E’ ufficiale: la cucina italiana è diventata patrimonio immateriale dell’UNESCO: ecco le motivazioni e i dettagli.
Il 10 di dicembre sarà una data che verrà ricordata da tutti anche a livello mondiale. Il Comitato intergovernativo dell’ UNESCO, riunitosi a New Delhi in India, ha premiato per la prima volta un’intera nazione, riconoscendo il valore della Cucina Italiana nella sua interezza.
Tutto era iniziato il 23 marzo del 2023, con un percorso e una candidatura promossi da Fondazione Artusi, Accademia Italiana della Cucina e dalla rivista “La Cucina Italiana”.
La novità di questo riconoscimento è dovuto al fatto che, per la prima volta un Comitato lo attribuisce alla cucina nella sua interezza; tenendo conto, non sono delle conclamate e note eccellenze culinarie, ma si è tenuto conto della sostenibilità e della biodiversità culturale, anche legata al territorio, come hanno spiegato i presidenti della Fondazione Artusi, Andrea Segrè e quello dell’Accademia italiana della Cucina, Paolo Petroni, che hanno costruito il dossier.
Ad onore di tutto ciò, un tassello importante è stato il gioco di squadra di un’intero paese, a cominciare dalla visione lungimirante del Governo che ha investito nel settore agroalimentare nazionale.
Inoltre, per due anni il cibo con tutte le sue eccellenze gastronomiche regionali, è stato al centro delle attività promozionali, effettuate dal lungo viaggio dell’Amerigo Vespucci al G7.
Diciamo che, non è la prima volta che l’arte culinaria e del mangiar bene ottengono dei riconoscimenti, ad esempio anche la Francia ha ottenuto l’iscrizione per delle pratiche legate alla cucina, come il rituale del pasto gastronomico e la baguette. Così come l’arte dei pizzaioli napoletani.
Inoltre tra i precedenti riconoscimenti attribuiti dall’UNESCO all’Italia, figurano: la Dieta Mediterranea nel 2013; la Vite ad alberello di Pantelleria nel 2014; la già citata arte del pizzaiuolo napoletano nel 2017 e la Cerca e cavatura del Tartufo nel 2021
Ma un’intera cucina, con i suoi prodotti, cibi ed eccellenze del mondo agroalimentare è un risultato che ha in sé dell’eccellente. Perché essa è considerata un modello di inclusività e sostenibilità, perché capace di unire comunità diverse e inculcare il rispetto per la biodiversità e la riduzione degli sprechi.
Tutto questo riflette quella che viene definita: Ricchezza culturale dei territori. Un riconoscimento che rende onore al popolo italiano e alla sua cultura territoriale e nazionale.
Da sempre, anche prima di questo prestigioso riconoscimento, la cucina italiana era il vanto più formidabile che, attraverso la sua genuinità, si è imposto quale miglior ambasciatore della nostra cultura.
Infatti quello che è stato all’unanimità riconosciuto quale Patrimonio Unesco, non è un particolare piatto, bensì la cultura che c’è dietro ad esso e che definisce il rapporto tra gli italiani e il cibo.
Il cibo ha sempre seguito le attrattive turistiche del nostro paese, arricchendone la proposta culturale italiana.
Chiunque sia venuto in Italia, per lunghi periodi o brevi vacanze, non ha semplicemente assaggiato “un piatto di spaghetti al pomodoro” o sorseggiato un ottimo calice di vino, ma ha assaporato un’esperienza sensoriale e non solo gustativa.
Ricordate il noto film con Julia Roberts, Mangia, Prega e Ama ? Ebbene, questo, tra i tanti omaggi alla cultura e all’ottimo cibo italiano, è tra le recenti citazioni cinematografiche all’arte della convivialità italiana. In essa si fondono le varie culture regionali, con le loro peculiarità che rendono unico il nostro territorio.
Saremo pure menzionati, per “pizza e mandolino”, ma dove se non in Italia puoi trovare bellezze paesaggistiche suggestive, cibo (come la più nota pizza margherita) e musica mentre addenti con vivido piacere, pietanze che parlano all’anima, se non qui?
Per una volta, essere campanilistici, non andrà visto come un darsi delle arie, qui si parla di emozioni, odori, sensazioni, profumi e sapori che vanno ben oltre una “mise en place”.
Resterà impresso in ogni libro, in ogni memoria e in ogni cuore, quello che è il Patrimonio Immateriale della nostra cucina italiana.
Un Patrimonio di cui andar fieri, a partire dal settore agricolo , che è anch’esso un primato in Europa, con tutte le produzioni territoriali, osannate e anche “copiate” in tutto il mondo.
Alle opere, ai monumenti e ai paesaggi, da ieri ufficialmente si aggiunge la più goduriosa delle cartoline: La Cucina Italiana nella sua totale interezza, da Nord a Sud e da ogni sua latitudine e longitudine.
A tal proposito, già si parla del come l’export agroalimentare potrà volare, essendo una carta vincente anche sui mercati internazionali, a partire da quello americano che, com’è noto, è particolarmente legato alle nostre tradizioni ed eccellenze culinarie.
Auspichiamo che, ciò possa servire a contrastare l’italian sounding che in più occasioni ha “rubato” profitto e introito all’autentico Made in Italy, che è più di un semplice marchio, ma è un’identità che potrà frenare il proliferare di alimenti o piatti tipici, marchiarti con elementi che snaturano sia i sapori che la qualità stessa di essi.
Dalle tipiche trattorie ai più blasonati ristoranti, tutti indistintamente hanno contribuito a questo prestigioso e meritato riconoscimento, che tutela, divulga e difende l’Arte culinaria italiana, col suo vessillo tricolore, i suoi gusti e profumi inebrianti.
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


