Il fantasma della Garbatella

Il Fantasma della Garbatella: lo spettacolo comico

Il fantasma della Garbatella

In scena dal 7 al 10 gennaio al Teatro Ambra alla Garbatella, la compagnia degli Artigialli porta sul palcoscenico Il Fantasma della Garbatella scritto e diretto da Gabriele Mazzucco con Andrea Alesio, Chiara Fiorelli, Teo Guarini, Federica Orru’e Paola Raciti. Spettacolo comico, contemporaneo, vivo e vero come il quartiere in cui è ambientato: la Garbatella.

IL FANTASMA DELLA GARBATELLA – Lallo è un ragazzo con una cugina stralunata, un amico del cuore malandrino, uno zio tanto saggio quanto incomprensibile, ed una fidanzata bella, innamorata ma non proprio fedele. Nulla di particolarmente strano se non fosse che Lallo è morto due anni prima, in circostanze misteriose. Sarà tornato per fare giustizia? In realtà Lallo è tornato in vita su ordine preciso di Dio, per valutare se il genere umano è finalmente pronto ad un ritorno sulla terra del Messia, Gesù, oppure per constatare se a distanza di più di duemila anni l’uomo è rimasto sempre uguale. Scelta come campione, questa piccola combriccola della Garbatella, sarà protagonista di improbabili gag, incomprensioni, misteri e tante risate.

Il Fantasma della Garbatella – dice il regista – è una storia che può contare su dei personaggi molto vicini a noi: Umani, dolcemente buffi e assurdi costretti a fare i conti con una serie di difficoltà a molti di noi ben note, suocere perfide, politicanti in malafede, bollette da pagare, turni di lavoro massacranti e soprattutto… l’imponderabile ira di Dio“. Amorevole spaccato di una romanità popolare in estinzione, Il Fantasma della Garbatella racconta piccoli aneddoti tramandati all’interno del quartiere, veri o verosimili, nascosti dentro una storia che ha l’ambizioso obiettivo di far riflettere ridendo, sulla reale capacità di perdono degli uomini e delle donne di oggi. Affresco di uno dei quartieri più belli di Roma, la pièce racconta, divertendo, tanti aspetti della natura umana, dai più cinici ai più altruisti, in un alternarsi di risate e fredde conclusioni, tipiche dell’animo romano.