Alberto Paradossi
Alberto Paradossi

Alberto Paradossi: è importante fare “gioco di squadra”

Tra i protagonisti di “The Net – Gioco di squadra”, miniserie di sole sei puntate per Rai 2, vi presentiamo l’attore Alberto Paradossi, classe ’89 e nativo di Lucca.

Paradossi, fino a poco tempo fa, era impegnato sul set di un nuovo film, “Zamora”, insieme all’attore Neri Marcorè. Un lavoro di cui va molto fiero e di cui parleremo in futuro. Conosciamo, attraverso questa intervista, Paradossi e il suo amore per la recitazione.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Alberto Paradossi. Parlaci di come ha avuto inizio il tuo amore per la recitazione?

Il tutto ha avuto inizio in maniera graduale prendendo parte ad un corso di teatro-scuola, fino a vent’anni. Un approccio legato all’analizzare lo stare insieme agli altri, tramite la recitazione. Un lavoro umano, pratico, a cui sono molto affezionato. Subito dopo ho preferito trasferirmi a Roma prendendo poi parte al Teatro Sperimentale. Ho vissuto, in seguito, anni di semina, come era normale che fosse, per poi concretizzare con i primi lavori.

A brevissimo potremo vederti nella nuova serie in onda per Rai2, “The Net – Gioco di squadra”. Cosa puoi anticiparci sul tuo personaggio e sulla serie?

Il mio personaggio, Vincenzo, è un giovane rampollo della famiglia del Toscana Football Club che vive un rapporto conflittuale con il padre che tende a prenderlo poco in considerazione. Per tale motivo il mio personaggio prova ad emanciparsi da questa figura paterna prendendo strade sbagliate. Vorrebbe allontanare il padre dal “potere”, provandoci in ogni modo. Una figura spontanea all’interno della serie, nonostante la sua ingenuità che comunque non è mossa da cattiveria, bensì da motivi umani e giustificati.

Un lavoro importante, caratterizzato da un cast molto vario. Quali sensazioni sono legate ai legami che si ha modo di stringere sul set?

Sono fondamentali i rapporti che si stringono sul set. Penso sia necessario condividere, creare rapporti solidi in cui si è pronti a “giocare” insieme, a legare. Il titolo della serie, dunque, gioca proprio a mio favore. Quando i legami sono solidi, forti, la gente, lo spettatore, se ne accorge e questo ci ripaga di ogni cosa.

Cosa ti aspetti da questa serie?

Mi aspettavo, inizialmente, semplicemente che fosse vista e che potesse piacere. Si tratta di una serie sul calcio e quindi, quando si parla di calcio, sono tutti allenatori, tutti bravi (ride). Sarei, in poche parole, felice che la gente si ricordi di questa storia, di questo nostro lavoro.

Tra i lavori interpretati a quale sei personaggio sei ancora oggi legato?

Al prossimo ruolo che avrò modo di interpretare.

Chi è Alberto nel quotidiano, a telecamere spente?

Una persona tranquilla, riservata, con pochi amici ma buoni. Sono molto empatico, serio.

Cosa ti auguri di poter realizzare in futuro e cosa sognavi da ragazzo?

Non saprei, attualmente! Di certo posso dirti che quando incontri tali personaggi ti fa sempre effetto poterli portare in scena. Di certo non voglio limitare il divertimento. Se mi chiedi cosa volevo a vent’anni, ora non lo ricordo. Penso sia tutto in divenire.

Con quale attore del passato avrebbe voluto condividere il set Alberto Paradossi?

Con Peter Sellers!

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?

Ho da poco terminato le riprese dell’opera prima di Neri Marcorè, “Zamora”. Un lavoro bellissimo, di cui sono protagonista, per una commedia che va dal dolce all’amaro, nel pieno boom economico. Lavorare con Neri è stato un piacere immenso, un qualcosa che di certo mi porterò dentro.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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