Intervista al regista Giulio Ancora, che ci racconta della suo “nuova creatura”, Even e dei suoi progetti futuri.
In occasione dall’anteprima della proiezione del film “Even”, prevista oggi a Cosenza, incontriamo il regista Giulio Ancora, pronto a parlarci dell’idea che lo ha portato alla realizzazione di un progetto che possa fungere da esempio per tutti…
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Giulio Ancora. Il tuo primo progetto da regista, “Even”, sarà nelle sale da questo 24 novembre. Parliamo di donne, di violenza, di qualcosa di molto attuale, purtroppo. Ti andrebbe di parlarci di come ha preso forma questo progetto?
«La scrittura di “Even” nasce da una storia più che reale, da un incontro avvenuto anni fa e che, a mio avviso, doveva avere un riflettore acceso perché forse un po’ dimenticata. Nella fattispecie si tratta di un femminicidio irrisolto, verificatosi nell’88, e che ci riporta alla storia di Roberta Lanzino, in particolare, così come alla storia di molte altre ragazze come Lisa Gabrielevo Simonetta Cesaroni, in un lavoro legato al dramma psicologico, al crime, al thriller. L’intento è, con questo film, di analizzare come si è evoluta la violenza nel tempo, in un percorso sviluppato su due binari paralleli che, a tratti si intersecano, in cui troviamo il vissuto di Marisol degli anni ’90 e, nei nostri giorni, una nuova protagonista, Giulia, che subirà una violenza fuori da un locale. A dare volto e voce a queste due giovanissime donne, Martina Chiappetta, Marisol, e Federica Pagliaroli, quest’ultima nei panni di Giulia».
Una tematica importante, fondamentale, quella portata sullo schermo…
«Questi casi, avvenuti anni prima, tornano in auge anche per via di nuove tecnologie in grado di poter dare nuove versioni, sviluppando nuove analisi. Ciò che sta accadendo ora su Garlasco, in altre situazioni… in cerca di una nuova, forse reale, verità».
Da regista quale riscontro ti auguri di poter ottenere con “Even”?
«Credo che il cinema debba portare ogni tipo di emozione nelle persone. Nel caso specifico di “Even”, spero che lo spettatore possa riflettere e capire quanto i centri antiviolenza siano utili, così come potrebbe essere utile risolvere casi in una maniera più accurata, specifica, provando ad eliminare l’errore, provando a capire perché esistono, in particolar modo, i cold case, i famosi delitti irrisolti».
Chi subisce maggiormente?
«Per la maggiore a soffrire sono sempre i genitori, i parenti più vicini, pronti, appunto, ad istituire dei centri antiviolenza. Un film non può di certo risolvere il tutto ma può, a suo modo, essere un puntino in più, insieme a molti altri, utile a disegnare un ritratto di risoluzione a questo problema ‘ormai’ secolare…».
Come hai vissuto il set, le riprese, il ‘tuo’ cast?
«Ho avuto il piacere di avere al mio fianco attori come Simona Cavallari, Massimo Bonetti, Romina Mondello, Marco Cocci, senza dimenticare Ernesto Mahieux, Serra Yilmaz, Paola Barale, Costantino Comito, Caterina Misasi e, ovviamente, le due protagoniste, citate poco prima. Per la realizzazione del film, girato nel 2022 in Calabria a Cosenza e in Sila, posso dirti che abbiamo girato molte scene a -20 gradi (quelle in Sila), una situazione quasi estrema. Ci tenevo a realizzare questo progetto ‘a casa’, nella città in cui vivo, Cosenza. Il film è stato prodotto da Ottavio Chiappetta, Barbara Chiappetta e Luigi Vircillo per la Lob&Partners con il contributo della Calabria Film Commission e sarà distribuito da Unicorn in collaborazione con 102 distribution».
A tuo avviso, quale tematica non è stata ancora approfondita?
«La tematica scelta per questo primo progetto, a pensarci bene, è poco trattata nel settore, forse perché ‘vissuta’ molto più in ambito giornalistico e televisivo. Ne ho visti pochi di film ambientati in centri antiviolenza, qualcosa di così vicino al crime, al thriller. Non è, forse, del tutto un film sociale, ma è chiaro che sia un film che tratta principalmente il tema della violenza contro le donne».
Cosa possiamo aspettarci dal tuo futuro artistico?
«Al momento sento la necessità di capire cosa ne sarà di questo progetto di cui sono anche sceneggiatore e montatore. Vorrei poter capire anche come sviluppare altre nuove idee completamente diverse l’una dall’altra. Sarò felice di parlarvene in futuro».
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