L evocazione

The Conjuring – L’evocazione

L’horror per eccellenza ha bisogno di diversi contenuti per essere giudicato tale ma su tutti è uno l’aspetto che deve emergere: deve saper spaventare o, cosa molto più difficile, creare tensione. Purtroppo negli ultimi anni questo concetto si è un po’ perso per strada per far spazio ad un genere che si sta basando sulle stesse sceneggiature trite e ritrite, con effetti audio visivi più o meno simili e una caratterizzazione dei personaggi scontata e banale.

Una scena de The Conjuring - L'evocazione.
Una scena de The Conjuring – L’evocazione.

Tutto ciò aveva stancato, ma non avevamo ancora visto l’ultima fatica di James Wan.  Wan è un regista che sommariamente parlando ha sempre convinto il suo pubblico soprattutto per la grande capacità di avere uno stile registico tutto suo differente da molti altri. Il primo Saw è una boccata d’aria fresca al genere e la messa in scena registica, fotografica e immersiva è eccezionale. Lo stesso si può dire di Dead Silence e del ben più recente Insidious (del quale uscirà un secondo capitolo a breve sempre diretto dallo stesso Wan). Ma cos’è che fa de “L’Evocazione – The Conjuring” un film estremamente valido? Praticamente ogni suo singolo aspetto.

Il film narra la storia vera dei Warren di cui Ed e Lorraine sono due ricercatori del paranormale ambientata nei primi anni 70 e con la precisione nel 1971: non è la prima volta che le vicende di questa famiglia influenzano il genere cinematografico visto che diversi accenni sono stati fatti in “Amityville Horror” e in “The Haunting Connecticut”. Il vero marito morì nel 2006 e la moglie ha lavorato invece allo sviluppo del film in questione.  Dov’è la potenza di questa pellicola? Nella consapevolezza che quando ci troviamo di fronte a James Wan ci troviamo di fronte a un maestro.

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Lo stile di regia del direttore malese è inconfondibile e nonostante non sia qualcosa di estremamente tecnico riesce a sorprendere ad ogni inquadratura; se da una parte troviamo una trama non proprio originale dall’altra vediamo uno stile registico di prim’ordine ai limiti della perfezione visiva. Wan non punta immediatamente all’orrore e allo spavento secondo i canoni dell’horror di oggi ma ci arriva in maniera più studiata e lenta: la bravura di Wan sta nel basare tutto sulla tensione che traspare dal film e per quanto all’interno di esso ci siano diverse “americanate” lo stile registico riesce nell’impresa di affermarsi permettendo a Wan di sbizzarrirsi come più gli piace. Wan agisce in maniera lenta e mai frettolosa e alcune inquadrature risultano piuttosto inquietanti riuscendo quindi nell’impresa più ardua: mettere tensione ma alla fine spaventando pochissimo. In più di una circostanza Wan utilizza la handy-cam in maniera comunque mai casuale ne fuori luogo ed è una scelta che si rivela azzeccata non scadendo nel retorico o nel già visto.

Alcune sequenze risultano piuttosto disturbanti dal punto di vista visivo ed emotivo pur rimanendo nella coerenza più totale come la presenza di diversi piani sequenza davvero ben messi in scena e Wan riesce nell’impresa avvalendosi di una fotografia estremamente cupa che tende quasi ad avere colori caldi senza mai esagerare e da una colonna sonora, ma soprattutto da un comparto sonoro montato alla perfezione che riesce a far sobbalzare dalla poltrona con una potenza elevata dell’utilizzo dei subwoofer pur non scadendo in cliché. La sceneggiatura del film scritta dai fratelli Hayes risulta essere quasi un elemento di contorno visto l’argomento trattato: di esorcismi, fantasmi, possessioni demoniache e quant’altro ne abbiamo visti a centinaia ma mai in maniera così accurata come in questo “The Conjuring; per quanto alcune sequenze e alcune messe in scena siano già viste Wan riesce nell’impresa di dare novità ad un genere che dal punto di vista visivo non aveva più nulla da dire non parlando del finale molto frenetico e messo in scena in maniera impeccabile.

Il regista riesce inoltre ad ingannare lo spettatore fin dal trailer: alcune delle sequenze più terrificanti viste all’interno di quest’ultimo nel film hanno un tasso di tensione talmente alto che si conclude in maniera quasi ironica. Per quanto riguarda le prestazioni attoriali siamo a livelli elevati con la presenza di molti personaggi tutti con un identità ben esplicitata e nessuno risulta fuori luogo, su tutti Patrick Wilson pupillo di Wan già dai tempi del primo Insidious che interpreta un Ed Warren perfetto, un personaggio molto freddo, impacciato ma allo stesso tempo pronto a tutto e sempre pieno d’amore per sua figlia e sua moglie, quest’ultima interpretata in maniera interessantissima e convincente da Vera Farmiga capace di sapere rappresentare diversi aspetti del suo personaggio in maniera positiva. Su tutti i personaggi secondari quello che emerge di più in ambiguità e cambiamento di forma è Lili Taylor che interpreta un personaggio molto complicato ma allo stesso tempo molto spontaneo e entrambi questi aspetti emergeranno nella pellicola. Con un budget di 20 milioni di dollari circa l’incasso aggiornato è di circa 200 milioni che per una volta sono estremamente meritati. Wan dirigerà il settimo capitolo della saga di Fast and Furious e le premesse sembrano ottime: speriamo che il suo stile si combaci con quello della famosa saga automobilistica e con la sua produzione.  “L’Evocazione – The Conjuring” è un gioiello ingiudicabile. Un horror genuino che ha la sua potenza nella regia e nella tensione che riesce a infondere. Una vera e propria perla che tutti dovrebbero vedere.

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Redazione Giornalistica

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