Adolfo Durante
Adolfo Durante

Adolfo Durante: la sua vocalità al Premio Donnafugata

La particolarissima voce di Adolfo Durante e il suo nuovo progetto discografico, “Suprema”, approdano al Premio Internazionale Donnafugata.

L’artista di cui vi abbiamo già parlato qualche tempo fa, si dice pronto a raggiungere Palma di Montechiaro, felice e onorato di presenziare alla serata…

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Adolfo Durante. Un nuovo album all’attivo, “Suprema”, un progetto che ci riporta ad una grande artista, Mina. Come ha preso forma, esattamente?
Il progetto ha preso forma per puro caso grazie ad Alberto Lombardi, produttore del disco, che ha riscontrato delle analogie tra la voce di Mina e la mia ed ha ritenuto sorprendente che fosse un uomo a riportare in auge alcuni pezzi di questa immensa artista. Qualcosa che non era mai accaduto prima d’ora!

Un’impresa non semplicissima, a tratti ‘azzardata’, ma la tua voce si presta davvero benissimo a tutto ciò…
Non facile, forse, più per il confronto che per l’impresa in sé. Ho toccato qualcosa che nessuno farebbe mai per paura ed ho rispettato profondamente questa grande artista.

Immagino tu abbia scelto i brani non solo in base alla notorietà ma anche perché legati ad un mero piacere personale…
Ho scelto, per lo più, i brani che hanno decretato la storia di Mina negli anni settanta. Brani che hanno fatto sì che potesse diventare una vera leggenda.

Il 7 settembre, a Palma di Montechiaro, allieterai il Premio Internazionale Donnafugata con la tua particolarissima voce. Quali sensazioni a riguardo e cosa ti trasmette la bellissima Sicilia?
Rappresenta una novità ed un grande piacere la possibilità di poter prendere parte al Premio Internazionale Donnafugata. Devo grazie, dal profondo, a Francesco Bellia e Peppe Zarbo, che conoscevo già come attore, per questa opportunità. Mi hanno scoperto per caso, hanno creduto in me, ed hanno avuto coraggio nel volermi al loro Premio. Porterò sul palco le musiche del mio ultimo disco cercando di ricreare l’atmosfera iconica che, in quel periodo, ha fatto di Mina l’interprete più grande che la nostra Italia possa vantare. Inoltre, potrò finalmente toccare la Sicilia, una terra mai vista prima d’ora, nota per la generosità e passionalità che la caratterizzano a livello culturale.

Chi è Adolfo Durante e quali consapevolezze hai raggiunto nel corso degli anni?
Adolfo è una persona curiosa e vogliosa di sperimentare sempre più la sua vocalità, migliorata negli anni. Credo di aver percorso la strada giusta, senza ricercare a tutti i costi il mondo della televisione. Ho avuto, dalla mia, la fortuna di incontrare le persone adeguate, quelle che hanno creduto in me e che hanno saputo guidarmi, indirizzarmi. Ciò che mi auguro è di poter sorprendere sempre più persone e, chissà, magari il Premio Donnafugata mi aiuterà…

La tua pacatezza, la lentezza nel parlare, mi ricordano una persona d’altri tempi, forse perché caratterizzato da modi gentili, qualità che oggi mancano…
Ti ringrazio! Credo sia importante sapersi mostrare, seppure in maniera discreta, nel miglior modo possibile a tutti. Ho tanto senso del pudore, qualcosa che tendo sempre a preservare. Sul palco viene fuori il mio essere istrionico, giù dal palco vige la mia discrezione, attenzione.

A tuo avviso cosa non è stato ancora raccontato in ambito musicale?
In ambito musicale credo mancasse “il coraggio o l’incoscienza”, qualsivoglia delle due, di raccontare il mondo femminile con la sensibilità, la passionalità, la sensualità di un uomo per dare, a canzoni senza tempo, una lettura comunque autentica e credibile. Certi sentimenti, indipendentemente che siano le donne o gli uomini a viverli, non hanno un genere. Mi stuzzicava la voglia di mescolarli. Aiutato probabilmente anche dal mio timbro vocale, che mi ha permesso di esprimerli, con naturalezza ma soprattutto con autenticità. La voglia di osare, senza cadere, mi auguro, nella caricatura.

Cosa non sei ancora riuscito a realizzare, artisticamente parlando?
Forse mancava proprio questo disco ed oggi credo di aver raggiunto il momento più alto della mia vocalità. Alto a livello interpretativo, non per via delle note raggiunte. Ho affrontato generi sempre diversi durante la mia carriera vissuti più alla ricerca di me stesso che del successo, della visibilità. Ho ‘incontrato’ il jazz, il rock, il pop e tanto altro. Mi ritengo fortunato ad essere qui…

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