Valerio Mastandrea al Magna Graecia Film Festival. Foto di Antonio Raffaele
Valerio Mastandrea al Magna Graecia Film Festival. Foto di Antonio Raffaele

Valerio Mastandrea: sarò l’ispettore Ginko in Diabolik

“Sarò l’ispettore Ginko nel Diabolik dei Manetti Bros., le riprese inizieranno in autunno e sarà davvero un film con una grande produzione, ci saranno scene d’azione, che non mi riguardano, ma che saranno spettacolari!”.

Valerio Mastandrea al Magna Graecia Film Festival. Foto di Antonio Raffaele
Valerio Mastandrea al Magna Graecia Film Festival. Foto di Antonio Raffaele

Le dichiarazioni

Valerio Mastandrea incanta il pubblico del Magna Graecia Film Festival in una masterclass affollatissima al Supercinema di Catanzaro, moderata da Antonio Capellupo e dedicata allo sceneggiatore, autore teatrale e regista Mattia Torre, scomparso recentemente. “Ho riconosciuto nel mestiere dell’attore il gioco, lo stupore, l’inconsapevolezza, la voglia anche di rischiare. Nonostante sia stancante questo lavoro, penso che sia il mestiere più facile del mondo, siamo noi attori a volte a renderlo difficile. In 25 anni di carriera posso dire che non mi considero un interprete, ma un attore per caso”.

Il lavoro cinematografico e culturale – ha proseguito Mastandrea – serve per tenere viva l’attenzione su argomenti importanti: un buon film, spesso, può sostituire la politica. Al cinema italiano manca il coraggio di rinnovarsi, di cambiare. Non è vero che il pubblico è assente. Il pubblico c’è, ma è fondamentale tutelare le sale cinematografiche e offrire sempre delle buone sceneggiature”.

Sul palco del Magna Graecia Film Festival per presentare la sua opera prima, “Ride”, Valerio Mastandrea è stato omaggiato con un’opera del maestro Vigliaturo consegnata da Tommaso Megna. Un’opera dell’artista calabrese è stata consegnata anche a Milena Vukotic, ospite insieme a Chiara Martegiani e Milena Mancini della quinta serata del Magna Graecia Film Festival.

Libro d’Oro alla Carriera ad Andrea Purgatori, che con Andrea Di Consoli ha presentato il suo esordio narrativo “Quattro piccole ostriche” (HarperCollins) al Blanca Cruz e a Francesca Reggiani che ha dialogato con Donatella Soluri all’Hotel Perla del Porto del suo libro “Sono italiana, ma voglio smettere” (Ultra).

A Francesco Pannofino il premio Caralabria dedicato alla memoria del maestro Vittorio De Seta, consegnato da Vera Dragone, nipote del regista calabrese, e Andrea Dominijanni, presidente di Legambiente Catanzaro, che ha così motivato il premio: “Per il suo impegno nel sociale come testimonial dell’UNHCR, da sempre attiva per i diritti di milioni di rifugiati nel mondo. Impegno che si ricollega anche alle attività di Legambiente che recentemente ha promosso, insieme ad altre 40 associazioni, la campagna Ioaccolgo per dire no all’odio e all’esclusione e sì a tutte quelle iniziative che promuovono solidarietà e uguaglianza. Per la grande capacità di aderire a ruoli proposti da giovani registi come accaduto con Paolo Zucca, con cui ha lavorato anche per il film “L’arbitro” oltre che per “L’uomo che comprò la luna”, per essere stato uno degli interpreti della serie cult “Boris”, nato dalla penna di uno dei più arguti autori di cinema, teatro e televisione, Mattia Torre, che per Clorofilla sarà sempre un “lampadiere””.

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