Lorenzo Patruno. Foto da Ufficio Stampa
Lorenzo Patruno. Foto da Ufficio Stampa

Roma – Malaga, Andata e Ritorno: Lorenzo Patruno racconta la sofferenza d’amore

Lorenzo Patruno l’anno scorso ha debuttato nelle librerie con il suo romanzo “Roma – Malaga, andata e ritorno”, un libro che ha riscosso tantissimo successo tanto da essere giunto in queste settimane alla seconda ristampa.

Lorenzo Patruno. Foto da Ufficio Stampa
Lorenzo Patruno. Foto da Ufficio Stampa

Stiamo parlando dello scrittore emergente Lorenzo Patruno che ha deciso di raccontare una storia di un amore romantico e drammatico, ostacolato dalla malattia. Un libro che fa sorridere e commuovere regalando ai lettori importanti lezioni di vita. In questa interessante chiacchierata, Lorenzo ci ha aperto il suo cuore rivelandoci qualche aspetto interessante del suo romanzo e svelandoci i suoi prossimi progetti.

Lorenzo Patruno, perché non ci parli un po’ di te? Spiegaci in poche parole chi sei, cosa ami fare e qual è il ruolo della scrittura nella tua vita.

Sono nato a Roma e dopo essermi laureato in Economia ho iniziato a lavorare come consulente per una multinazionale. Oltre a praticare tanto sport, mi piace suonare e ascoltare la musica. Fin da bambino mi dilettavo a scrivere canzoni tanto che avevo messo su un gruppo musicale. Penso che quello sia stato il mio primo approccio con la scrittura. Era un modo per scaricare la rabbia quando capitava di litigare con un amico o di essere lasciato dalla ragazza di turno. Insomma, la scrittura mi ha aiutato a esprimere quello che avevo dentro.

Com’è nata l’idea di scrivere questo romanzo?

Devo ammettere che l’idea iniziale era di voler scrivere un diario che servisse a mantenere vivo il ricordo di un dramma che mi aveva segnato molto. Mi riferisco alla perdita della mia ragazza. Per affrontare il dolore ho iniziato a scrivere e non avrei mai pensato che il diario si trasformasse poi in un libro. Sono convinto che sia importante vivere la propria vita al massimo nonostante gli ostacoli e le difficoltà che si possono incontrare. E se a volte pensiamo che l’amore non esiste spero che questo libro possa farvi cambiare idea.

Tra tenerezza, dolore, emozione e persino ironia, c’è una famiglia, la tua, che fa squadra. Che ti ha sempre sostenuto e sorretto. È stata fondamentale, credo.

La famiglia è essenziale. I miei genitori mi hanno sempre aiutato senza mai remare contro le mie decisioni. Mi sono rimasti vicini rispettando in silenzio il mio dolore e sono stati i primi ad appoggiarmi quando ho deciso di scrivere questo libro. Non potrei fare nulla senza di loro e quando decido di fare qualcosa è perché sono sicuro di trovare il loro sostegno.

Legata a questo romanzo c’è un’importante iniziative benefica. Infatti, i diritti d’autore saranno devoluti alla Peter Pan Onlus. Ce ne parli?

Proprio in considerazione del tema che viene affrontato nel romanzo, ho deciso di donare i diritti d’autore all’associazione Peter Pan Onlus che si occupa dell’accoglienza e dell’aiuto dei bambini malati oncologici e delle loro famiglie. Ho conosciuto un giorno il Presidente Onorario, la Dott.ssa Fasanelli, e tra di noi è nata subito una bellissima amicizia. So benissimo cosa vuol dire restare accanto ad una persona malata e se posso essere d’aiuto a qualcuno con questa mia iniziativa non potrò che esserne felice.

Il titolo e l’immagine di copertina sono evocativi di un amore che riesce ad andare oltre le barriere e oltre la distanza. In che modo sei riuscito a gestire la distanza?

Non ho una ricetta speciale per gestire l’amore a distanza. Io credo che nel caso in cui si desideri veramente una persona si riesca a superare qualsiasi barriera chilometrica. Non è importante che la persona amata viva nella tua stessa città perché se hai voglia di vederla ti muovi e viceversa. Io non le ho mai fatto pesare il fatto che vivessimo distanti, anzi cercavo di renderla partecipe della mia vita. Pensa che una volta abbiamo organizzato una cena romantica via Skype. Vivevamo aspettando il week-end che ci saremmo visti, ma non contavamo mai i giorni.

Cosa diresti oggi a Valentina se lei fosse qui?

La ringrazierei per tutto ciò che mi ha dato e per l’uomo che mi ha fatto diventare. Mi ha salvato facendomi apprezzare la vita. Mi piacerebbe guardarla negli occhi e raccontarle tutto quello che mi è capitato in questi due anni. So però che lei da lassù mi sta guardando perché è il mio angelo custode.

In che modo questa storia ti ha cambiato come persona?

Mi ha reso meno superficiale aiutandomi a capire quali sono le cose importanti della vita.  Ora alcune situazioni le vivo e le vedo in maniera differente.

Hai nuovi progetti in vista?

Ho diversi progetti in cantiere. Innanzitutto ho scritto insieme a Fabio Massenzi e Giorgia Terranova la sceneggiatura del film. Inoltre il romanzo è alla sua seconda ristampa e per l’occasione sono state introdotte alcune modifiche anche a livello di grafica. E poi ho iniziato a scrivere una fiaba con una giovane e talentuosa ragazza, Alice Bontempi. Insomma, c’è un bel po’ da fare.

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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