Serena Altavilla. Foto di Silvia Bavetta
Serena Altavilla. Foto di Silvia Bavetta

Serena Altavilla, il mio primo da solista

Incontriamo Serena Altavilla già attiva in numerose formazioni ben note del panorama alternativo italiano, e trasposizione in chiave musicale di un viaggio autobiografico tra deja-vu e fantasmi passati, presenti e futuri. Ci racconta così Morsa, il suo primo album da solista.

Serena Altavilla. Foto di Silvia Bavetta
Serena Altavilla. Foto di Silvia Bavetta

Benvenuta Serena Altavilla. Musicalmente parlando sei un’artista molto eclettica. C’è un genere predominante da cui prendi ispirazione?

Dipende dal momento, mi piace sentire di cosa ho bisogno e può essere qualunque genere, la predominanza non fa in tempo a diventare una predominanza per dare spazio a tutto quello che mi ispira.

Morsa è il tuo nuovo album. Come hai scelto il nome?

Cercavo una parola singola per il titolo di questo disco, la parola Morsa mi è saltata nella mente all’improvviso e non è più uscita. Era la parola intorno alla quale potevo indagare meglio queste canzoni, mi ha saputo guidare aiutandomi a unire i pensieri.

Tra tutte le collaborazioni che hai avuto modo di fare, ce n’è una in particolare che reputi molto riuscita?

Lavorare con Carla Bozulich al disco “Blue Willa” è stata un’esperienza indimenticabile.

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Redazione Giornalistica

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