Continua il successo di pubblico al Teatro Bellini di Zio Vanjia di Cechov . Due mostri sacri come Michele Placido, nel ruolo del professor Serebriakoff e Sergio Rubini nel ruolo di Zio Vanjia, con la sapiente regia di Marco Bellocchio.
Il professor Serebrjakov vuole vendere la tenuta in campagna da lui ereditata, a seguito del matrimonio con Helena, dopo la morte della prima moglie, sorella di Zio Vanja. Tale presa di posizione scatena ira, collera, invidia in Zio Vanjia che tenta di uccidere il professore a colpi di pistola che per fortuna non andranno a segno. Serebrjakov ed Helena quindi torneranno in città, lasciando Vanja e Sonja ad amministrare la sua tenuta.
Zio Vanja è un pessimista, riflette sulla propria vita e sulla rassegnazione,vive di rimpianti, e come lui, anche coloro i quali abitano nella tenuta sono in costante attesa di qualcosa di nuovo tanto da rivoluzionare le loro tristi esistenze.
Arriva il professor Serebrjakov e la sua nuova moglie Helena, tanto basta per turbare gli animi. Vanja si innamora della giovane Helena. Sua nipote Sonja ama il medico Astrov, arrivato nella tenuta per curare il professore. Ma tutti senza probabilità di essere corrisposti; solo il dottore, anche lui innamorato di helena la bacia e sembra
Essere corrisposto, ma Helena chiede al dottore di lasciarla andare perchè innamorata del Professore.
Alla fine del dramma tutto ritorna come prima. La breve ma intensa “scossa causata dall’arrivo di Serebrjakov e di sua moglie non portano cambiamenti. Zio Vanja si ripiega su sé stesso spegnendosi. Solo Sonja capendo il suo dramma, si appoggia sulla spalla asciugandogli una lacrima.
Su tutti un Sergio Rubini, grande interprete ha reso il protagonista ironico, simpatico, ma nello stesso tempo il solco della rassegnazione pervade sul suo stanco viso.