Incontriamo ancora una volta l’attore Patrizio Rispo pronto a condurre il Premio Internazionale Donnafugata, in quel di Palma di Montechiaro (AG), questo 7 settembre.
Al suo fianco, per l’occasione, Gloria Incorvaia, per una quarta edizione che si preannuncia ricca di ospiti, di volti importanti.
Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Patrizio Rispo. Il 7 settembre condurrai la quarta edizione del Premio Internazionale Donnafugata, a Palma di Montechiaro. Al tuo fianco, per l’occasione, la conduttrice Gloria Incorvaia. Quali sensazioni a riguardo?
Esatto, siamo alla quarta edizione del Premio Internazionale Donnafugata che come saprai si svolge a Palma di Montechiaro, paese che ospitò le riprese de “Il Gattopardo”. Ho avuto modo di rivedere il film proprio due giorni fa, in seguito alla scomparsa di Alain Delon e provengo anche dalla lettura abbastanza recente del libro di Francesco Piccolo, “La bella confusione”. Un libro che racconta il lavoro, la fatica, nel realizzare due film che segnarono quell’epoca, “Il Gattopardo” e “La dolce vita”. La visione del film mi ha portato a riassaporare in maniera diversa tutto ciò. Grazie a Peppe Zarbo, direttore artistico del Premio, e Francesco Bellia, ideatore, avrò modo di condurre con al fianco Gloria Incorvaia, conduttrice del Premio già lo scorso anno. Un Premio che si differenzia dai soliti perché va a porre l’attenzione non solo all’aspetto artistico ma anche alle imprese, alle associazioni, a coloro che intendono apportare, o apportano già, migliorie al territorio siciliano e di certo non mancheranno dei siparietti divertenti. I premiati, inoltre, porteranno anche dei loro contenuti e poi ci sarà la musica…
Quali ricordi riaffiorano nella tua mente pensando alla Sicilia?
Una gioia tornare in Sicilia, una terra che mi ha accolto sempre benissimo e da cui mancavo da qualche anno. Quando facevo teatro era un appuntamento imperdibile, la fase conclusiva, la più bella della tournée. Ho tanti amici siciliani, spesso ospitati a Roma quando ero il più giovane tra quelli sposati, e un tempo interpretai anche La Piovra in quella bellissima terra. La Sicilia ha una cultura pazzesca, affascinante, caratterizzata da un’esplosione di profumi, da un suono di cicale che ti resta nella mente…
Per coloro che avranno la possibilità di presenziare al Premio sarà una gioia poterti ritrovare ancora una volta al fianco di Peppe Zarbo, direttore artistico per l’occasione…
È sempre un piacere ritrovare Peppe al quale sono legatissimo. Siamo gli storici di Un Posto al Sole e abbiamo un rapporto che va oltre il set. Negli anni ci sono stati dei progetti insieme, una casa di produzione, ora mantenuta in piedi da Peppe e Francesco Vitiello. Sarà davvero una gioia ritrovarsi.
Se di conduzione si parla, quanto ti piace tenere la scena?
Mi ha sempre divertito condurre, credo sia uno dei miei talenti. Al contempo, credo mi affiderò molto a Gloria Incorvaia, presente già lo scorso anno. Spero di regalare al pubblico un’ora e mezza di divertimento, un modo per giocare insieme, con l’allegria di sempre.
Patrizio, a tuo avviso quanto è cambiato il modo di fare cinema, teatro e quanto altro negli ultimi tempi?
Tantissimo! Il lavoro oggi è sempre più precario, le tournée ridotte, i soldi pochi e spesso lavorano sempre gli stessi attori. Devi essere sorretto da una grande passione, un grande spirito di sacrificio. Lo stesso vale per il cinema. È tutto molto difficile, non è affatto un momento d’oro.
Pensi ci sia qualcosa che non è stato ancora raccontato?
Fosse per me realizzerei un telegiornale che parli di cose belle, non solo di brutte notizie, di povertà, mafia e camorra. Sono anni che prego che venga realizzata una serie sul settecento napoletano. Lo racconterei attraverso una musica amata in tutto il mondo, l’opera lirica. Il settecento in Italia era la capitale d’Europa e non capisco perché nessuno ha pensato di realizzare qualcosa del genere, lo splendore ma anche le miserie che c’erano.
Napoli, per fortuna, da qualche anno è diventata un vero e proprio set a cielo aperto…
Ecco, proprio per questo motivo dovrebbero raccontare anche le altre duecento facce che la caratterizzano. A fatica, da quasi due anni, sto provando a montare un film, “La camorra si studia in terza”, un film più che positivo, solare, ottimista. Il soggetto è stato realizzato da mia moglie, Maria Francesca Villani.
Che fase della vita sta attraversando Patrizio Rispo?
Sono in una fase di distacco. Mi sono fatto stimare, mi vogliono bene, e questo mi basta. Lavoro senza ansie, raccogliendo tutto ciò che ho seminato. Ho un ristorante e mi occupo in maniera seria, impegnata, di beneficenza e della mia famiglia. È un periodo sereno ma patisco ciò che accade nel mondo. Mi crea disagio, malinconia…
Durante una nostra precedente intervista parlavi dei tuoi figli, del fatto che sia giusto permettergli di inseguire i propri sogni…
Sicuramente! Ai nostri tempi si parlava di un futuro roseo. Per i giovani di oggi, invece, il futuro crea ansie, disagio, e tutto diventa difficile, sia nella ricerca di un lavoro che nell’acquisto di una casa. Sono padre di due ragazzi giovani ed anche questo mi crea grande ansia.
Patrizio Rispo, in ultima battuta, ti andrebbe di rivolgere un invito ai nostri lettori affinché si dirigano a Palma di Montechiaro per seguire il Premio Internazionale Donnafugata?
Credo che il Premio sia una più che buona occasione per vivere un week end in Sicilia, una terra splendida, dal 6 all’8 settembre. Vi aspettiamo!