La vita da grandi: un viaggio di crescita inatteso

Yuri Tuci e Matilda De Angelis in "La vita da grandi"

La vita da grandi: un viaggio di crescita inatteso

La vita da grandi, il film di Greta Scarano, ispirato a una storia vera, esplora il legame fraterno e il significato di diventare adulti.

Preparate i fazzoletti (e magari anche qualche sorriso complice), perché sta per arrivare nelle sale un film che promette di scaldare i cuori e far riflettere sul significato di crescere, anche quando la vita ci mette di fronte a sfide inaspettate. Stiamo parlando de “La vita da grandi“, la nuova pellicola diretta da Greta Scarano, un nome che già di per sé è una garanzia di talento e sensibilità. Ma questa volta, la Scarano si cimenta in un racconto ancora più speciale, perché trae ispirazione dalla storia vera di Margherita e Damiano Tercon, portando sullo schermo un’emozionante narrazione sul legame fraterno e sulla scoperta dell’autonomia.

Ad incarnare i protagonisti di questa toccante vicenda troviamo due volti molto amati dal pubblico italiano: la talentuosa Matilda De Angelis, che non ha certo bisogno di presentazioni, e una vera e propria rivelazione, Yuri Tuci, che fa il suo debutto cinematografico in questo ruolo così delicato e importante.

La trama ci porta nella vita di Irene, una giovane donna che vive a Roma e che viene richiamata nella sua città natale, Rimini, da una telefonata della madre. Il motivo? Prendersi cura del fratello maggiore, Omar, che convive con l’autismo. Un ritorno a casa che per Irene significa fare i conti con un passato dal quale era fuggita e con un presente che le presenta una responsabilità tanto grande quanto inattesa.

Una volta che i due fratelli si ritrovano sotto lo stesso tetto, Irene scopre che Omar, nonostante le sue difficoltà, ha le idee ben chiare sul suo futuro. E non sono esattamente i piani che si aspetterebbe una sorella maggiore un po’ “scappata” dalla provincia. Omar, infatti, non ha alcuna intenzione di vivere con lei quando i loro genitori non ci saranno più. Il suo desiderio più grande è diventare autonomo e realizzare i suoi sogni: sposarsi, avere ben tre figli (perché, come dice lui, “tre è il numero perfetto”) e, udite udite, diventare un cantante rap famoso.

Un programma ambizioso, non c’è che dire, e per realizzarlo Omar sa bene che il primo passo è diventare indipendente. Ecco che, con la riluttante ma progressivamente affettuosa collaborazione di Irene, inizia un tenero e a tratti esilarante corso intensivo per imparare a essere “adulto”. Tra le mura della casa che custodisce tanti ricordi della loro infanzia, Irene e Omar si trovano ad affrontare insieme paure e speranze, scoprendo che, a volte, per crescere davvero, è necessario avere qualcuno al proprio fianco.

Un viaggio di crescita reciproca

La vita da grandi” non è solo un film sull’autismo, ma è soprattutto una storia universale sul legame fraterno, sulla scoperta di sé e sulla difficoltà di diventare adulti, a prescindere dalle sfide che la vita ci pone davanti. Il rapporto tra Irene e Omar è il cuore pulsante della narrazione. Inizialmente, Irene sembra quasi una figura di passaggio, chiamata a risolvere un problema pratico. Ma ben presto si rende conto che Omar non è solo un “problema” da gestire, ma una persona con desideri, sogni e una visione del mondo unica e preziosa.

Allo stesso modo, Omar, attraverso l’aiuto di Irene, inizia a confrontarsi con le regole del mondo esterno, imparando piccole ma significative autonomie che lo avvicinano sempre di più al suo obiettivo. Ma il vero cambiamento avviene a un livello più profondo: entrambi i fratelli imparano qualcosa di fondamentale l’uno dall’altro. Irene riscopre le sue radici, il valore della famiglia e impara a guardare il mondo con occhi diversi, meno cinici e più aperti alla bellezza delle piccole cose. Omar, invece, trova in Irene un sostegno inaspettato, una persona che crede nei suoi sogni e che lo aiuta a trovare la strada per realizzarli.

Matilda De Angelis e Yuri Tuci: una coppia sullo schermo che emoziona

Le interpretazioni di Matilda De Angelis e Yuri Tuci sono senza dubbio uno dei punti di forza del film. La De Angelis, con la sua naturalezza e il suo talento, riesce a dare vita a un personaggio complesso come quello di Irene, combattuta tra il desiderio di libertà e il senso di responsabilità verso il fratello. La sua evoluzione nel corso del film è credibile e toccante, e lo spettatore non può fare a meno di empatizzare con le sue fragilità e le sue conquiste.

Ma la vera sorpresa è Yuri Tuci. Alla sua prima esperienza cinematografica, l’attore riesce a calarsi perfettamente nei panni di Omar, restituendo con delicatezza e autenticità la complessità del personaggio. Non cade mai nella macchietta o nel patetismo, ma anzi, riesce a trasmettere la forza interiore, l’ironia e la profonda umanità di Omar. La sua interpretazione è una vera e propria rivelazione e ci fa capire quanto talento ci sia ancora da scoprire nel panorama cinematografico italiano.

La chimica tra i due attori è palpabile e rende ancora più credibile e coinvolgente il loro rapporto sullo schermo. Le scene in cui Irene e Omar interagiscono sono spesso intense e commoventi, ma non mancano momenti di leggerezza e di umorismo che alleggeriscono il tono del film e lo rendono ancora più godibile.

Greta Scarano, con la sua regia sensibile e attenta ai dettagli, riesce a confezionare un film che non è solo una storia ben raccontata, ma anche un’esperienza emotiva intensa. La sua capacità di dirigere gli attori e di creare un’atmosfera intima e coinvolgente è evidente in ogni scena. La scelta di ispirarsi a una storia vera aggiunge un ulteriore livello di profondità e di autenticità al racconto, rendendo il film ancora più vicino al cuore dello spettatore.

La vita da grandi” si preannuncia come uno di quei film che lasciano il segno, che fanno riflettere ma che allo stesso tempo regalano emozioni positive e un messaggio di speranza. Un film che ci ricorda che crescere è un percorso continuo, fatto di sfide e di scoperte, e che spesso, per affrontare questo viaggio, abbiamo bisogno degli altri, delle persone che ci amano e che credono in noi, anche quando noi stessi fatichiamo a farlo.

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