Intervista all’attrice Emanuela Vinci, che ci racconta del nuovo ruolo nello spettacolo “Quelli che restano” in scena a Roma.
Incontriamo una protagonista dello spettacolo “Quelli che restano”, in scena il 24 e il 25 novembre al Teatro Cometa Off di Roma, l’attrice Emanuela Vinci. Un incontro proiettato anche al futuro, alla voglia di poter vivere sempre più esperienze…
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Emanuela Vinci. Questo novembre potremo vederti al Teatro Cometa Off nello spettacolo, “Quelli che restano”, per la regia di Davide Celona. Come ti sei preparata ad affrontare questa esperienza?
«Credo che non mi sentirò mai del tutto preparata per affrontare un’esperienza del genere. Affermo ciò perchè sento forte la responsabilità di portare in scena, in vita, un testo scritto da me e dalla carissima collega Marta Ferrarini, al mio fianco in scena. Un progetto che ha richiesto un lungo e duro lavoro e che porta con sé una doppia sfida: quella da attrice e, al contempo, da autrice; la seconda per me è totalmente nuova per cui l’emozione è tanta. È proprio per questo che, oltre alla preparazione tecnica, lo studio, le prove, una delle cose su cui sto cercando di focalizzarmi (talvolta fallendo) è la preparazione psicologica; combatto per non soccombere all’ansia».
Quali riti ti accompagnano prima di essere in scena?
«Una delle cose che porto sempre con me è il piccolo tubicino che uso per gli esercizi vocali (cose strane da ex allieva di canto). Non vado in scena senza prima aver scaldato la voce, a cui poi seguono squat e corsette».
Chi è Emanuela e quali consapevolezze hai raggiunto nel corso degli anni?
«Chi sono non credo di saperlo ancora al 100%. Negli anni ho affrontato diverse evoluzioni e, con il passare dell’età, ho scoperto tante cose di me e con l’esperienza ne ho scoperte altre. Ho sicuramente preso consapevolezza su chi voglio essere, piuttosto che su chi sono. Sto imparando quali sono i miei limiti, i difetti, gli angoli da smussare, ma anche quali sono le note più belle e positive, sia dal punto di vista personale che da quello teatrale. Non voglio e non posso dire chi sono con certezza, fino a poco più di un anno fa non credevo che sarei stata un’autrice, non credevo nemmeno che avrei voluto esserlo; ad oggi so che scrivere è una delle cose che mi piace di più fare. Per cui chissà, tra un anno quale altra rivelazione avrò su me stessa!».
Quale ruolo non hai ancora impersonato?
«Sono un’attrice ancora giovane (mi piace ripetermelo) e appena diplomata, per cui i ruoli che non ho ancora impersonato sono parecchi, praticamente tutti. Nonostante mi sia stata data l’occasione di interpretare ruoli che ho amato con tutto il mio cuore, come Polly nell’Opera da Tre Soldi, una delle esperienze più divertenti e formative della mia vita. Sicuramente ho un ruolo nel cassetto, che è Lady Macbeth, per me uno dei personaggi femminili più interessanti del teatro».
Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?
«Io e Marta abbiamo intenzione di far crescere “Quelli che restano”, farlo evolvere, andare in giro, portarlo nelle nostre città e in spazi non convenzionali. Spero che questo sia solo l’inizio di una lunga serie di altri progetti. Abbiamo in mente altre storie e abbiamo voglia di raccontarle. Continuerò a percorrere il percorso attoriale, in parallelo quello autoriale e un giorno chissà, anche qualcos’altro! Non posso sapere ancora cosa mi riserverà il futuro, ma provo a corrergli incontro».
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


