Teatro di Villa Lazzaroni, stagione teatrale 2024/25
Incontriamo Giancarlo Sammartano, Direttore Artistico del Teatro di Villa Lazzaroni a Roma, che ci racconta la nuova stagione.
Quattro chiacchiere con Giancarlo Sammartano, pronto a parlarci della nuova stagione teatrale, di tutto ciò che comprenderà il 2024/25 del Teatro di Villa Lazzaroni.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Giancarlo Sammartano. Dal prossimo 23 settembre prenderà vita la nuova stagione teatrale del Teatro di Villa Lazzaroni. Cosa può anticiparci a riguardo e quanta emozione c’è in questa ripresa?
L’emozione di questa nuova stagione, la terza dalla salutare riapertura dopo molti anni del Teatro, si è ora trasformata in un più stabile sentimento di accoglienza per il meraviglioso pubblico che si sta, con curiosità ed interesse, riavvicinando al Teatro. Inaugureremo, dal 23 settembre al 3 novembre, con una rassegna a tema su Pace e Guerra. Conversazioni di scena, mises en espace, piccoli spettacoli per conoscere e riflettere sulla natura dei conflitti e di come teatro, cinema, letteratura li hanno nel tempo raccontati e condannati.
Come ha preso forma questa nuova programmazione e quali artisti ci regalerà?
La stagione 2024/25 del Teatro sarà una stagione piena, da fine ottobre a fine maggio, con tantissimi spettacoli diversi, eppure uniti dal comune impegno sui temi della Storia, della società, del costume. Ci sarà ancora, con ben 10 spettacoli, Ulderico Pesce col suo formidabile teatro civile. E poi Massimo Wertmuller, Pino Ammendola, Andrea Rivera, Augusto Zucchi, Michele Mirabella, Daniela Poggi, Nicola Acunzo, Lorenzo Flaherty, Marco Bonini e tanti altri. Inoltre il District Dance Festival, spettacoli per bambini con la compagnia degli Accettella e ogni lunedì Delitti e Processi, un ciclo di piccole messe in scena di celebri processi della storia a cura di Luigi Di Majo.
Nel comunicato apposito si parla di una potente arma da utilizzare a sostegno della cultura, del mondo, ‘la parola’. Quanto pensa sia fondamentale poter tramandare il proprio sapere, specie se parliamo di una città come Roma che da sempre accoglie il Teatro di Villa Lazzaroni?
Il Teatro nasce storicamente dalla parola, e dopo tante necessarie e formidabili sperimentazioni formali, alla parola torna rinnovato. La parola del teatro non è solo comunicazione, ma immagine, metafora, pensiero che si rivela. Quindi, certo, un teatro di parola alta.
Cosa possiamo aspettarci dal futuro artistico di questo teatro?
Sul futuro ci sono tanti progetti per estendere le attività del teatro a più giorni e più ore, accogliere stabilmente il pubblico di giovani e anziani che forse legge poco, ma guarda molto e che, se posso dirlo, non ne può più della televisione.