Timothy Clark – Il Libro del Potere, di Enrico Nai
Dai videogames, alle storie e i misteri, fino alla scrittura: incontriamo Enrico Nai, autore di “Timothy Clark – Il Libro del Potere”.
Appassionato di giochi, storie e misteri, Enrico Nai – ideatore dell’Escape Room “Il Mistero del Castello” a Piovera (AL) – ha firmato il suo esordio letterario con il libro Fantasy “Timothy Clark – Il Libro del Potere”, un romanzo che nasce proprio dall’esperienza maturata nel mondo del team building e dell’intrattenimento immersivo.
Timothy Clark, dodicenne orfano che vive con la zia Margareth a Greylack, scopre grazie all’incontro con Ellen Bee Morgan, un’ex insegnante considerata la “vecchia pazza” del paese, l’esistenza dei Sidaka, persone con abilità speciali che da secoli proteggono il mondo da minacce e calamità. Da qui inizia la sua avventura: tra misteri, incontri con esseri straordinari e segreti di famiglia, Timothy affronta il dolore per le perdite, le prime emozioni d’amore, l’amicizia e le difficoltà scolastiche, restando sempre un ragazzo timido e insicuro che impara a crescere e a scoprire il proprio ruolo nel mondo. Ne parliamo con l’autore per la nostra rubrica “Libri e Scrittori”.
Enrico Nai, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. La presenza di personaggi magici e straordinari da una parte e la vita di un ragazzino alle prese con l’adolescenza dall’altra fa di questo libro una lettura adatta a una platea di pubblico variegata?
Buongiorno a tutti e grazie per avermi dato questa possibilità.
Per rispondere a questa domanda, dovremmo credo soffermarci maggiormente sull’ambientazione, sul mondo magico che c’è dietro alla singola vicenda. Un mondo reale, proprio come quello in cui in questo momento vi sto raccontando del mio libro, all’interno del quale, però, vivono persone con poteri speciali. Una società di maghi segreti. Maghi che da sempre si mescolano tra le persone comuni. Perseguitati fin dall’alba dei tempi, hanno imparato col tempo a nascondersi, e da dietro le quinte, a governare il mondo cercando di preservarlo da catastrofi e calamità. Ovviamente dove c’è potere c’è anche abuso di potere. La lotta tra il Bene e il Male è infatti uno degli argomenti principali della storia. Qui entra in gioco Timothy, sul quale ho voluto accendere i riflettori, per andare a evidenziare quanto apparentemente possa sembrare un indifeso e normale bambino di una comunissima cittadina (inglese). Egli, è vero, vive e racconta le vicende che gli capitano alla sua giovane età, ma niente sarebbe possibile senza tutta la struttura che vi è intorno. Chiunque, leggendo le pagine del libro, potrebbe percepire la realtà e l’umanità dei personaggi e, giocando con la mia provocazione – ovvero quella di concepire un mondo dove la magia potrebbe realmente esistere, senza che nessuno di noi se ne sia mai accorto – allo stesso tempo potrebbe credere realmente di far parte di un mondo straordinario.
Ed è proprio qui che, a mio avviso, si crea la vera magia: i ragazzi possono immedesimarsi in Timothy e vivere l’avventura attraverso i suoi occhi, mentre gli adulti, riscoprendo un mondo segreto che potrebbe esistere accanto al nostro, hanno la possibilità di tornare bambini, lasciarsi sorprendere e credere ancora una volta nell’impossibile.
Ellen Bee Morgan, la “vecchia pazza” del paese, è un’insegnante in pensione che vive ormai reclusa nella sua antica e fatiscente dimora. Ci racconti qualcosa in più di questo personaggio che per me è pieno di fascino, oltre che chiave?
Ellen, o “la signora Morgan” – come spesso viene chiamata da Timothy e dagli altri – è il vero tramite della vicenda. È l’elemento di congiunzione tra il mondo reale e quello magico, un ponte tra ciò che appare e ciò che resta nascosto agli occhi dei più. Per anni ha ricoperto un ruolo importante all’interno della comunità di Greylack, ma allo stesso tempo è sempre stata un punto di riferimento silenzioso per i maghi della zona.
Dietro la facciata della “vecchia pazza” che vive in solitudine, si cela in realtà una donna che conosce più segreti di quanti voglia rivelare. Ellen non è soltanto un’insegnante in pensione, ma una custode di memorie e verità che forse nemmeno Timothy è pronto a conoscere.
Per lui rappresenta una guida, un mentore, una presenza capace di trasmettere insegnamenti pratici ed emotivi, ma soprattutto un faro che lo accompagna nella scoperta di sé stesso. È un personaggio nel quale ho voluto concentrare e “trasferire” le virtù delle persone che nella mia vita hanno saputo lasciarmi un segno, insegnandomi a essere una persona migliore. Ma è anche una figura avvolta da un velo di mistero, perché come ogni mentore che si rispetti, non tutto ciò che sa viene detto subito…
So che hai dato vita a una vera e propria community… di cosa si tratta?
