Irriverente, alla ricerca della verità, inamovibile sulle decisioni. Sono queste le caratteristiche di Valerio Vecchi, 26 anni.
Autore del libro “La spettacolare storia di Ebenizer” e di numerosi testi teatrali, ha all’attivo anche la conduzione di un programma televisivo. Diplomato in ragioneria, si avvicina al mondo della giurisprudenza.
Sui social, tratta temi di attualità e collabora sporadicamente con testate giornalistiche locali. Combatte per la meritocrazia.
Ciao Valerio Vecchi e benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Come nasce la passione per la scrittura?
Ho sempre cercato di mettere per iscritto sensazioni. La rabbia, il dolore, la gioia, lo sconforto. Qualsiasi cosa mi passasse per la testa. Sono convinto di riuscire ad interpretare situazioni e sentimenti. Da qui, prendo la vecchia carta e penna e la mano va da sola.
Come ha preso forma il tuo libro?
Era nato dentro di me come idea che avevo elaborato a lungo fino a quando ho deciso di mettere per iscritto tutta quella serie di sensazioni spesso commoventi che hanno costituito la trama del mio lavoro. Il libro ha le sfumature delicate di una vita complessa e commovente e pone in risalto la storia di un personaggio che offre tutta una carica umana capace di rendere dolorosa la sua scomparsa ma che lascia dentro di sé una magnifica impronta di vita vissuta nel mondo dell’arte che ne ha caratterizzato l’esistenza ed alla quale ha dedicato gli anni migliori della sua vita.
Come pensi possa evolversi, nel tempo?
Punto tutto sulla redazione di programmi televisivi. Non ho mai pensato alla fama o alla popolarità. La televisione è il più potente mezzo a nostra disposizione. Ho sempre sentito l’immane esigenza di comunicare. Far arrivare messaggi chiari e trasparenti. Senza alcun tipo di raccomandazioni. Voglio solo al mio fianco persone sincere e propositive.
A proposito di raccomandazioni, argomento in voga in questi giorni, cosa ne pensi?
Ho seguito attentamente Live-Non è la D’Urso. Condivido pienamente il pensiero della conduttrice. Purtroppo, però, al giorno d’oggi la meritocrazia si sta assopendo. Le persone dovrebbero sottolineare il talento, non aspettare di essere raccomandati. Io voglio perseguire su questa strada del “bussare alla porta”. Sarebbe bello riscoprire quei sani valori. Ho avuto fra l’altro modo di vedere come lavora, sono stato nel suo pubblico diverse volte grazie a ParterreTV. Determinata, schietta, precisa.
Pensi quindi, che potresti trovarti a tuo agio nella redazione di un programma come il suo portando il tuo “bagaglio culturale”?
Sono sincero, sì. Si trattano argomenti di attualità, cronaca nera e cronaca rosa. Un ventaglio di emozioni. Sarebbe una buona scuola, un mettere in pratica tutti i progetti e sogni di una vita.
Quali sono gli altri progetti?
Sicuramente il completamento della mia seconda opera. Rispetto alla prima più introspettiva voglio lasciare ampio spazio nel nuovo libro a una narrazione che coinvolga ancor più il lettore. Vorrei sperimentare un metodo nuovo di scrittura, creare un libro che ho provvisoriamente denominato “allBook”. Vuol essere il libro della gente, i pensieri, le speranze, le ambizioni. Sto studiando un blog ad hoc. Sono alla ricerca di fondi per portarlo a termine.