Venezia, Seta e Cinema: l’eredità di Marco Polo in un corto

Clizia Fornasier e Attilio Fontana

Venezia, Seta e Cinema: l’eredità di Marco Polo in un corto

Sulle Orme di Marco Polo, il film di Fontana e Fornasier, racconta una delle storie più affascinanti del Veneto.

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Dimentica la storia sui libri e i vecchi documentari su Marco Polo. La seta veneta torna sul grande schermo, ma con uno sguardo fresco, moderno, e un pizzico di magia che solo il cinema sa dare. Attilio Fontana e Clizia Fornasier, coppia di artisti noti per la loro versatilità, si rimettono in gioco dietro la macchina da presa per raccontare non solo un tessuto, ma una tradizione che ha plasmato il Veneto. Il loro cortometraggio, ‘Sulle orme di Marco Polo – Pippo non lo sa’, non è un semplice omaggio: è un viaggio nel tempo, un’avventura che unisce passato e presente, e che sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.

Un tuffo nel passato a prova di baco

Il cuore del film batte al ritmo di una storia senza tempo. Il protagonista, un moderno Marco Polo, si ritrova catapultato nel passato grazie a un’antica fiaba. Qui incontra Graziella, una bambina che con la seta «ci campa» e che vive a stretto contatto con i suoi bachi. È un’immagine potente, che evoca l’intimità di un mondo agricolo e artigianale che sembra quasi dimenticato. Fontana e Fornasier hanno scelto di girare in borghi suggestivi come Vittorio Veneto e San Floriano, trasformando i paesaggi in veri e propri personaggi. Le filande e i fiumi diventano set cinematografici naturali, che restituiscono la bellezza e la fatica di un’epoca. Il corto non è solo una rievocazione, ma un dialogo tra i due mondi, che si incontrano e si arricchiscono a vicenda.

L’eredità di Marco Polo tra fantasy e realtà

Il cortometraggio si inserisce perfettamente nel 700° anniversario della morte di Marco Polo, un’occasione per riscoprire il legame tra il celebre viaggiatore, il Veneto e la Via della Seta. Ma la regia di Fontana e Fornasier non si ferma alla mera celebrazione. Il loro film è un fantasy, una favola moderna che strizza l’occhio al passato. È un modo per avvicinare il pubblico più giovane a temi storici e culturali, mostrando come la curiosità e la conoscenza possano unire mondi apparentemente distanti. «Volevamo raccontare una storia che parlasse ai cuori delle persone, a prescindere dall’età», hanno dichiarato gli autori. È un invito a esplorare il passato non come un museo, ma come una mappa per il futuro, fatta di contaminazioni e scoperte.

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