Margherita Mannino
Margherita Mannino

Margherita Mannino: il mio “grande giorno”

Classe 1985, Margherita Mannino ama il suo lavoro, la montagna e sua figlia. Margherita, attualmente, è presente nel cast de “Il grande giorno”, di e con Aldo, Giovanni e Giacomo, al cinema. Una donna solare, piena di interessi, vogliosa di poter avere una carriera che possa regalarle sempre più soddisfazioni, per poter ricoprire ruoli sempre diversi.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Margherita Mannino. Come ha avuto inizio il tuo percorso artistico e quali sensazioni sono legate alle tavole del palcoscenico?

Ho studiato all’Accademia di arte drammatica al Teatro Stabile del Veneto, prendendo poi parte ai primi spettacoli. Una vita da girovaga, a tratti difficile, ma una vita scelta e desiderata. Questo lavoro ti porta a ricercare emozioni, a creare e, se vogliamo, anche a distruggere. Prima di uno spettacolo, vedo le persone raggiungere i loro posti in sala e lì, inevitabilmente, sale l’adrenalina. Mi rende felice tutto ciò. Questo modo di comunicare mi porta a stare bene.

Quale personaggio ti piacerebbe poter portare in scena, in futuro?

Sarei stata felice di poter portare in scena Amleto. Un ruolo maschile si, ma iconico, per cui mi chiedo perché una donna non potrebbe farlo (ride). Amo molto, da spettatrice, il fantasy come “Il Signore degli Anelli” e quanto di simile. Forse facciamo questo tipo di lavoro anche perché non siamo mai cresciuti. Porterei volentieri in scena anche una biografia, un qualcosa di storico che possa permettermi di vestire panni d’epoca. Davvero sono tante le cose che mi piacerebbe fare. Riproporrei anche tutti i testi di Goldoni!

A quale attore o attrice del passato avresti voluto essere affiancata?

A Vivien Leigh, sicuramente! I suoi film, i suoi ruoli, sono rimasti nella storia.

Abbiamo modo di vederti ne “Il Grande Giorno”, insieme ad Aldo, Giovanni e Giacomo. Che esperienza è stata?

Ho vissuto un’esperienza bellissima! Aldo, Giovanni e Giacono sono degli esseri umani incredibili, deliziosi, davvero gentili. Persone consapevoli, anche grazie alla gavetta fatta, del successo ottenuto e, proprio per questo, si mostrano in maniera ancora più umile verso il prossimo. Tra l’altro trovo siano anche molto preparati. Quando sono insieme accadono cose miracolose, divertentissime, un continuo spettacolo nello spettacolo, specie dal vivo, fuori dal set. Non posso che parlare bene anche del restante cast. Siamo stati benissimo, davvero!

Quale ruolo ricopri all’interno del film?

Interpreto Caterina, la sposa, figlia di Giovanni, legatissima al suo papà. Una ragazza solare, la mia Caterina, piena di voglia di vivere, di sogni da concretizzare, legatissima al padre che, nella sua vita, è stato spesso presente. Per quanto riguarda il fattore madre, invece, non ha vissuto lo stesso intenso rapporto. Ha avuto una mamma, si, ma anche una matrigna, buona. Una famiglia, quindi, allargata che Caterina vive in piena regola, con grande amore.

Margherita Mannino in una scena di Il Grande Giorno. Foto di Aliocha Merker
Margherita Mannino in una scena di Il Grande Giorno. Foto di Aliocha Merker

Come è stato lavorare insieme ad un trio comico così importante?

Bellissimo, senza alcun dubbio! Posso raccontarti di quando mi sono ritrovata a chiacchierare con loro in camerino, il primissimo giorno, mentre ero lì con Giovanni Anzaldo, il collega che interpretava il mio compagno. Pranzavamo insieme e si è affacciato Giacomo chiedendoci cosa facessimo lì. Si è messo a chiacchierare con noi, inaspettatamente, e con lui, a poco a poco, sono arrivati anche Giovanni ed Aldo.

Chi è Margherita Mannino nel quotidiano?

Margherita è una persona normalissima, profondamente innamorata del suo lavoro, nonostante abbia trovato “tardi” questa strada. Da quando ho trovato questo equilibrio, sto davvero bene. Ho vissuto a Parigi, a Bruxelles e non solo. Sono un’anima scout con una grande passione per la natura. Vivrei benissimo anche sulla cima di una montagna perché mi riconnette con l’essenza delle cose. Mi fa capire quanto sia bello poter essere felici, nella semplicità più assoluta.

Cosa sognavi di poter realizzare da ragazza e cosa sogni, invece, oggi?

In realtà sogno le stesse cose di ieri, di quando ero ragazza. Credo di aver desiderato di voler fare questo mestiere sin da piccola, per poi dedicarmi ad altro, tornando poi sui miei passi, in seguito. Ero forse inconsapevole della materia, di come “funzionasse”, ma non saprei rinunciarci, oggi. Credo sia il mio modo di contribuire a questo universo, portando un sorriso alle persone, una vera e propria emozione.

Cosa ti auguri, invece, per tua figlia, per il suo futuro?

Mi vengono le lacrime a pensarci! Mi auguro possa trovare una sua reale strada nel mondo, concretizzando ciò che riterrà opportuno fare, scegliere. Mi auguro, inoltre, che tutto ciò che sta accadendo nel mondo possa avere fine al più presto.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?

Porterò in scena uno spettacolo su Liliana Segre, “Fino a quando la mia stella brillerà”, e poi spero in altri provini, al più presto.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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