Già dalla prima serata la musicalità e la vocalità di Marco Mengoni, sono da subito entrati nelle orecchie del pubblico sia quello presente nella sala dell’Ariston che quello da casa.
Dalla sua discesa dalle scalinate, tanto temute dai tacchi 12, che lo mettevano una spanna sopra ad altri, alla gestione del palco e delle sue emozioni che nonostante tutto è riuscito a dosare fiati e a modulare abilmente una voce particolare e piena come la sua, si è conquistato il primo posto ad iniziare dalla giuria cosiddetta tecnica, fino alla giuria popolare.
In un contesto particolarmente caotico e al di sopra dei toni polemici, politici e provocatori che in una chermesse canora, storicamente connaturata e concepita, mal si coniugano con la vera protagonista che sarebbe dovuta essere la Canzone italiana, con le sue sfumature, vocalizzi, linee melodiche, modulazioni e quant’altro legato ad essa, ha vinto lui Marco Mengoni , che a mio parere e forse non solo, è tra i pochissimi che si sono fatti conoscere attraverso dei Talent, a volte discutibili, che abbia su tanti qualità vocali e musicali, con una studiata e consapevole padronanza del suo strumento. Ricordo che un tempo, si era soliti dire nel gergo dello strumento vocale, nel riconoscere la sua potenza e intensità oltre che alle qualità di gestione di essa, “Possiedi una bella canna“. Ecco lui la possiede e sempre a mio modesto parere, a dispetto di certi “monologhisti” studiati a tavolino, lui ha una grande canna vocale, l’unica che sa dare a se stessi e al pubblico l’estasi autentica e sana!
Marco Mengoni con la sua Due vite e la sua eleganza professionale, ha conquistato il pubblico ritagliandosi il suo meritato spazio al Festival di Sanremo 2023, polemiche o meno, piaccia oppure no la sua vittoria lui ha dominato il palco con arte e intelligenza, garbo e professionalità. Nonostante il suo approdo al Festival lo vedeva già come il favorito, lui nonostante la comprensibile ansia “da prestazione”, si è esibito con umile professionalità e tanto divertimento con la musica e per la musica e lo si è visto anche durate la serata delle cover con la sua personale interpretazione di Let it be dei Beatles e lo si vedeva dai suoi occhi pieni di emotività e questa sua emotività lo rendono grande e non è affatto un difetto. A me è piaciuto da subito il suo brano, leggendone il testo ha in sé una dose poetica e poi la musica composta ne ha saputo sottolineare, innalzare e dare carattere a quanto era stato scritto. E chi pensava di andare a Sanremo, volendo provocare le ire di certi schieramenti politici, creando intorno a sé sensazioni di “genere” anteponendo la Musica ad essi, parafrasando un recente e noto brano di Shakira, non ha fatto i conti che su quel palco salivano delle Ferrari contrapposte alle Twingo e Marco è stata una delle Ferrari che ha corso la sua corsa, pensando a fare bene il suo lavoro, con umiltà e amore per il pubblico. Questo e tanto altro il pubblico in sala e da casa lo hanno visto bene e lo hanno, a mio avviso, giustamente premiato come meritava.
Pertanto, a 10 anni di distanza dalla sua vittoria con il brano L’Essenziale, che tra l’altro si canta sempre con la stessa emozione, Marco ha trionfato con un altro brano emotivo ed empatico allo stesso tempo, a cui va il mio personale augurio affinché possa ottenere tutto il meglio che merita e la butto lì, sarebbe formidabile un suo ottimo piazzamento all’Eurofestival.
Bravo Marco Mengoni, continua ad emozionarci e a far vibrare le tue corde dell’anima e della voce regalandoci momenti in cui poter esclamare e cantare insieme a te: “Che giri fanno due vite!“