Tony Effe: capodanno romano censurato?
Le agenzie ed il management dell’artista Tony Effe svelano la verità dietro l’esclusione in una nota congiunta.
L’esclusione di Tony Effe dal concerto di Capodanno a Roma continua a far discutere. Dopo le polemiche che hanno accompagnato l’annuncio della sua presenza, il Comune ha deciso di cancellare la sua esibizione, scatenando le ire delle agenzie e del management del rapper.
Un’esclusione ingiustificata?
In una nota ufficiale, Friends&Partners spa e Vivo Concerti srl hanno espresso il loro “vivo stupore e dispiacere” per la decisione dell’amministrazione capitolina. Secondo le agenzie, l’esclusione di Tony Effe è avvenuta “in assenza di alcuna valida motivazione”, dopo che era stato raggiunto un accordo e dopo che la sua presenza era stata ampiamente pubblicizzata.
“Tale decisione è stata presa in assenza di alcuna valida motivazione, dopo il raggiungimento di un accordo fra le parti ed addirittura dopo l’annuncio e la conferenza stampa in cui veniva annunciata e pubblicizzata la presenza di Tony all’evento.”
Pegaso Management, che cura gli interessi di Tony Effe, ha sottolineato il grave danno di immagine subito dall’artista a causa di questa vicenda.
“Appaia evidente il danno di immagine subito dall’Artista a causa di questa situazione, avendo peraltro appreso quanto stava accadendo solamente dai titoli di giornale.”
Un attacco alla libertà artistica?
La vicenda solleva interrogativi sulla libertà di espressione e sulla censura in ambito artistico. Il cantante con la sua musica, è diventato un punto di riferimento per molti giovani in alcune situazioni.
“Tony Effe, con la sua musica, è stato un forte motivo di aggregazione per tanti giovani.”
L’esclusione dal concerto di Capodanno, secondo molti, rappresenta un attacco alla sua figura e alla sua musica, oltre che un tentativo di accontentare una parte dell’opinione pubblica che si era scagliata contro la sua presenza.
Un precedente pericoloso?
La vicenda di Tony Effe potrebbe aprire un precedente pericoloso. Se la censura diventa lo strumento per decidere quali artisti possono esibirsi in eventi pubblici, la libertà creativa ne uscirà inevitabilmente danneggiata.
AGGIORNAMENTO DELLE 16:57 DEL 18/12/2024
Si pubblica la precisazione ricevuta dal Codacons via mail:
Chi oggi parla a sproposito di censura commentando l’esclusione di Tony Effe dal concertone di Capodanno a Roma o è ignorante, nel senso che non conosce l’argomento di cui parla, o è in malafede. Lo afferma il Codacons, commentando il dibattito sulla scelta del Campidoglio, le dichiarazioni rilasciate sui social da molte cantanti e la decisione di Mahmood e Mara Sattei di non partecipare al concerto di Capodanno a Roma in segno di solidarietà verso Tony Effe.
“Impedire di utilizzare i soldi dei cittadini per pagare artisti i cui brani contengono frasi violente contro le donne non ha niente a che vedere con la censura, considerato che gli stessi artisti possono diffondere liberamente le proprie canzoni in altri contesti o tenere concerti a pagamento per il proprio pubblico – spiega il presidente Carlo Rienzi – Pur condividendo le critiche sulle modalità con cui il Campidoglio ha gestito la vicenda, riteniamo che impedire insulti alle donne o forme di istigazione alla violenza sia un preciso dovere non solo delle istituzioni, ma anche degli stessi artisti, i quali dovrebbero prendere le distanze dai colleghi che diffondono messaggi sbagliati ai giovani”.
“Per questo chi utilizza il termine “censura” per definire la scelta di coloro che non avallano insulti o frasi pesanti verso le donne, o è ignorante, o è in malafede, e di fatto vanifica la battaglia che si sta conducendo in Italia contro violenza di genere, bullismo e femminicidi” – conclude Rienzi.