Alessandro Parrello per Nikola Tesla
Alessandro Parrello per Nikola Tesla

Nikola Tesla: il trionfo di un opera in VR

Al Digital Media Fest, trionfo per l’opera in realtà virtuale “Nikola Tesla” di Alessandro Parrello, che si è aggiudicato il premio nella categoria VR come Best Cinematic Concept.

Nikola Tesla – The Man from the Future prevede la versione cinematografica tradizionale e una versione VR 3D, realtà virtuale creata con un metodo di ripresa in soggettiva 3D a 10 camere, costruito dallo stesso regista Alessandro Parrello, che permette di catapultarsi dentro la storia e dentro il corpo di Tesla per un effetto sorprendente.

Alessandro Parrello per Nikola Tesla
Alessandro Parrello per Nikola Tesla

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo a Alessandro Parrello . Come nasce la tua opera?

Nasce per caso un giorno quando chiacchierando di fisica quantistica con la casting director Teresa Razzauti, è venuto fuori il nome Tesla, di cui allora sapevo ben poco rispetto ad oggi. Dopo qualche giorno lei mi chiama e mi fa notare la mia somiglianza con questo grande scienziato. A quel punto mi sono incuriosito, ho comprato delle biografie che ho letto più volte e ho visto dei documentari, scoprendo un uomo tanto visionario quanto dimenticato dalla storia, così mi sono detto: se Nikola Tesla ha catturato in modo così forte la mia attenzione, potrebbe catturare anche quella di un vasto pubblico che ancora non lo conosce. Volevo rendergli un grande omaggio ma dovevo trovare la giusta idea. 

Dopo diverse settimane di riflessione, un pomeriggio mentre ero a New York, scrissi di getto la sceneggiatura, con la quale ho partecipato al bando del Nuovo Imaie, che poi ho vinto.

Da lì è partito tutto e ho avuto il sostegno economico iniziale per mettere poi in piedi tutta la macchina produttiva non facile, essendo un progetto storico in lingua inglese.

Qual è secondo te il suo punto forza? 

Senza dubbio l’aver messo in scena con estrema cura una figura storica cosi amata e così importante per il progresso tecnologico, raccontandone l’uomo dietro lo scienziato, in un immaginario backstage di quello che fu il suo primo evento pubblico a New York nel 1888, in cui presentò il primo motore a corrente alternata, che poi avrebbe cambiato il mondo. 

Ne viene fuori un personaggio precursore dei tempi, con una sua forte personalità e grande sensibilità, in una ricostruzione storica molto realistica, dai costumi alle scenografie, alle location reali e alle facce perfette di tutti i personaggi, incluse le figurazioni scelte con grande attenzione. 

Questo film è la storia di un uomo che ha sempre creduto in se stesso e gli spettatori di tutti i festival a cui abbiamo partecipato ne sono rimasti affascinati dopo ogni proiezione e questo mi ha riempito il cuore di gioia. Ho ricevuto tanti messaggi di ringraziamento per avergli fatto scoprire Nikola Tesla e presto anche il grande pubblico potrà vederlo finalmente su Rai Play.

Quali sono state le maggiori difficoltà per realizzare il tuo progetto?

Ce ne sono state una marea. Dalla location della prima scena esterna diventata inaccessibile la sera prima delle riprese per via delle piogge, (per raggiungerla ho dovuto mettere su una zattera di fortuna gli attori, la troupe e la macchina da presa) alla gestione di una vera bobina di Tesla sul set, che ha fatto impazzire le luci e causato ore di ritardo tra una scena e l’altra.

Inoltre abbiamo girato tutte le scene sia in versione cinematografica che in versione realtà virtuale, dove ero io stesso, ahimè, a manovrare quelle camere 360 così sofisticate e delicate, oltre che esserne regista, attore e produttore. Penso di non aver mai dormito durante le riprese, ma ho potuto fare tutto questo perché avevo accanto a me una troupe straordinaria che ringrazio ancora. La post produzione del film in VR poi è stata piuttosto complicata e lunga per via delle soggettive 3D.

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Infine nelle riprese a New York ci sono voluti 28 ciak per girare una breve scena notturna in esterno, a troupe molto ridotta, perché li dietro Wall Street di notte c’è sempre il caos, ma a noi serviva l’ambientazione isolata di fine Ottocento.

A chi dedichi il premio vinto al Digital Media Fest?

Essendo un premio vinto con la versione più tecnologica in Realtà Virtuale, lo dedico in primis a Nikola Tesla, che ho avuto la fortuna di incontrare per caso sul mio cammino artistico e mi ha davvero regalato una grande occasione. Poi lo dedico a Teresa e Giovanna, le mie co-produttrici che hanno creduto subito in questo progetto e in me,  ma non ultimo dedico tutti i premi vinti fino ad ora ai miei genitori, che sono da sempre la mia stella polare.

Cosa vorresti raccontare con la prossima opera che realizzerai?

Nel prossimo progetto racconterò uno scontro generazionale tra un giovane trentenne che crede di avere il mondo in mano e il suo saggio zio attempato che proverà a trasmettergli i buoni valori di una volta e le vere priorità della vita, che oggi abbiamo tutti perso di vista per via del mondo superficiale in cui stiamo vivendo. Una riflessione profonda in chiave ironica sui tempi che corrono.

Quali sono i tuoi prossimi progetti dopo Nikola Tesla?

Ne ho due al momento. Il primo è il mio nuovo cortometraggio dal titolo “Lo zio di Venezia”, con protagonista il bravissimo Giorgio Tirabassi, che gireremo a Venezia in primavera e racconta quello che ti ho detto nella risposta precedente, con un imprevedibile colpo di scena. È una storia a cui tengo moltissimo, che farà emozionare e sorridere, che conclude il ciclo dei 5 film brevi che volevo realizzare prima dell’esordio in un lungometraggio.

Subito dopo inizierò appunto la lavorazione del mio primo film per il cinema e le piattaforme, con un bellissimo cast e ambientato nel Sud Italia, ma per ora lasciamo un po’ di mistero…

La Gazzetta dello Spettacolo è Media Partner del Digital Media Fest.

Su Maria Rita Marigliani

Giornalista Pubblicista, Ufficio Stampa e Social Media Manager. La comunicazione rappresenta, da sempre, un’opportunità di evoluzione e crescita necessaria per me e per la conoscenza degli altri.

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