Il cast di Il Paradiso delle signore
Il cast di Il Paradiso delle signore

Il Paradiso delle signore: Intervista ad Alice Torriani

Da martedì 8 dicembre su Rai 1 parte la nuova fiction Il paradiso delle signore. La fiction ,di 10 puntate, è ambientata negli anni ’50 e racconta la storia di un grande magazzino di Milano e delle sue giovani lavoratrici. La storia è ispirata liberamente al romanzo di Emile Zola ‘Al paradiso delle signore’

La regia è di Monica Vullo, il cast vede come protagonisti: Giuseppe Zeno, Giusy Buscemi, Alessandro Tersigni, Lorena Cacciatore, Corrado Tedeschi, Silvia Mazzieri, Giulia Vecchio, Christiane Filangeri e tanti altri attori giovani. L’attrice e scrittrice Alice Torriani sarà Andreina. La Gazzetta dello Spettacolo ha incontrato la giovane attrice che ha svelato i segreti della nuova fiction e non solo. Alice fa emergere la delicatezza e purezza di ogni suo singolo progetto, facendoci riflettere sulla realtà quotidiana di noi giovani.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo! Alice, nella fiction di Rai 1 ‘ Il paradiso delle signore’ sarai Andreina, parlaci del tuo personaggio…

Andreina è una donna istintiva e molto coraggiosa. E’ cresciuta tra le regole e le imposizioni di una ricca famiglia di Milano ma nel tempo di uno sguardo stravolge completamente la sua vita, in nome del suo istinto, delle sue viscere, dell’amore. In questo è una donna decisamente rivoluzionaria, che combatte una battaglia per scoprire se stessa e i proprio desideri. E’ un’ impresa non facile per una donna negli anni cinquanta, ma più in generale è una battaglia molto complessa in ogni epoca: liberarsi delle sovrastrutture e di tutto ciò che ci è stato ‘appiccicato’ fin da bambini, per trovare se stessi e scoprire i propri desideri,  quellipiù profondi.

Quanto ti assomiglia Andreina e cosa ti differenzia da lei?

Entrambe siamo di Milano, ed entrambe siamo nel percorso di ricerca di chi siamo davvero, se mai è possibile capirlo. Ammetto che anch’io sono una creatura piuttosto umorale, ma Andreina, a differenza mia, è stata abituata ad ottenere sempre tutto,  gli ostacoli  non le piacciono per nulla. Io negli ostacoli ho sempre visto una sfida eccitante, ottenere ciò che desidero in prima battuta diminuisce l’importanza del conseguimento. Certo se avessi ottenuto la ricchezza economica di Andreina non sarei stata per nulla scontenta, saprei perfettamente come investire il suo denaro!

‘Il paradiso delle signore’ vanta un cast numeroso. Raccontaci un aneddoto particolare accaduto sul set che ricorderai

Su questo set è nata Sara: un personaggio comico da me inventato che si spaccia per la coach di tutti gli attori. Una ragazza che in realtà ha un forte difetto di pronuncia e porta tutti i colleghi sulla strada sbagliata per poter un giorno conquistare una parte importante. Ci sono stati dialoghi molto divertenti tra Sara e gli altri personaggi che le splendide attrici che fanno parte di questo cast hanno inventato a loro volta.

Che esperienza è stata per te, questa?

Io e Andreina siamo felicissime di essere parte di questa serie. Per me in particolare è stato un momento fondamentale: per la prima volta ho avuto un ruolo con un arco molto articolato e questo mi ha stimolato infinitamente. Essendo Andreina una donna ricca e molto elegante, ho indossato costumi meravigliosi, e per questo devo un grazie inenarrabile a Chiara Ferrantini. Due ore di preparazione di trucco e capelli mi accompagnavano nel percorso, e senza Caterina De Simone  e Giovanna Jacopini credo che non avrei mai avuto un incontro così ravvicinato con Andreina. Con la regista Monica Vullo c’è stata subito un’intesa profonda,  ci bastavano degli sguardi e poche ed esatte parole per capirci. Io risento molto dell’atmosfera in cui lavoro e dell’intesa con i miei colleghi e ho trovato un gruppo stupendo: attori disponibili, generosi, umili, e che sanno divertirsi, inseriti in un contesto amichevole ma professionale che il produttore Giannandrea Pecorelli è stato in grado di creare.

Tanti i film e le fiction di successo a cui hai preso parte. C’é un ruolo che vorresti interpretare, che ti manca?

