Lucia Sardo

A Lucia Sardo il Premio Mariangela Melato

Oggi incontriamo l’attrice siciliana Lucia Sardo, vincitrice del “Premio Mariangela Melato”, per la sua magistrale interpretazione di Ada nel film “Sulla giostra” al BIF&EST.

Ada, è una donna che non ha mai lasciato il paese del Salento in cui vive, una protagonista che passa quasi inosservata, intelligentissima e che non si perde d’animo. Il film, diretto dalla regista Giorgia Cecere, vede nel cast anche Claudia Gerini (nella parte di Irene), Alessio Vassallo e Paolo Sassanelli.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo a Lucia Sardo. E’ davvero un immenso onore poterLa intervistare. Che cosa ha provato nel ricevere il premio “Mariangela Melato” come migliore attrice protagonista del film “Sulla giostra” e se ha un ricordo per questa straordinaria artista.

Un premio è un segnale d’amore che l’universo ti invia, è un’approvazione per quello che hai fatto e per quello che stai facendo; anche per stimolarti a continuare … Tutti abbiamo bisogno di ricevere dei premi, di essere in qualche modo, “approvati”. Sono emozionatissima, ringrazio tutti per aver scelto me. Condivido e dedico questo premio ad Ada, il mio personaggio nel film “Sulla giostra” e a tutte quelle donne che si rivedono in lei: passano quasi inosservate, intelligentissime e che hanno subito molte mortificazioni nella loro vita ma non si sono mai arrese.

Mariangela Melato è un’attrice che ho sempre ammirato tantissimo. Fra l’altro, c’è stato anche un periodo della mia vita, in cui mi dicevano che le somigliavo un po’ … Comunque, somiglio un po’ a tante attrici … Ho avuto il piacere di vedere Mariangela Melato una sera in teatro.  Solitamente, quando vado agli spettacoli, difficilmente mi trattengo per salutare i colleghi nei camerini a meno che, non siano dei cari amici, ma in quell’occasione mi fermai per ringraziarla: era stata, come sempre, straordinaria. Purtroppo, all’epoca Mariangela era già malata, ma fu lo stesso sublime.  Mi è sempre piaciuta nei film ed è grande. Veramente una grande.

Qual è stato, secondo Lei, il motore, di questa grande premiazione?

Ho un talento e il mio talento è il lavoro.  Un lavoro “artigianale” da cui non mi sono mai lasciata scoraggiare. Ho subito, come tanti, molte mortificazioni ma non mi sono mai persa d’animo perché è il mio lavoro mi premia.

Nel momento in cui do vita ad un personaggio, già mi sento premiata, poi se me lo riconoscono anche gli altri, chiaramente sono ancora più felice. Ad esempio con “Ada”, proprio in occasione dell’ultimo giorno di riprese, mi sarei dovuta struccare per l’ultima volta e tornare Lucia: ho chiamato le truccatrici, i parrucchieri e ho detto loro di salutare tutti insieme Ada perché se ne stava andando. Questa è il tipo di la relazione che ho con i miei personaggi: un rapporto molto intimo e profondo. Dono a loro ma anche loro donano a me: li ringrazio perché mi fanno scoprire parti di me che ho o che non voglio vedere, che non conosco. Anche in Ada ci sono mie sfumature: una donna che ha sempre lottato, che non si è potuta permettere capricci da bambina. Una donna che lavora, che si muove, che agisce con calma e che da sempre crede nei suoi valori: non in quelli antichi ma in quelli eterni. Ci sono dei valori che non hanno tempo, soprattutto per una donna: tramandati dalle nostre mamme, dalle nostre nonne, dalle nostre zie … Di donne come Ada, ne ho conosciute tante e credo che la giuria abbia percepito questo: la naturalezza, la forza e l’amore verso i valori di una vita.

Lei vanta di una grande carriera: ha ancora un sogno nel cassetto?

Certo, ho ancora tantissimi sogni nel cassetto! Non smetto mai di sognare ed è questa la vera magia della vita: guai a smettere di sognare o di desiderare. Uno dei miei desideri, sarebbe quello di fare un film con un personaggio che abbia la mia stessa età!

Lucia Sardo

Sono sempre stata “invecchiata” ed ogni volta, che mi presento per un provino, i registi mi dicono: “Ma tu non sei vecchia!”. Quindi, mi auguro davvero, di poter interpretare un film con un personaggio mio coetaneo, o anche più giovane! Un altro sogno, da amante della commedia dell’arte, sarebbe quello di fare un bel film comico. Amo la commedia, sono anche una comica, l’ho studiata e ho anche i tempi comici, i ritmi per poterla interpretare.

Ho avuto modo di farla con Carlo Verdone, nel film “Ma che colpa abbiamo noi” in cui ho interpretato Gabriella, una biondona dall’animo fragile, che la sera pagava i ragazzi per portarseli a letto. Sempre in quel periodo, uscì “I cento passi”, un film completamente diverso, in cui ho vestito i panni di Felicia Impastato, madre di Peppino. Comunque, penso che potrei dare molto alla commedia brillante perché attraverso il sorriso e alla comicità,  si possono nascondere tante verità, tante sfaccettature che la vita ti regala.

Che cos’e “La giostra” secondo Lei? Tutti abbiamo una giostra nella propria vita?

La nostra vita è una giostra: giriamo, ruotiamo ogni tanto, abbiamo paura. Ogni tanto c’è una brezza che ci accarezza il viso, a volte osserviamo e, in altri momenti, non ci rendiamo conto di ciò che ci accade intorno. Ogni tanto, bisogna scendere per guardare e per guardare gli altri girare. Anche a me, capita di scendere dalla mia giostra personale e dalla giostra degli altri: ma non è una morte, è solo una pausa di riflessione. Una riflessione che serve, credetemi.

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