Samuele Cavallo
Samuele Cavallo

Samuele Cavallo: io tra Napoli e Milano

Innamorato di Napoli e legatissimo al suo ruolo di aiuto chef e cantante, nella Soap Opera di Raitre, Un Posto al Sole, ritroviamo Samuele Cavallo, che da alcuni mesi è anche papà della bellissima Isabel. Il suo Samuel, questa settimana, vivrà una serie di peripezie legate alla storia d’amore con Speranza.

Attualmente Samuele è impegnato anche in teatro ne, “The boys in the band”, in programmazione alla Sala Umberto di Roma dal 26 di aprile al 1 maggio.

Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Samuele Cavallo. Come procede questo periodo?

Sto davvero bene! La prossima settimana sarò nel pieno del mio lavoro. Dovrò dividermi tra le riprese a Napoli e lo spettacolo, “The boys in the band”, in programmazione al Teatro Sala Umberto di Roma. Ad ogni modo sono davvero felice.

Da alcuni mesi sei papà di una splendida bambina, Isabel. Quanta gioia c’è in questo nuovo e importante ruolo?

Potrò sembrare di parte ma, essere genitore, penso sia una delle cose più belle che mi sia capitata nella vita. Guardarla negli occhi o vederla sorridere mi rende felice. Non esiste gioia più grande!

“Un Posto al Sole”, da alcuni anni, ti ha regalato la possibilità di entrare nelle case di tutti gli italiani, con il tuo buon Samuel. Sei felice di come stiano andando ancora oggi le cose?

Assolutamente si! Non hai idea delle persone che mi fermano per strada o che, semplicemente, mi scrivono. Mai avrei pensato di poter creare così tanto clamore, con il mio Samuel, nelle persone. Ho un rapporto stupendo con il pubblico, con chi mi ferma a Cinisello, il luogo in cui risiedo. Mi ha colpito, recentemente, la richiesta di un ragazzo disabile che voleva a tutti i costi un messaggio da parte mia perché, a detta sua, Samuel lo aiuta a conquistare le ragazze. Tutto ciò mi appaga, mi rallegra.

Nella Soap Samuele Cavallo è un aiuto chef, un cantante e, da qualche tempo, innamorato della giovane Speranza, interpretata da Mariasole Di Maio. Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo personaggio?

Non posso spoilerare nulla, ovviamente, ma posso dirvi che le situazioni bizzarre che Samuel porta all’interno della Soap porteranno alle persone spensieratezza e, al contempo, spunti di riflessione. Sappiamo bene che “Un Posto al Sole” è anche un vivere fatti quotidiani, per cui penso che chi avrà modo di continuare a seguire gli eventi degli abitanti di Palazzo Palladini saprà divertirsi e ritrovare qualcosa di proprio in ogni singolo personaggio.

A sconvolgere la vita del tuo personaggio, insieme a quella di Speranza, l’arrivo del padre Espedito e dei due fratelli. Cosa accadrà a Palazzo Palladini con queste new entry?

Espedito è un padre troglodita, mentalmente chiuso e come lui i suoi due figli. La situazione, ad ogni modo, sarà legata a situazioni comiche che, come dicevo poco prima, porteranno lo spettatore a riflettere. Vi consiglio di guardare le puntate.

Per essere sul set continui a far la spola tra Milano e la bella Napoli. Quanta gioia c’è nel poter lavorare in una splendida location come Villa Volpicelli, situata tra male e cielo?

Di certo non è una passeggiata. L’impegno settimanale comporta che io prenda spesso degli aerei per poter fare la spola tra casa e Napoli. Mi ritengo di certo fortunato, nel non provare alcun peso per questi spostamenti, e nel poter fare tale mestiere. Inoltre, Napoli regala forti emozioni, location meravigliose e sono orgoglioso di potervi far parte.

“The Boys in the band”, dal 26 di aprile al 1 maggio in scena al Teatro Sala Umberto di Roma, ti vedrà tra i protagonisti. Cosa puoi dirci a riguardo?

Si tratta di una commedia che ha preso vita nel 1968 a New York, da Mart Crowley. Un lavoro che, inizialmente, aveva in programmazione pochissime repliche. Repliche che poi sono diventate 1001, per via del successo che ha ottenuto di volta in volta. Uno spettacolo che parla dei moti di Stonewall, di cui i protagonisti della piece teatrale, decisero poi di mettere in scena il remake del film, distribuito in Italia come, “Festa per il compleanno del caro amico Harold”, mentre lo spettacolo teatrale continua a mantenere il nome di “The boys in the band”. Noi abbiamo l’onore e la fortuna di portare questo spettacolo in Italia ed essere arrivati alla sala Umberto di Roma è davvero un grande privilegio.

Puoi anticiparci qualcosa circa l’aspetto musicale a cui tanto tieni?

Il mio sogno, come saprai, resta quello di calcare il palco dell’Ariston. Mi auguro, un domani, di poter aprire quel cassetto per poterlo realizzare. Attualmente, ho da poco finito la stesura di un nuovo brano, scritto insieme a Samuel Maestro, e spero di poterlo incidere al più presto. Un pezzo che non vedo l’ora di donare alle persone, perché una volta scritto diventa inevitabilmente loro.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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