Laura Lattuada
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Laura Lattuada: una donna risolta e innamorata del suo lavoro

Un terzo monologo per l’attrice Laura Lattuada, “Fedra”, di Ghiannis Ritsos con la regia di Alessandro Machià, in scena il 1 agosto in occasione dell’VIII edizione di Festiv’Alba.

Una donna risolta, innamorata del suo lavoro, pronta a parlarci degli impegni futuri…

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Laura Lattuada. Presto potremo applaudirti in “Fedra”, in occasione dell’VIII edizione di Festiv’Alba. Quali sensazioni a riguardo?
A tre giorni dal debutto l’ansia è tanta e il caldo, qui a Roma, di certo non aiuta. Sto molto bene, comunque, e sono felice di poter portare in scena un progetto così poetico realizzato da Ritsos. Quando Alessandro Machià mi ha inviato il testo ho pensato potesse essere difficile entrare in queste vesti, specie per via del fatto che mancano consecutio logiche e temporali. Con me in scena un bravissimo attore, capace di supportarmi senza ‘parlare’, Andrea Beruatto, pronto a vestire i panni di Ippolito. Un lavoro importante per la mia memoria, come dicevo poc’anzi, caratterizzato da blocchi scollegati, ma con un grande desidero di essere finalmente sul palco…

Una sfida da affrontare…
Si, qualcosa che mi piace molto!

Da sempre legata alle tavole del palcoscenico…
Sono fortunata perché ho la fortuna di fare un lavoro che amo e che mi consente di poter avere una memoria sempre allenata, in un continuo relazionarsi con persone sempre nuove, anche più giovani, se vogliamo. L’incontro con Machià, ad esempio, mi ha regalato nuove visuali, lo stesso potrei dire di tante altre persone giovani, vitali, capaci di regalarmi sempre nuove sensazioni, moderne e forti. Un continuo arricchimento.

Fondamentale anche l’alchimia che si crea con i propri colleghi…
Sicuramente! Come accadde non molto tempo fa con Kaspar stesso, Attilio Fontana e Clizia Fornasier, ad esempio. Rapporti belli, forti, un vero privilegio. Mi capita spesso anche con alcuni registi…

Cosa manca ancora a questo tuo percorso artistico?
Tempo fa sono stata un’attrice di punta della RAI, cosa che non accade da un po’ di tempo. Ecco, non mi dispiacerebbe poter di nuovo ripropormi in altri ruoli, affrontare qualcosa di diverso. È bello potersi mettere sempre alla prova, incontrarsi, farsi conoscere e rivedere. Attenderò il momento giusto.

Quanto sei cambiata da quelli che sono stati i tuoi inizi?
Sono cambiata tanto! Ero intransigente, un tempo, ero o tutto bianco o tutto nero. Deliberatamente amavo dire ciò che pensavo, senza farmene alcun problema. Mi capitò, sempre volutamente, di ‘scagliarmi’ contro la Rai, così come contro alcuni attori. Oggi sono molto più risolta, lontana da quei tempi.

Cosa ci riserverà il futuro artistico di Laura Lattuada?
A fine agosto sarò al Festival di Todi con Vanessa Gravina, per la regia di Piero Maccarinelli, per poi riprendere “Metti una sera a cena”, ancora una volta al fianco di Kaspar Capparoni.

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