Davide Paganini

Davide Paganini: storia di un genovese

Adatto ad ogni tipo di ruolo, da sempre, Davide Paganini, genovese di nascita, nutre un grande amore per il suo mestiere, per tutto ciò che concerne l’arte.

Dopo aver preso parte alla serie, DOC – Nelle tue mani, lo ritroviamo, da ieri, nella nuova fiction di Canale5, Più forti del destino, per la regia di Alexis Sweet. Nuovi lavori nel suo percorso artistico, come l’Hamlet, in scena prossimamente al Teatro Stabile d’Abruzzo, la Maratona di New York e molto altro.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Davide Paganini. Come procede il tuo vissuto?

Bene, per fortuna! Non posso affatto lamentarmi. Ho avuto la possibilità di poter lavorare, nel periodo critico vissuto, e grazie a Dio continuo a portare avanti il mio lavoro ancora oggi.

Quando hai capito che la recitazione era la giusta strada da seguire?

Sono un genovese, tendente al “lamento”, solito di chi proviene dalla mia città. L’intenzione, da sempre, è quella di continuare a perseguire, appunto, la strada giusta.

Nell’arco della tua carriera hai preso parte a dei lavori importanti. C’è un ricordo, in particolare, che porti nel cuore?

Tutti i ruoli impersonati negli anni mi hanno regalato qualcosa di importante. Tendo sempre, a fine lavorazione, a pensare a quello che sarà il lavoro successivo. Da alcuni anni, nel mio piccolo, ho una produzione teatrale che mi permette di realizzare spettacoli miei, permettendomi, in tal modo, di avere una continuità propria, costruendo cose che amo, facendole del tutto mie.

Davide Paganini

Se parliamo di teatro, cosa ti affascina più di tutto?

Il teatro è adrenalina pura, misto a quel forte contatto che si instaura con il pubblico. Quando sei sul palco, in fin dei conti, sei come su di una nuvola, ad un’altezza diversa rispetto alla vita normale, al set, a quello che è il quotidiano. Una “droga” a cui mi è impossibile rinunciare.

Abbiamo avuto modo di vederti nella seconda stagione di, DOC – Nelle tue mani. Che esperienza è stata?

Ho avuto un ruolo piccolo, ma bello, divertente. L’intero cast di DOC è caratterizzato da persone gentili, simpatiche, con cui ho lavorato piacevolmente. Un’esperienza che ripeterei volentieri.

Prossimamente, su Canale5, potremo vederti in, Più forti del destino. Parlaci di quello che sarà il tuo ruolo?

Abbiamo girato a cavallo dell’estate, da maggio a luglio, nella bellissima Lecce e provincia. Ho avuto, come suocera, Loretta Goggi e come moglie la Chiatti e la Valtorta. Non posso spoilerarvi molto, ma posso dirvi che, anche in quel caso, si è trattato di un’esperienza meravigliosa. Girare con abiti d’epoca ti porta, inevitabilmente, a vivere situazioni belle, storiche, forti dal punto di vista umano, nonostante il caldo. Ho lavorato benissimo con tutti i componenti del cast, basti citare, Thomas Trabacchi, Laura Chiatti, Francesca Valtorta. Un prodotto ottimo che mi auguro possa piacere.

Quale ruolo ti piacerebbe impersonare in futuro?

Tanti e per svariati motivi, alcuni anche legati all’età. Da fine marzo, però, sarò in scena con l’Hamlet, di produzione del TSA, Teatro Stabile d’Abruzzo, che ha per protagonista Giorgio Pasotti e Mariangela D’Abbraccio. Interpreterò il padre di Ofelia.

Cosa senti di consigliare a tutte quelle persone che un domani potrebbero decidere di intraprendere il tuo percorso artistico?

A contare, più di tutto, è la passione, l’amore per questo bellissimo mestiere. Bisogna, al contempo, divertirsi, senza perdere mai la voglia di apprendere, di imparare, di stare bene.

Chi è Davide Paganini a telecamere spente?

Un pigro, fondamentalmente. In quanto pigro, cerco di dare più movimento possibile alla mia vita. Organizzo, quindi, spettacoli, come, Maratona di New York, la storia di due amici che si preparano ad affrontare questa maratona, raccontandosi conflitti personali, di lavoro, del loro rapporto con la fede, con le donne e molto altro.

Progetti futuri?

L’Hamlet, come anticipavo, per poi dedicarmi anche a, la Maratona di New York e, prossimamente, vi sarà l’inizio delle riprese della seconda stagione di, Cuori, per Rai1. Non ultimo, il mio impegno che riguarda i festival che organizzo, Dionisio Festival Chiavari.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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