Grant Slone
Grant Slone

Grant Slone, devo molto alla mia famiglia

Incontriamo l’attore Grant Slone che ci parla dei suoi inizi, del suo amore per la famiglia, per la recitazione e del suo voler professare il bene, per poter vivere una vita migliore.

Grant Slone non ha potuto anticiparci nulla sul suo futuro artistico ma siamo certi che avremo presto modo di ritrovarlo, di parlare di ciò che lo riguarda con un occhio più approfondito.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Grant Slone. Come stai?

Sto bene, grazie! Amo l’arte e sono anche uno speaker motivazionale. Mi piace incoraggiare le persone e rafforzare la loro vita spirituale. Ritengo che la vita sia fatta di fisicità, spiritualità e sia anche mentale. Affinchè tutto possa combaciare vi è bisogno di un forte equilibrio.

Sei un vero e proprio amante dello spettacolo, da sempre. Cosa ti ha spinto a prendere parte a tale ambito?

Tutto ha avuto inizio da giovane. Mio padre è sempre stato un missionario ed eravamo soliti girare il mondo insieme a lui, in una grande tenda che sembrava essere un circo. Alla sera organizzava dei raduni e recuperavamo ragazzi dalla strada alcolizzati e spesso anche con problemi di droga. Realizzavamo spettacoli e questo perché, sin dai miei primi cinque anni di età, mio padre era solito farmi esibire sul palco. Un palco che per me è sempre stato casa!

Ce un ruolo, tra quelli impersonati in passato che, a tuo avviso, avrebbe ancora tanto da raccontare?

Devo molto al ruolo interpretato ne “L’ultimo dei Mohicani” con Mel Gibson, in cui vi era Daniel Day-Lewis a fungere da protagonista. Impersonavo un soldato britannico, un ruolo a cui tengo molto per via del fatto che mi ha aperto le porte del cinema.

Il tuo percorso di vita è caratterizzato da una storia particolare, legata alla tua famiglia. Ti andrebbe di raccontarcela?

Credo molto in Dio, e questo da sempre, anche perché è stato il primo ad amarci. I miei genitori, sin dalla giovane età, mi hanno sempre insegnato la parola di Gesù. Questo perché la storia di mio padre è davvero molto interessante. Era un bancario di Nashville, Tennessee, che ha venduto tutto per aiutare dei ragazzi che uscivano dalla guerra del Vietnam, negli anni ’70. I più che conosciuti hippie. Le persone spesso mi chiedono come sia possibile amare Dio, ed io spiego loro la mia visione e che bisogna poter amare anche il proprio nemico, nonostante le difficoltà del caso. La speranza, in questa nostra vita, fa davvero tanto.

Chi è Grant Slone nel quotidiano e cosa ti auguri di poter realizzare?

Desidero soltanto che la gente intorno a me sia felice. Se vuoi essere amato devi essere il primo a farlo.

Cosa puoi anticiparci sui tuoi progetti futuri?

Purtroppo non posso anticipare nulla, al momento, ma posso dirvi che vi sono un po’ di cose che bollono in pentola.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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