Giancarlo Genise. Foto di Stefano Caporilli
Giancarlo Genise. Foto di Stefano Caporilli

Giancarlo Genise ci racconta All Together Now

Vocal Coach affermato, ha lavorato con i grandi della musica, gestisce a Milano la storica casa dei Pooh, ora Hoop Circle dove la musica trova dimora con lo studio di Giancarlo Genise, la Q Recording Studio, reparti di produzione, edizioni musicali.

Reduce dalla prima edizione di All Together Now si racconta con l’entusiasmo e la passione che lo contraddistinguono.

Giancarlo Genise. Foto di Stefano Caporilli
Giancarlo Genise. Foto di Stefano Caporilli

Giancarlo Genise, All Together Now si è appena concluso con record di ascolti. Come hai vissuto questa avventura?

Come un’avventura, meravigliosa. Stimolante da ogni punto di vista. Con il lavoro che svolgo sono sempre a “caccia” di una voce, qualcuno che letteralmente mi faccia saltare in piedi.

All Together Now, con l’ascolto e il giudizio di 56 concorrenti, il confronto con 99 tra produttori, cantanti, musicisti, dj, influencer mi ha dato tantissimo.

Ti abbiamo visto molto severo, divertito e commosso fino alle lacrime. Giancarlo Genise è tutto questo?

Far parte del muro mi ha messo alla prova; lì non era possibile nascondersi. Ho espresso giudizi coerenti con la mia professionalità, quando mi è stato chiesto di spiegare il perché non mi fossi alzato. Ho giocato con Silvia Mezzanotte la mia vicina, la mia “Sandra”, con la goliardia che è in me e si, mi sono commosso.

La musica, quella con la M maiuscola, è la mia regina. Quando un interprete me la fa arrivare dentro, mi travolge e stravolge. In trasmissione è successo.

Vince Gregorio Rega, ma se avessi dovuto essere tu a decretare il vincitore?

Veronica Liberati, senza dubbio alcuno. Lei mi ha colpito al primo ascolto: una voce unica, con una cifra tutta sua. Riconoscibile e personale; un tassello mancante, a mio giudizio nel panorama musicale di oggi.
Con lei mi piacerebbe lavorare; ha potenzialità enormi. Ho pianto alla sua esibizione da grande interprete, indimenticabile.

Non sei nuovo ad esperienze televisive, ma ultimamente avevi preferito lavorare, vedi Sanremo e Ora o mai più, dietro le quinte. Cosa vorresti fare oggi?

Sono un eterno Peter Pan in questa vita; il mio mondo è fatto di musica, quindi mi piacerebbe raccogliere qualche altra sfida con un altro format televisivo, dove magari fare il Vocal Coach o confrontarmi con altre realtà, viaggiando e sperimentando. Le sfide mi piacciono e il mettermi alla prova mi appassiona.

Come Vocal Coach, a cosa stai lavorando?

Sto lavorando al Primo Vocal Camp che si svolgerà nel 2020; un progetto molto ambizioso che mi vede impegnato con Red Canzian ad organizzare per 200 ragazzi alla volta, provenienti da tutta Italia, una full immersion nella musica all’americana. Un’idea che coltivo da tempo e nella quale sto investendo molta energia.

Hai un solo desiderio da poter esprimere, cosa vorresti?

Uno solo? Ne ho tanti! Se deve essere uno, mi accontenterei di poter cantare -perché è il canto il mio primo amore- con i Pooh, riuniti per un’ultima volta. Sono cari amici e la speranza è l’ultima a morire!

Le luci sono ormai spente nello studio di All Together Now, cosa hai portato via con te?

Ogni emozione, ogni sfumatura, un bel bagaglio che con chat infinite tra i 99 del muro continua ad animare le mie giornate seppur davvero impegnative.

Sicuramente anche nuovi progetti professionali che non intendo ancora svelare, seguitemi!

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