Il berretto a Sonagli. Foto di Carmine Luino
Il berretto a Sonagli. Foto di Carmine Luino

Successo per “Il Berretto a Sonagli ‘a nomme ‘e Dio” al Nest

Con “Il Berretto a Sonagli ‘a nomme ‘e Dio” di Luigi Pirandello la Compagnia Nest del Teatro Nest di Napoli ha affrontato per la prima volta il drammaturgo siciliano nato a Girgenti nel 1867.

Il berretto a Sonagli. Foto di Carmine Luino
Il berretto a Sonagli. Foto di Carmine Luino

Il confronto è con uno dei testi più popolari di Pirandello, rappresentato per la prima volta nel 1917 proprio in dialetto siciliano, ma successivamente italianizzato negli anni ’20.

La messa in scena della compagnia Nest ha portato grandi novità il 22, 23 e 24 novembre per poi ripartire, a gennaio 2020 per una lunga tournée, con una prossima tappa a Torino.

La regia è affidata a Giuseppe Miale di Mauro che è tra i fondatori del teatro Nest e regista della omonima Compagnia. Con questo nuovo allestimento del Berretto, il regista mette in scena quattro attori: Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo, Mario Cangiano e Valentina Acca (nella foto sottostante). Ogni attore interpreta più ruoli, sia maschili che femminili, per una commedia dal sapore tragico e dall’intreccio ricco di colpi di scena sino al finale.

Valentina Acca in Il Berretto a Sonagli. Foto di Carmine Luino
Valentina Acca in Il Berretto a Sonagli. Foto di Carmine Luino

Il linguaggio drammaturgico utilizzato muove dal testo originario dialettale scritto da Pirandello per l’attore Angelo Musco (“A birritta ccu ‘i ciancianeddi”), rivisitato dal Nest in dialetto napoletano.

Un esordio “in purezza,” per risalire alle origini del testo con l’intento drammaturgico di strapparlo agli stereotipi dell’adattamento italianizzato. Il testo restituisce ai personaggi la lingua e i tratti originali, beffardi e violenti, di quei “corpi in rivolta” tra corna e tradimenti antichi, ma non per questo meno cattivi.

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