Un’intervista tutta d’un fiato con la doppiatrice Giulia Franceschetti, nota per essere la voce di Dakota Fanning.
La doppiatrice Giulia Franceschetti, voce storica di Dakota Fanning, cosi come di tante altre attrici, sarà tra le protagoniste femminili dell’incontro a cura di Marco Bonardelli, “Suggestioni dal set 12”, previsto il 19 ottobre, alle 15.30, presso lo spazio Roma Lazio Film Commission, durante la XX Festa del cinema di Roma.
Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Giulia Franceschetti. Da sempre impegnata nel doppiaggio, cosa ti regala questo bellissimo mestiere?
Mi ha regalato molta più consapevolezza, avendo cominciato da piccolissima, e mi ha aiutata a sconfiggere una timidezza che era parte di me ed era davvero limitante. Oggi sento di essere molto più libera, anche nel rapporto con le persone.
Una voce, la tua, prestata ad attrici del calibro di Dakota Fanning, Alexandra Shipp, Margaret Qualley, Bella Thorne e molte altre. Quali emozioni ti legano a tutte loro e quale incontro hai potuto realizzare?
Purtroppo non ho ancora avuto modo di incontrare le attrici che ho doppiato. Posso dirti, però, che essere legata almeno ad una di loro, in particolare, è per me una grande fonte di gioia. Cresci con lei, ti viene riconosciuto l’aver lavorato bene, e dentro me sento di essere grata. Un po’ come riconoscersi in quel percorso, in quella reciproca crescita.
Quali difficoltà, se vogliamo, ti accompagnano in sala di doppiaggio?
Le difficoltà sono tante e, quando si verificano, possono essere dovute ad un qualcosa in cui non ti identifichi per via della storia, del personaggio o, semplicemente, sono dovute a qualcosa che non conosci o a persone con cui non ho mai lavorato. Una ‘paura/agitazione’ sana, in quel caso, che parte dall’umiltà.
Hai sempre pensato a questo lavoro come ad una strada unica da percorrere?
Pensa che dopo il liceo avevo immaginato di poter fare veterinaria, per via di una passione smodata per gli animali che mi ha trasmesso mio nonno. Purtroppo non era possibile studiare a Roma, motivo per cui ho pensato di provare a dedicarmi al doppiaggio, che comunque mi piaceva tantissimo, invece che trasferirmi. Devo dire che è andata molto bene. Ho vissuto questo anno intenso in cui mi sono fatta conoscere in piena regola nel settore.

Chi è Giulia e quali passioni ti caratterizzano?
Le altre domande erano molto più facili! (Ride) Sono una ragazza sicura di sé, pronta a mettersi sempre a disposizione e al contempo alla prova. Le mie passioni più grandi sono, forse, dovute proprio a questi lati del mio carattere. Amo la competizione ma detesto perdere (ride). Penso che la mia passione per lo sport mi porti, quindi, ad essere molto dinamica, competitiva, senza mai tirarmi indietro.
Il 19 i più fortunati potranno ascoltarti, e di conseguenza incontrarti, in occasione del progetto ad opera di Marco Bonardelli, “Suggestioni dal set 12”, all’interno della Festa del Cinema di Roma. Quali considerazioni a riguardo?
Preferisco le interviste al telefono, proprio come in questo momento (ride), senza essere guardata, proprio come quando lavoro al buio. Al di là di ciò, sono felice di poterne fare parte, di essere attorniata da professioniste, di parlare del nostro lavoro, regalando a tutti una bella giornata, un felice incontro.
Piccole anticipazioni sul tuo futuro?
Ho da poco finito di doppiare una serie che è molto attesa su Netflix, “Hazbin Hotel”, e poi c’è tanto altro, così come un piccolo sogno che spero di poter presto realizzare, in modo da potervelo raccontare.
La Gazzetta dello Spettacolo Il quotidiano dello ShowBiz


