Annalisa Aglioti: in scena con me
Intervista all’attrice Annalisa Aglioti, che si racconta sul prossimo spettacolo “Visto da vicino nessuno è normale”.
In scena con “Visto da vicino nessuno è normale”, l’attrice Annalisa Aglioti, a Santa Maria della Pietà, proprio questo 11 aprile. La ritroviamo con piacere per raccogliere le sue sensazioni a riguardo, ogni sfumatura del mestiere che ama…
Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Annalisa Aglioti. Un nuovo spettacolo è alle porte, “Visto da vicino nessuno è normale”, omaggio a Franco Basaglia, in scena questo 11 aprile a Santa Maria della Pietà. Cosa puoi dirci a riguardo?
Un evento, a mio avviso, di immenso valore culturale perché ricorda una delle figure più alte della nostra storia scientifica e umana: lo psichiatra e neurologo Franco Basaglia che con idee le sue idee rivoluzionarie e progressiste (le uniche vere, secondo me: le altre, quelle che vogliono solo “conservare” e guardare al passato non sono veramente umane perché l’essere umano in sé è in continua evoluzione), ha ridato dignità ai malati psichiatrici che fino ad allora non venivano considerati come persone da aiutare, ma soltanto come soggetti da sedare e nascondere, per proteggere i cosiddetti “sani” attraverso elettroshock, sedativi, repressioni e violenze di ogni tipo. Occorre ricordarlo, all’epoca tra i ‘matti’ finivano tutti: autistici, disabili, alcolisti, depressi, ossessivi-compulsivi, persone con comportamenti insoliti, uomini e donne con la sindrome di Down e anche i neonati delle ragazze madri perché era disdicevole per una donna crescere un figlio da sola. Lui, Basaglia, che per me sin da piccola è sempre stato un mito, più di Baggio e Dino Zoff, fu il primo a vederli come persone. Esseri umani da sostenere, da includere nella società e da ascoltare anche grazie al racconto di loro stessi che lui per primo scoprì che erano in grado di fare attraverso la pittura, la scultura e il teatro. Le sue battaglie portarono, nel 1978, all’approvazione della famosa Legge Basaglia, che sancì la chiusura dei manicomi. Quella legge su cui ancora oggi qualcuno fa battute inutili tipo: “Ao, ma non era meglio quando stavano tutti chiusi nei manicomi?” C’è ancora molto da fare perché il suo sogno di una vera ‘psichiatria democratica’ si realizzi davvero. Ma intanto noi abbiamo scelto di rendergli omaggio con questo pomeriggio di riflessioni, anche ironiche, per dirgli ancora, e sempre, grazie. L’evento, ad ingresso gratuito e promosso dall’associazione Siamo delfini impariamo l’autisimo, avrà luogo proprio a Santa Maria della Pietà, l’ospedale dei ‘matti’ dove scomparivano milioni di persone nella Sala Basaglia. Si entrerà, così, nel vivo dell’iniziativa con un intenso percorso narrativo e artistico.
Come ti prepari ad affrontare sempre nuovi spettacoli e quanto c’è di te in ogni personaggio?
Con una continua e costante ricerca, non mi accontento mai delle scelte più facili, più conosciute e stereotipate. Non so se ci riesco ma ci provo. In ogni personaggio c’è sempre qualcosa di me, un pensiero, un punto di vista, un gesto, un modo di dire. La mia ricerca, quando non lavoro da sola, è sempre e solo una proposta da offrire al regista che può accogliere in tutto o in parte o anche scartare del tutto. Una delle cose che mi piacciono di più di questo lavoro è il continuo e veloce confronto creativo tra l’attore e il regista che può portare a soluzioni e creazioni insolite per entrambi.
Annalisa Aglioti, vittime dei manicomi, vite spente, al limite. Quale messaggio lanciare attraverso questo spettacolo?
Se penso che Franco Basaglia è stato il primo a pensare che le persone con disabilità potessero essere incluse nel mondo del lavoro con le loro capacità e inclinazioni, che tutti fossero prima di tutto essere umani e non ‘pazienti’ e come diceva lui “Visto da vicino nessuno è normale”, penso che questo pomeriggio di riflessioni può insegnarci un tempo, un ritmo e un pensiero umano differente. Il linguaggio dei cosiddetti ‘diversi’ e che ci fa così paura perché viviamo come una perdita di tempo e una fonte di frustrazione perché non combacia con il mito attuale dell’invincibilità, dell’efficienza e della perfezione fisica e mentale alla ricerca della felicità a tutti i costi. Imparando questi sguardi, questi tempi, queste reazioni differenti che io ad esempio ho appreso da mio padre quando non stava bene nel’ultimo periodo della sua vita, possiamo veramente accogliere ed includere tutti gli esseri umani allo stesso modo senza alcuna distinzione.
Cosa possiamo aspettarci dal tuo futuro artistico?
Grazie per l’interesse! Al momento sono alle prese con la scrittura di diversi nuovi progetti di prossima realizzazione che non vedo l’ora di potervi raccontare e con il tour del mio spettacolo “Paura, viaggio ironico nella paura umana” per la regia di Michela Andreozzi. Spero di potervi rivelare presto tante novità e nel frattempo vi aspetto sui miei social dove continuo sempre a pubblicare i miei video comici.