Daniela Scarlatti: Nel mio mestiere tanta passione e impegno, per migliorare sempre di più

Daniela Scarlatti: Nel mio mestiere tanta passione e impegno, per migliorare sempre di più

Incontriamo Daniela Scarlatti, tra le protagoniste di “Balene – Amiche per sempre” in onda su Rai, per raccontarci del suo lavoro.

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Un’altra protagonista di “Balene – Amiche per sempre”, l’attrice Daniela Scarlatti, è con noi per parlarci dell’esperienza attualmente in programmazione e del periodo di cambiamento, in termini di look, che sta vivendo. Un’attrice piena di carisma, di amore per il suo mestiere, di nuove esperienze tutte da vivere…

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Daniela Scarlatti. Attualmente sei presente in “Balene – Amiche per sempre”, la fiction Rai ad opera del regista Alessandro Casale, prodotta da Fastfilm. Come ti sei preparata ad affrontare questa nuova esperienza?
Il ruolo che interpreto in “Balene” è di per sé molto particolare, anche per via del fatto che presto voce e volto ad una donna adulta, un’amante insolita. Un ruolo diverso, per quelli che sono i canoni ‘attuali’. Ho avuto il piacere di girare molte scene con Paolo Sassanelli e Carla Signoris, due colleghi bravissimi e che conoscevo da tempo. Poi c’è Cesare Bocci con cui ho un sodalizio artistico che va avanti da anni e Veronica Pivetti, con cui avevo già lavorato in “Provaci ancora Prof!”.

Una nota di giallo, quella presente nella serie, che tiene gli spettatori appesi ad un filo sottile…
Si, c’è una nota di giallo che tiene incollati alla televisione gli spettatori e questo fa la differenza, perché non è soltanto una commedia da poter vivere in allegria. C’è anche il racconto di una grande amicizia, varie storie che si intrecciano, accompagnate da una scelta musicale, diversa dal solito perché stavolta si tratta di musica jazz. Sono tante le cose che mi piacciono di questa serie!

Daniela Scarlatti

Quali sensazioni accompagnano questo tuo percorso?
Amo essere camaleontica, sempre diversa da me stessa, interpretare più ruoli possibili, così come amo variare il trucco, il parrucco. Da rossa naturale, negli ultimi tempi, ho deciso di cambiare colore, di diventare castana, accorciando quello che era il mio ‘solito’ taglio.

Quanto sei cambiata dai tuoi inizi nello spettacolo e quali consapevolezze porti con te?
Di consapevolezze ne ho sempre poche! (Ride) Credo che si possa fare sempre di più per dare il massimo. Non sempre mi piaccio, motivo per cui cerco di spronarmi, di migliorarmi, seguendo il più possibile le indicazioni di ogni regista.

Qualcosa che con il senno di poi non ripeteresti?
Avrei cambiato il mio colore di capelli molto prima! Lavorare in Italia, negli anni novanta, è stato limitante avendo un colore di capelli come il mio. Se solo lo avessi fatto prima, avrei avuto forse molte più occasioni, perché coi capelli scuri sarei sembrata davvero un’attrice italiana e non una tedesca, un’inglese o un’irlandese! (ride)

Ricordiamo tutti la tua Silvana Canale, presente sin dall’inizio nella soap di Canale5, “Vivere”. Che ricordo hai di quel periodo, della popolarità vissuta?
Ho vissuto due anni molto belli su quel set! La soap ti permette di sperimentare tante emozioni, storie e modi di essere, con un ruolo che era davvero particolare: una ragazza madre, un figlio diversissimo da me, tante storie tormentate, violenze, drammi. Silvana rappresentava una donna che si sapeva sempre risollevare da tutti i problemi e dolori della vita, con forza e coraggio! Qualcosa che di lei non dimenticherò? Il suo sorriso! Le devo molto, sia a livello di esperienze che di popolarità. Ci sono persone che, ancora oggi, mi riconoscono soltanto ascoltando la mia voce. È molto bello!

Quale ruolo manca a questo tuo vissuto artistico?
Di ruoli belli ce ne sono tanti! Mi piacerebbe dare vita ai personaggi più dimenticati dalla società: tossicodipendenti, disagiati, qualcosa di estremo. A mancare all’appello, anche un ruolo da poliziotta, benché abbia interpretato un magistrato ne “Il Maresciallo Rocca”. Imbruttirmi, rovinarmi, sarebbe il massimo, anche per portare, a mio modo, un’umanita diversa.

Quale trasporto verso il teatro, verso le tavole del palcoscenico?
È come essere a casa, quando sono in scena! Sul set è impossibile poter vivere il rapporto con il pubblico, diversamente, però, accade in teatro, ed è una sensazione molto bella. Il pubblico respira con te, viene condotto da noi, ed è una connessione forte, uno scambio di energia intenso.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?
Al momento, purtroppo, siamo in tanti a vivere un fermo. Posso, però, dirti che mi vedrete nuovamente in “Doc – Nelle tue mani”, in cui vestirò i panni della madre del personaggio interpretato da Matilde Gioli.

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