Il monologo di Lorenzo Fragola a “Le Iene” rivela il lato oscuro del successo improvviso e l’importanza di chiedere aiuto.
L’ha detto senza filtri, con la lucidità che solo una grande risalita può dare. A Le Iene, Lorenzo Fragola, l’artista catanese vincitore di X Factor 8 a soli 19 anni, ha squarciato il velo sull’inganno del successo fulmineo. «Sì, sono Lorenzo Fragola e no, non sono morto», un esordio tanto diretto quanto significativo, che rivela in una manciata di parole il peso emotivo della fama e la successiva, drammatica caduta. La sua storia, in onda l’11 novembre 2025, è un monito per l’intero mondo dello spettacolo e per chiunque si trovi a navigare la tempesta delle aspettative altrui.
Fragola ha raccontato la vertigine: la vittoria al talent, l’annuncio tra i Big di Sanremo pochi giorni dopo. Una corsa inarrestabile dettata dal mantra «Devi battere il ferro finché è caldo». E così è arrivato il nuovo singolo, le interviste, l’album, la hit estiva. Ma in questa corsa sfrenata, dove il sistema impone di non fermarsi, l’uomo si perde: «Tu vorresti fermarti, per capire chi sei, cosa sei diventato dopo tutto quello che ti è successo. Ma non puoi». La paura che tutto finisca ha alimentato la rincorsa, fino al crollo, al momento in cui «sono scoppiato. Tutto è finito».
Il buio dopo la luce: depressione e attacchi di panico
La caduta di Lorenzo Fragola, trentenne e ora «più vivo che mai», è stata drammatica, segnata da eventi personali devastanti. La depressione, gli attacchi di panico e, come ha raccontato, la dolorosa scomparsa del padre hanno rappresentato il punto di non ritorno. «Tutto finito, e io sconfitto», una dichiarazione che condensa anni di lotta interiore.
Non è la prima volta che il cantante parla apertamente del suo disagio. Già nel 2022, Fragola aveva condiviso un video su TikTok subito dopo un attacco di panico, mostrando senza filtri la difficoltà del respiro e la paura, con l’obiettivo esplicito di sensibilizzare sulla salute mentale e spingere a chiedere aiuto. Un atto di coraggio che è stato, purtroppo, anche oggetto di hating da parte di chi lo accusava di cercare visibilità (Fonte: Il Fatto Quotidiano, giugno 2022).
Il suo racconto mette in luce un aspetto critico dell’industria musicale, spesso implacabile con le sue giovani promesse. La sensazione di sentirsi orfano nella sconfitta, come ha spiegato: «La vittoria ha molti padri, ma la sconfitta è orfana e spesso la colpa ricade sulle spalle di chi è più fragile». Una verità cruda che chiama in causa il ruolo del management e di chi gestisce le carriere di giovani artisti.
La risalita: terapia, amore e la musica come cura
La risalita è stata definita da Fragola come «lentissima, difficilissima». Un processo fatto di tempo, di cure, di amore e, nel suo caso, della musica. Un percorso che sottolinea un dato fondamentale supportato da psichiatri e psicoterapeuti: la necessità di un intervento professionale per affrontare i disturbi psicologici.
L’esperienza di Fragola non è un caso isolato nel panorama musicale italiano. Negli ultimi anni, molti artisti hanno rotto il silenzio sul tema, contribuendo a sdoganare il tabù della salute mentale. Da Tiziano Ferro, che ha più volte parlato apertamente della sua battaglia contro la depressione, a Kekko Silvestre dei Modà, fino a esponenti della scena più recente come Sangiovanni e Rose Villain, che ha lanciato un appello per rendere l’assistenza psicologica più accessibile (Fonte: Fanpage, ottobre 2024). Anche il Festival di Sanremo, nel 2025, ha visto molti cantanti utilizzare la propria visibilità per trattare apertamente temi come ansia e burnout.
Queste testimonianze concordano su un punto: l’industria dello spettacolo, con le sue pressioni pazzesche, può essere un ambiente estremamente stressante.
Godersi il viaggio: accettare e lasciare scorrere
Il monologo di Fragola si chiude con due riflessioni potenti, che sono una bussola per chi si sente sopraffatto:
- «Devi accettare dove ti porta la corrente, è inutile tentare di frenarla, ma puoi imparare a lasciare che le cose semplicemente scorrano». Un invito ad abbandonare la lotta contro gli eventi per abbracciare l’accettazione.
- «Non è finita finché non è finita. E non è finita finché hai ancora un goccio di benzina e hai chiaro l’obiettivo: goderti il viaggio».
Un messaggio finale di speranza e consapevolezza. Il vero obiettivo, il viaggio, supera la meta, la vittoria. Lorenzo Fragola, ora cantante trentenne e pienamente ritrovato, non è solo tornato a fare musica, ma è diventato un testimone credibile e potente della possibilità di rinascita dopo il buio.
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


