I giorni pari
I giorni pari. Foto da Ufficio Stampa

I Giorni Pari: intervista al duo Menni e Fabio Cardullo

Oggi incontriamo la musica in due, parliamo de I Giorni Pari, al secolo Menni e Fabio Cardullo

Benvenuti I Giorni Pari, presentatevi ai nostri lettori…

I giorni pari
I giorni pari. Foto da Ufficio Stampa

Ciao a tutti, noi siamo I Giorni Pari, un duo che nasce dall’unione artistica dei cantautori Menni e Fabio Cardullo. Insieme abbiamo deciso di unire le nostre idee e dare vita a questo progetto mescolando i nostri gusti e le nostre esperienze.

Il risultato è un nuovo genere musicale che abbiamo chiamato “Tennis Rock”. Nei concerti dal vivo ci accompagniamo con chitarre in materiali riciclati ricavate da vecchi lampioni stradali e gran parte della nostra attività musicale presta molta attenzione alla tematica del riciclo e del rispetto ambientale.

Ci raccontate il vostro percorso artistico?

Un paio di anni fa abbiamo formato I Giorni Pari e fin da subito abbiamo cercato di far conoscere la nostra musica attraverso i concerti, i social e qualche concorso, ricevendo impressioni positive e qualche bella soddisfazione. Nel 2018 abbiamo sfiorato di un soffio la finale al Festival di Castrocaro e nello stesso anno siamo stati selezionati da Red Ronnie per esibirci al Fiat Music Tour a Casa Sanremo. Stiamo attualmente realizzando insieme al produttore Davide Maggioni i brani che ci porteranno ad affrontare le prossime uscite in pubblico.

I vostri gusti musicali?

Se suona ‘figo’ ci piacciono anche i generi musicali e gli artisti più disparati. I nostri ascolti comunque si rifanno principalmente alla musica italiana e a grandi artisti come Paolo Conte, Franco Battiato, Samuele Bersani ai quali siamo molto affezionati soprattutto per i testi. Per quanto riguarda la musica invece siamo molto attratti dai suoni e dagli arrangiamenti di band come Coldplay, Baustelle ad esempio. Essendo un duo ci piace prendere ispirazione anche da tutte le formazioni di questo tipo che vanno dai King of convenience a Gaber e Jannacci, fino a Cochi e Renato che amiamo molto!

Quanto è importante avere un proprio stile musicale?

Per noi è molto importante anche se l’originalità non è sempre facile da promuovere. Se fai un genere musicale collaudato il pubblico ti riconosce prima. Nonostante ciò, con I Giorni Pari abbiamo deciso di creare un genere tutto nostro che si chiama Tennis Rock e che è il risultato dei nostri gusti e delle influenze musicali che vi abbiamo appena citato. Non ci definiamo un gruppo indie, anche se è il filone al quel veniamo maggiormente accostati, ma non siamo nemmeno un gruppo pop. Il tennis rock cerca di utilizzare gli aspetti che funzionano bene in entrambe queste due categorie, una sorta di contaminazione che strizza l’occhio anche alla musica popolare.

Cosa ne pensate dei talent?

I talent sono un’opportunità aperta a tutti. Se hai un’idea originale e vuoi proporti al pubblico crediamo che non si dovrebbero fare distinzioni tra un concerto in un locale ed un’esibizione ad X-Factor. Ciò che fa la differenza è la musica che metti in campo.
E’ un fenomeno televisivo e il pubblico c’è, se hai voglia di andarci ti iscrivi altrimenti scegli altre strade non meno importanti.

Due parole sul progetto Maionese?

Il progetto Maionese è stata un’ottima opportunità per I Giorni Pari perché ci ha dato modo di pubblicare molto agilmente il nostro singolo autoprodotto che s’intitola Che Culo.
La formula è molto interessante perché permette di pubblicare la propria musica avvalendosi dei canale di promozione di fascia professionale in modo conveniente avendo a disposizione i contatti e l’esperienza in campo discografico del suo fondatore, il produttore Davide Maggioni.

Progetti futuri?

Proprio con Davide stiamo lavorando alla produzione dei nostri prossimi singoli e la nostra priorità al momento è definire il nostro sound attraverso la ricerca in campo vocale e degli arrangiamenti. Parallelamente stiamo organizzando anche il versante live, abbiamo più di 20 brani in scaletta e un concerto da proporre che prevede l’utilizzo di loop station insieme alle chitarre lampione ed una drum machine in materiali riciclati.

Chi volete ringraziare?

Ringraziamo tutti i fans e i sostenitori che finora hanno capito ed apprezzato la nostra originalità ed il Tennis Rock. Ringraziamo il produttore Davide Maggioni che ci mette al riparo dalle nostre scelte più avventate e soprattutto ringraziamo Richard Massingham, lo storico attore inglese che ha reso il videoclip del nostro singolo Che Culo un’opera visiva di cui andiamo molto fieri!

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Redazione Giornalistica

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