Nino. 18 giorni: parliamo del docufilm

Nino. 18 giorni: parliamo del docufilm

Il ritorno del caschetto biondo più famoso d’Italia in “Nino. 18 giorni”. Un racconto intimo e potente su Nino D’Angelo approda a Venezia.

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il 5 settembre, alla 82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, verrà presentato in anteprima un evento cinematografico che promette di toccare le corde più profonde. Sto parlando di “Nino. 18 giorni“, il nuovo film documentario dedicato a una vera e propria icona della musica italiana, Nino D’Angelo. Un progetto diretto dal figlio, Toni D’Angelo, che ci porta in un viaggio intimo e toccante alla scoperta dell’uomo dietro il mito.

Il documentario, che sarà proiettato alle ore 15.00 in Sala Casinò nella sezione Fuori Concorso – Speciale Cinema & Musica, non si limita a ripercorrere la carriera dell’artista. Va oltre, scavando nel suo animo e nel suo passato, confrontando il Nino di oggi, con i capelli ingrigiti e una musica più matura, con il ragazzo col caschetto biondo che negli anni ’80 faceva sognare intere generazioni con brani come “’Nu jeans e ‘na maglietta”. Un addio definitivo a quell’epoca, sancito anche dall’ultimo concerto allo Stadio Maradona di Napoli, che diventa il punto di partenza per questo intenso dialogo tra padre e figlio.

Nino. 18 giorni è un pretesto per Toni, il regista, per recuperare il tempo perduto con il padre. Il titolo stesso è un riferimento a un momento cruciale della loro vita: la nascita di Toni, avvenuta mentre Nino si trovava a Palermo per la prima sceneggiata che gli diede il successo. Un’assenza forzata di ben 18 giorni che ha segnato il loro legame fin dall’inizio.

Per trovare le risposte alle domande che si porta dentro da una vita, Toni segue il padre in giro per l’Italia, durante il suo tour, ma lo riporta anche nei luoghi della sua infanzia: San Pietro a Patierno, il quartiere di Napoli dove è cresciuto, e Casoria, dove è diventato un uomo e un artista. Un ritorno alle origini che fa da sfondo a un confronto onesto e commovente, nel quale i due cercano di riscoprirsi e di ritrovarsi.

Le domande che svelano l’anima di Nino D’Angelo

Chi era davvero quel ragazzo partito dalla povertà assoluta per raggiungere il successo? Perché la sua famiglia ha dovuto lasciare Napoli dopo aver raggiunto la fama? Il documentario “Nino. 18 giorni” si propone di rispondere a queste domande, offrendo un ritratto inedito e profondo dell’artista. “Toni, con il suo telefonino, ha registrato tutto, anche e soprattutto i momenti più intimi,” ci raccontano le fonti, sottolineando la natura schietta e senza filtri di questo progetto.

La carriera di Nino D’Angelo è un esempio di versatilità e passione. Dal debutto nel 1976, ha collezionato successi, premi e riconoscimenti che vanno ben oltre la musica popolare degli esordi. Sei partecipazioni al Festival di Sanremo, un David di Donatello e un Nastro d’Argento per le sue musiche, e la direzione artistica del Teatro Trianon Viviani di Napoli sono solo alcune delle tappe di un percorso artistico straordinario. Un talento poliedrico, riconosciuto non solo dalla critica ma anche dalla gente, come dimostra il murales che l’artista Jorit ha realizzato in suo onore a San Pietro a Patierno, su commissione degli abitanti del quartiere.

La produzione dietro il documentario su Nino D’Angelo

Il film, prodotto da Isola Produzioni con Rai Cinema, MAD Entertainment e altri importanti partner, è stato realizzato con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Campania. A distribuirlo nelle sale sarà Nexo Studios, che lo porterà al cinema come evento speciale il 20 novembre. Un’occasione da non perdere per tutti i fan e per chi vuole scoprire un lato inedito di un artista che ha segnato un’epoca e continua a emozionare. Che ne pensate di questo viaggio nel cuore di un’icona?

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