Angelina Mango sorprende con caramé, un album intimo e cantautorale. Analisi, collaborazioni e il ritorno all’autenticità di «Nina».
Angelina Mango, reduce da un periodo di pausa e riflessione, ha scelto di tornare sulla scena con un gesto inaspettato, presentando «quindici canzoni più una» che, coprono e trasformano in musica il suo ultimo anno di vita. Questa strategia di lancio, oltre a generare un immediato buzz mediatico, sottolinea la natura spontanea e anti-commerciale del progetto.
caramé (Latarma Records/Distribuzione ADA Music Italy) si distingue fin dal titolo per la sua immediatezza e sincerità. Non è un prodotto calcolato, ma un «collage di immagini che rappresentano emozioni, pensieri, momenti vissuti da Nina», un nickname che Angelina stessa usa per rimarcare la sua dimensione più intima e meno esposta al clamore mediatico. L’album è interamente scritto e prodotto da Angelina Mango, con il supporto di Giovanni Pallotti e la frequente collaborazione del fratello Filippo Mango, a testimonianza di un lavoro artigianale, fatto «in presenza con il cuore e con spontaneità».
L’autenticità di Angelina Mango oltre i riflettori
Uno dei temi portanti di caramé è la rivendicazione di un’identità autentica, scevra dalle aspettative di perfezione imposte dalla società. La cantautrice affronta questo nodo cruciale in diversi brani, offrendo ai lettori spunti di profonda risonanza emotiva.
7up: la rivendicazione di essere solo «Nina»
Nel brano 7up, Angelina Mango demolisce l’immagine della star per abbracciare quella della persona comune. La sua dichiarazione è netta: «non sono una star/nemmeno per sbaglio/sono matricola a vita». Questo approccio, come sottolineato anche dalle recensioni in rete, rassicura il suo pubblico più giovane sul valore dell’imperfezione e della crescita continua.

velo sugli occhi: il manifesto di una ritrovata libertà
Il singolo scelto per il lancio in radio, velo sugli occhi, è descritto come il vero e proprio manifesto dell’album. La canzone parla della necessità di rimuovere quel «velo» che offusca lo sguardo puro dell’infanzia, invitando ad affrontare la vita senza paura e accettando i propri difetti: «fare mille cazzate che non ho fatto ancora». È un inno alla voglia di vivere che travolge chi decide di smettere di raccontarsi bugie. Il brano è accompagnato da un videoclip ufficiale, mentre per altri tre pezzi (igloo, le scarpe slacciate e pacco fragile) la cantautrice ha realizzato personalmente animazioni in stop motion e illustrazioni, rafforzando l’idea di un progetto a 360 gradi, estremamente personale.
Collaborazioni e ritorni: il tessuto affettivo del disco
caramé non è un monologo solitario, ma un dialogo intessuto di affetti e collaborazioni significative che ne definiscono la profondità.
La famiglia e l’intimità
Il fratello Filippo Mango è una presenza costante. Oltre alla co-produzione di alcuni brani, è un coprotagonista emotivo in tracce come la vita va presa a morsi, nata sul divano in un momento di «protezione che tra i due fratelli è così naturale», e tutto all’aria, in cui l’intesa tra i due affronta la complessità del passaggio all’età adulta. Un momento di grande intensità emotiva è rappresentato da come un bambino, una profonda dedica d’amore ai suoi genitori, nata nel suo luogo d’infanzia, Lagonegro. È un commovente «regalo a un padre che non c’è più e che non ha più potuto dedicare canzoni d’amore a sua madre».
Le penne d’autore: Madame e Calcutta
L’album vanta due featuring di grande spessore che ne arricchiscono il sound e i contenuti.
- ioeio (feat. Madame): Un brano che unisce le voci delle due artiste in un dialogo quasi monologante, prodotto da Mr. Monkey, che scava nel profondo per affrontare i demoni interiori.
- aiaiai (con la penna di Calcutta): Questo incontro magico con uno degli autori più apprezzati del cantautorato italiano e la produzione di Dardust dà vita a una canzone che, come riportato da Rolling Stone, riafferma una verità fondamentale: quando tutte le impalcature crollano, «resta solo Nina».
Il valore di un disco “vero” e spontaneo
In sintesi, caramé si presenta come un passo significativo nell’evoluzione artistica di Angelina Mango. A differenza del suo lavoro precedente, poké melodrama, che spaziava tra generi pop, urban e reggaeton, questo nuovo album è una decisa virata verso un cantautorato più schietto e sperimentale. La scelta di un’uscita a sorpresa, la predominanza di brani scritti e prodotti in prima persona, l’assenza di sovrastrutture e la centralità degli affetti (come la chiusura con la canzone cosicosicosicosì, regalata dalla migliore amica Elena, in arte Henna) definiscono caramé come un’opera vera, quasi di nicchia nel suo approccio intimo, ma destinata a toccare la sensibilità del grande pubblico proprio per la sua disarmante onestà.
Il messaggio è chiaro: in un’epoca di sovraesposizione e filtri, Angelina Mango sceglie di presentarsi pacco fragile, con le scarpe slacciate, ma con la forza di chi ha compreso che l’autenticità è la vera bomba a mano da lanciare contro le aspettative esterne.
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


