo come studiosa di storia delle Donne, come autrice di romanzi, saggi e fiabe e, soprattutto, come Donna, figlia e madre nel cerchio lunare della nostra storia.
“Le spose della Luna” è anche una storia d’amore molto profonda, anche se il romanticismo va ricercato in gesti appena accennati o addirittura solo immaginati. Pensi che i tuoi lettori sapranno immedesimarsi e cogliere il messaggio di una storia d’altri tempi, ricca di magia e leggenda, che esula dal classico lieto fine?
“Le spose della Luna” mette in scena nella Sardegna arcaica, simile a un teatro greco, sentimenti primitivi, amore e odio in primis, nella fusione fra luce e buio, sia in senso letterale che metaforico.
Non c’è il lieto fine, poiché si sa che Franzisca morirà, ma è topico l’accostamento fra eros e thanatos, che ci riporta indietro alla letteratura classica, alla fiaba e al mito: siamo pronti ad accogliere questa tensione estrema, resa attuale da un personaggio di mia invenzione, la giovane Mallena, che, in nome dell’amore, compirà un vero atto rivoluzionario e, forse, sigillerà con un nuovo finale un’antica storia.
Sei una donna forte e passionale, attiva, dinamica e impegnata su più fronti, hai fondato una bellissima pagina Facebook, “Cultura al Femminile”, che poi è diventata un portale web e un’associazione culturale; sei una cittadina del mondo, espatriata per amore; sei una scrittrice dallo stile elegante e ricercato, ma sai essere anche una eterna bambina che sa trovare il bello e “il dolce” in tutto ciò che le accade e la circonda. Qual è il filo conduttore tra tutti questi aspetti del tuo carattere?
Sono una Donna che ama vivere intensamente mettendosi in gioco, cercando il confronto e la comunicazione con l’Altro per riscoprirsi ogni giorno.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Non ho ancora scritto una riga del mio quarto romanzo, eppure una donna compare nei miei sogni. Ha occhi scuri dalla linea allungata, un tirabaci che le accarezza le tempie e un nome bellissimo, che profuma di prati e salsedine.