Me ne mancano un’infinità, per recitare servono lo studio, il lavoro e la vita, ci vogliono vent’anni almeno per diventare un’attrice. Se dovessi pensare al prossimo ruolo che vorrei interpretare sarebbe qualcosa di simile a quello di Gena Rowlands in A woman under the influence di John Cassavetes.

E un regista con cui vorresti lavorare?

Sicuramente Shane Meadows, Jacques Audiard, Quentin Tarantino, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino. E’ sempre bene avere alte aspirazioni, no? Contemporaneamente vorrei lavorare con giovani registi, come ho fatto fin’ ora, per portare avanti la voce della nostra generazione, costretta troppe volte a tacere.

Se non fossero scomparsi avrei tanto voluto lavorare con John Cassavetes e Claudio Caligari. Tanto.

Sei diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica di Milano. Quale é l’insegnamento più grande che hai ricevuto e che credi di star applicando quotidianamente nel tuo mestiere oggi?

La situazione economica e i tagli hanno ridotto immensamente le possibilità di affrontare il nostro mestiere al meglio. Continuiamo a farlo dignitosamente ma a scapito dei dettagli importanti, della gioia di lavorare, e del nostro sistema nervoso. Ciò che cerco di mantenere è un rispetto altissimo del lavoro. C’è qualcosa di ineffabile nel recitare, è un processo complicatissimo, che ha bisogno del giusto ascolto e dello spazio adatto. Troppo spesso si calpestano ‘luoghi dell’anima’ per la fretta ed è lì che soffro perché la vita che stiamo interpretando non si è compiuta al meglio, la verità non si è svelata, e allora non ha molto senso.

Cosa consiglieresti ad una giovane ragazza che vuole diventare attrice?

In un mondo che è sparato a mille all’ora verso la notorietà, in cui ognuno può avere i suoi cinque minuti di successo su youtube, consiglierei di sedersi, spegnere il cellulare, chiudere il computer in qualche armadio, e riflettere. Contattarsi profondamente e chiedersi se quel desiderio è un’esigenza innata, se è come innamorarsi, se non ci puoi fare nulla ma è lì che senti di dover andare. Perché la strada sarà dura. Molto. Ci saranno momenti incredibili, in cui ti sembrerà di aver trovato il centro di tutto, e momenti in cui sentirai di aver perso qualunque cosa. Ci sono dei casi fortunati, ma sono rari. Più di tutto chiedersi se si è in grado di vivere senza regole, di mettersi brutalmente in mano al rischio e al destino riuscendo a rimanere sani.

Hai scritto un libro, intitolato ” L’altra sete”, pubblicato da Fandango Libri ed uscito il 29 gennaio di quest’anno.Quanto è stato importante?

Se penso alla mia vita vedo che le cose più importanti, gli snodi, sono quasi sempre ‘ capitati ’, le cose più importanti non le ho disperatamente cercate o sono avvenute mentre ne ne stavo cercando disperatamente altre.  Quando ho iniziato a scrivere non avevo idea di star scrivendo un romanzo. Dopo nove mesi mi sono accorta che lo era. Ed è stato un regalo del destino incontrare Tiziana Triana e Mario Desiati di Fandango che hanno scelto di pubblicarlo. La scrittura mi ha salvato, mi salva nei momenti in cui non ho immediati lavori. E mi consente di incanalare flussi che quando non lavoro come attrice possono essere deleteri. Dunque ha un’importanza vitale.

La scrittura cosa rappresenta per te? E la recitazione?

La scrittura è il mio ‘luogo sano’ . Solo Mio. E’ il mio ‘Permission Playground’, uno spazio in cui non c’è nessuno a farmi la regia, a dirmi come muovermi, come usare la voce, come è il personaggio. Ed è un luogo dove incontro costantemente me stessa e faccio un punto di chi sono, scoprendo spesso cose molto ‘divertenti’. E’ il posto dove cresco. Senza che nessuno mi spii. Ho capito recentemente che recitare è un’opposizione continua che faccio alla morte. Una vita per me non è abbastanza. Proprio no. Questo è un modo per cercare di vivere tutte le vite parallele che non potrei altrimenti conoscere.

Un pregio e un difetto di Alice.

Un pregio: sono matta. Un difetto: sono impaziente

Progetti futuri e sogni nel cassetto…

l progetti futuri sono molti, ma non ne parlo perché in questo mestiere si parla solo dopo aver apposto la firma sul contratto. Il progetto più immediato di cui posso parlare è il mio secondo libro, sto scrivendo.