Intervista a Steve Babb dei Glass Hammer - Chronomonaut

A tu per tu con Steve Babb dei Glass Hammer

I Glass Hammer sono tornati con un nuovo, coinvolgente e davvero ben riuscito album, Chronomonaut e noi ne abbiamo parlato con Steve Babb.

Intervista a Steve Babb dei Glass Hammer - Chronomonaut

Il concept cd è il sequel di Chronometree, disco del gruppo pubblicato nel 2000 e riprende le avventure del personaggio immaginario Tom Timely, grande fan del prog rock e viaggiatore nel tempo. Chronomonaut, interamente composto dal bassista, tastierista e corista Steve Babb e da Fred Schendel, chitarrista, cantante e tastierista, è stato registrato con l’apporto degli altri due membri della formazione americana originaria del Tennessee, ovvero il batterista Aaron Raulston e la lead vocalist Susie Bogdanowicz (che sostituito in pieno Jon Davison entrato nel 2012 a far parte dei mitici Yes). Con questo nuovo cd i Glass Hammer si sono confermati come una delle band di prog rock più interessanti e lodevoli del mondo, capaci di appassionare i fans con la loro musica, che si ispira a quella dei grandi del genere, ma che è ricca anche di svariate ispirazioni personali. Come ci ha raccontato Steve Babb…

Steve Babb, sembra che tu abbia una passione particolare per gli album concept. Come mai?

Per mia vocazione sono un cantastorie. Il mio amore per il rock progressive si è sviluppato di pari passo con quello per la lettura di libri. Avevo diciassette anni ed ero un appassionato dei Rush e di Tolkien. Poi ho conosciuto gli Yes e C.S. Lewis. Ovviamente ho iniziato ad ascoltare sempre più band e a leggere sempre più libri! Quando avevo venti anni mi unii ad un power trio prog metal dove mi esibivo facendo tutti pezzi originali, che per i testi si ispiravano alla mitologia e al genere fantasy. I Glass Hammer hanno iniziato proprio come un omaggio a Tolkien, un modo per raccontare Il Signore degli Anelli usando le mie personali parole e naturalmente la nostra musica. Mi piace raccontare grandi storie usando musica grandiosa, per me è sempre stato così!

Quali sono gli elementi musicali che Chronomonaut ha in comune con Chronometree?

Ad essere onesti, molto pochi. Non abbiamo minimamente cercato di ricreare il sound di Chronometree. Però abbiamo rimasterizzato quell’album aggiungendo una bonus track dal vivo e un nuovo booklet. Amo ancora molto quella musica. Per me suona come un tributo a ELP con riferimenti anche agli Yes naturalmente. Chronomonaut non ripete questo stesso stile. Questo album ha diversi lead vocalist, una sezione di ottoni a tratti e quattro differenti chitarristi, ognuno che suona al meglio delle sue possibilità. E’ un suono molto diverso, per noi molto avventuroso.

Quando hai scritto le canzoni per il cd e da dove hai preso l’ispirazione?

Ho scritto il primo pezzo, Roll For Initiative, nell’estate del 2017. La seconda che ho composto è stata Melancholy Holiday, che ho scritto lo scorso autunno. Stavamo girando un video per quel pezzo, così lo abbiamo registrato prima. Il resto lo abbiamo composto tra aprile e giugno di quest’anno, così è tutto molto fresco! L’ispirazione l’ho presa un po’ dappertutto. Grazie anche alla serie di Netflix Stranger Things che qui è diventata un grande successo, abbiamo fatto un tuffo nelle nostre radici di musica elettronica ed abbiamo composto anche un paio di canzoni che hanno delle reminiscenze dei Tangerine Dream. I Pink Floyd sono stato un’altra grande influenza nelle mie composizioni così come David Bowie. C’è anche un po’ di prog psichedelico ed anche alcuni interessanti arrangiamenti di ottoni che Fred ha scritto per le mie canzoni. Fred per questo cd ha composto le canzoni con il sound più classico alla Glass Hammer, anche se spesso la gente abbina quel suono con quello dei gruppi prog dell’epoca. Io tendo a considerare i Glass Hammer come una band a se stante. Non credo che la nostra band suoni come nessun’altra in particolare.

Essendo un musicista tra i più apprezzati della scena new prog, ci sono altre prog band in giro che ti piacciono?

Non ho molto tempo per ascoltare gli altri gruppi ed esplorare le band dagli anni ’90 in poi. Ma abbiamo fatto degli show con alcuni di loro che hanno colpito la mia attenzione in modo particolare. Mi sono piaciuti molto gli Echo Test ad esempio. Molte di queste formazioni hanno il mio più grande rispetto che io li ascolti oppure no. Il prog è una musica difficile ed io sono sempre sorpreso con piacere del virtuosismo di altri musicisti con i quali mi sono trovato a suonare.

Pensi che ci saranno in futuro altre avventure musicali di Tom Timely, il protagonista di Chronometree e Chronomonaut?

Dunque, avrai saputo che recentemente lui, attraverso un portale, è tornato indietro nel tempo fino al 1973. Queste sono le chiacchiere circolate su internet ovviamente, ma se hai visto qualcuno dei video che Tom ci ha lasciato (date un’occhiata al nostro canale YouTube), allora forse comincerai a credere che sia possibile. Al momento lui non è reperibile. Se ritornerà sarà perchè avrà delle storie da raccontare che ancora nessuno conosce. Abbiamo alcuni brani vintage synth wave nello stile dei Tangerine Dream, John Carpenter ed altri pionieri della musica elettronica agli inizi e stiamo pensando seriamente di registrarli.

Quanto la tecnologia ha influenzato il suono del nuovi cd dei Glass Hammer?

Noi sperimentiamo sempre con nuovi plug in, nuovi gadgets e nuovi strumenti. Ho appena acquistato un nuovo synth davvero a buon prezzo, the Behringer Model-D, l’ho usato per un paio di punti strategici in Chronomonaut. L’ho comprato insieme ad alcuni vocoder ma devo dire che mi piace ancora usare il mio Moog Minitaur per il basso e delle linee di synth per gli inserimenti degli arpeggi.

Qual’è il tuo album dei Glass Hammer preferito?

A parte Chronomonaut, direi The Inconsolable Secret. Conservo tanti ricordi legati a quella produzione e a quel po’ di shows che facemmo in seguito. IF, Lex Rex e Chronometree sono anche questi molto in alto nella mia lista.

Quali sono i tuoi bassisti preferiti?

Chris Squire, Geddy Lee e Geezer Butler sono i miei preferiti tra i classici.Tra i bassisti moderni mi piacciono invece Chris Wolstenholme (Muse), Alex Callier (Hooverphonic), and Mattias Gustavsson (Dungen). Questi sono i primi che mi vengono in mente.

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