Come molti giovani autori, un anno fa ho deciso di aprire un account Instagram per condividere il mio percorso da scrittore. Non sono mai stato una persona molto “social”, quindi all’inizio è stato uno sforzo notevole, ma oggi mi accorgo di quanto sia importante avere uno spazio dove parlare di scrittura, raccontare curiosità, metafore divertenti, anticipazioni sul prossimo libro e anche frammenti della mia vita quotidiana.
Nonostante i follower siano poco più di mille, ho trovato persone che leggono ogni post, commentano, mi scrivono in privato per chiedere notizie su Timothy o semplicemente per scherzare insieme. Questo per me vale tantissimo.
Fin da ragazzo ho sempre sognato di avere dei lettori appassionati con cui confrontarmi sul mio lavoro. Oggi sento che sto muovendo i primi passi in quella direzione. Il mio sogno? Trasformare questa piccola community in una grande famiglia di persone che, insieme a me, continuano a credere nella magia delle storie.
Tra i vari commenti social emerge un personaggio preferito o in cui ci si identifica più facilmente?
Verrebbe spontaneo rispondere Timothy, perché è il classico ragazzo timido, a tratti impaurito, che non ama stare al centro dell’attenzione e con il quale è naturale immedesimarsi: tutti, almeno una volta nella vita, siamo stati lui.
La verità, però, è che i lettori spesso si lasciano conquistare da altre personalità forti che popolano il libro. Alcuni mi hanno sorpreso scegliendo personaggi secondari ma decisivi, come Nisbet o Tori; altri hanno apprezzato l’ironia e la sfacciataggine di Jordan, il migliore amico di Tim, che pur non avendo poteri magici resta incredibilmente umano e vicino a tutti noi.
Molti, infine, hanno trovato un punto di riferimento nella sicurezza e nella forza di figure come Osbourne ed Ellen, che incarnano quella saggezza e quella stabilità che spesso cerchiamo nella vita reale.
Forse è proprio questo il bello: ognuno può trovare il suo personaggio, quello che più gli somiglia o che gli manca, e viverci un pezzo di avventura insieme.
Ti faccio ora una domanda molto seria: se dovessi invocare i Sidaka per difendere il nostro mondo reale, cosa chiederesti loro?
Io credo realmente che esistano! (:D) Penso che, se avessi l’opportunità di conoscerli, i loro pensieri sarebbero certamente rivolti ai principali e più grossi problemi che il mondo di oggi sta affrontando. Come dicevo poco fa, viviamo in un costante equilibrio tra bene e male, e senza l’uno l’altro non può esistere.
È evidente che in questo momento, qualcuno di potente sta cercando di far pendere la bilancia dalla propria parte, ed è altrettanto chiaro che un intervento generale andrebbe invocato per risolvere e riportare in parità questa lotta.
Le guerre, le difficoltà economiche, la politica globale, sono tutti possibili ambiti in cui sarebbe opportuno chiedere l’intervento e il supporto magico dei nostri amici sidaka.
Ancor più delle situazioni attualmente in essere, mi preoccupa quella che potrà essere la sostenibilità di un mondo che sta cambiando molto, forse troppo velocemente. Sarebbe opportuno, a parere mio, chiedere a questi saggi Maghi di guardare un po’ più in là e, se necessario, fare un passo indietro per cercare di ritrovare una strada… smarrita ormai da un bel po’ di tempo.
Infine, pensiamo in grande… il tuo libro diventa un film: quali attori scegli nel cast e a chi affidi la regia?
È una domanda che mi fa brillare gli occhi perché, ovviamente, ci ho fantasticato tante volte!
Alla regia non avrei dubbi: Steven Spielberg o Robert Zemeckis. Sono cresciuto con i loro mondi, e chi meglio di loro potrebbe dare la giusta dose di avventura, emozione e magia a una storia come questa?
Per i ragazzi non ho un nome preciso per ciascuno, un po’ perché non conosco attori di quell’età e un po’ perché sarebbe bello scovare nuovi talenti ad hoc. Mi immagino attori giovani e capaci di emozionare come Jackson Robert Scott in Locke & Key per Timothy, o un’April con l’intensità di una giovane Jenna Ortega. Per Nadia vedrei bene un tipo alla Avantika Vandanapu (Mean Girls), mentre per Jordan qualcuno con la freschezza e l’ironia di Christian Convery (Sweet Tooth).
E poi il cast degli adulti. Qui ho davvero sognato in grande. Ellen Morgan con la forza magnetica di Helen Mirren, il cui nome la ricorda, Osbourne con l’energia di Henry Cavill, Robert con il carisma e la simpatia di Stefano Fresi, The Singer con la solennità di Morgan Freeman. Angela Harris potrebbe avere il volto elegante di Charlize Theron, zia Margareth la dolcezza di Cristiana Capotondi, mentre il nemico finale… lo immagino con la glaciale intensità di Ben Kingsley. Forse è un cast da Oscar – e da budget stellare – ma d’altronde se devo sognare, preferisco farlo in grande. Musiche: rigorosamente di John Towner Williams!
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