Successo per UnArchive Found Footage Fest 2025

I vincitori di UnArchive Found Footage Fest 2025

Successo per UnArchive Found Footage Fest 2025

A Roma il festival del riuso creativo UnArchive Found Footage Fest, incanta il pubblico con film d’archivio e dibattiti accesi.

Domenica 1° giugno, il Cinema Intrastevere di Roma ha ospitato la cerimonia di premiazione della terza edizione di UnArchive Found Footage Fest, confermando il suo status di evento imperdibile per gli amanti del cinema e del riuso creativo. E che pubblico! Oltre 6000 spettatori hanno affollato le sale, dimostrando un interesse crescente verso le immagini d’archivio che prendono nuova vita. Un vero trionfo per i direttori artistici Marco Bertozzi e Alina Marazzi, che hanno visto coronato il loro impegno con un’affluenza eccezionale.

Una settimana di proiezioni, installazioni e performance che hanno trasformato il passato in un gesto contemporaneo, sotto il concept ispiratore della “rigenerazione”. Non solo un atto estetico, ma un vero e proprio statement ecologico e politico, come ha sottolineato l’organizzazione. Il riutilizzo dei materiali audiovisivi è una risposta sostenibile alla sovrapproduzione di immagini e, diciamocelo, all’oblio che troppo spesso le avvolge.

I vincitori di UnArchive Found Footage Fest 2025: trionfa il riuso creativo

La giuria internazionale, composta da nomi del calibro di Federica Foglia, Costanza Quatriglio ed Eyal Sivan, ha avuto il difficile compito di scegliere tra venti opere in concorso, tutte capaci di farci riflettere. Il loro focus? Lavori che sanno interrogare il materiale d’archivio e restituirlo con nuove forme e sensibilità.

Premi ufficiali: un trionfo di sguardi critici sul passato

Il premio per il Miglior utilizzo creativo del materiale d’archivio è andato a Trains di Macie J. Drygas. La giuria ha elogiato “la sua radicale semplicità e la maestria con cui utilizza le immagini d’archivio come treno narrativo attraverso sogno e incubo, gioia e dolore.” Un film che, a quanto pare, ha saputo mostrare una profonda fiducia nel potere evocativo del cinema.

Il Miglior lungometraggio è stato assegnato a Soundtrack to a Coup d’État di Johan Grimonprez. Un’opera che è stata definita “poderosa e necessaria, che affronta la responsabilità storica del proprio paese con rigore e intensità artistica.” Un vero e proprio atto di resistenza che interroga la relazione tra arte, potere e capitale.

Per il Miglior cortometraggio, il riconoscimento è andato a Man Number 4 di Miranda Pennell. Un film che “mette in crisi la passività dello sguardo contemporaneo attraverso un dispositivo tanto semplice quanto destabilizzante.” Sembra proprio che ci costringa a riconsiderare la funzione stessa del “guardare” in relazione al potere.

Una Menzione speciale è stata inoltre conferita a Like a Sick Yellow di Norika Sefa, per “l’intensità del suo approccio intimo e politico.” Un film che mostra come lo spazio domestico possa diventare un campo di tensione esistenziale e politica, anche con la guerra fuori campo.

Lo sguardo della giuria studenti: il futuro del found footage

Ma UnArchive non è solo premi “ufficiali”. La Giuria Studenti UnArchive 2025, guidata da Agostino Ferrente, ha offerto una prospettiva fresca e incredibilmente consapevole, segno che le nuove generazioni sono sempre più coinvolte nel pensiero critico e nel cinema d’archivio.

Il riconoscimento ai talenti emergenti ad UnArchive Found Footage Fest 2025

Il Premio per il Miglior riuso creativo della giuria studenti è stato assegnato a I’m Not Everything I Want to Be di Klára Tasovská, riconosciuto per “la potenza narrativa e la raffinatezza della sua costruzione visiva.” Un film che ha dato nuova voce a un’esistenza raccontata attraverso migliaia di fotografie.

La Menzione speciale per il lungometraggio è andata a My Armenian Phantoms di Tamara Stepanyan, per “la capacità di intrecciare il racconto personale con quello storico del popolo armeno.” Un’opera che getta nuova luce su un cinema ancora troppo poco conosciuto.

Un’altra menzione speciale è stata conferita a Razeh-Del di Maryam Tafakory, un’opera che “si impone come gesto di autodeterminazione artistica e politica, attraverso un riuso sovversivo e potente delle immagini.” Un film che rivendica lo sguardo delle donne iraniane come atto di resistenza e speranza.

Per il Miglior cortometraggio, la giuria studenti ha premiato nuovamente Man Number 4, per “la capacità di interrompere il flusso anonimo delle immagini e restituirgli peso, forma e valore.” A quanto pare, questo corto riesce a rieducare lo sguardo e mettere lo spettatore di fronte alle proprie responsabilità.

Infine, il Premio per il Miglior lungometraggio è stato assegnato, anche dalla giuria studenti, a Soundtrack of a Coup d’État, confermando l’unanime riconoscimento a questa potente opera. La giuria ha sottolineato “l’eccellenza del montaggio, il ritmo sostenuto e il lungo lavoro di ricerca durato sei anni da parte del regista, premiando l’atto di memoria come esercizio critico e civile sul presente.”

Con la proiezione di Subject: Filmmaking di Edgar Reitz e Jörg Adolph, UnArchive 2025 si è congedato, lasciando un segno indelebile: il riuso creativo dell’archivio non è solo un atto estetico, ma un gesto politico, ecologico e generativo.

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