Rossometile

Rossometile: la nostra non è proprio una band qualunque

Abbiamo avuto la fortuna di intervistare uno dei gruppi più interessanti dell’intero panorama di Salerno: i Rossometile. I membri della band (Ilaria Hela Bernardini, Rosario Runes Reina, Pasquale Pat Murino e Gennaro Rino Balletta) formano una delle rare realtà metal dell’Italia. Nei loro brani hanno spaziato dal gothic e progressive metal al pop rock.

Rossometile

Nel loro quinto album “Desdemona” affrontano varie tematiche sociali quali il distacco, la separazione, la fine delle relazioni e il momento del passaggio. Ricco di sonorità che spaziano dal gothic metal per arrivare ad una sorta di etno pop. Hanno un’esperienza invidiabile con moltissime tappe sulle spalle, fra le dita e nella voce. Se volete scoprire non vi resta che leggere l’intervista integrale. Scopriamo i loro segreti!

Benvenuti su La Gazzetta dello Spettacolo ai Rossometile. Come vi siete conosciuti? Avevate già esperienza prima dei Rossometile?

Il progetto Rossometile è nato 24 anni fa a Salerno grazie all’incontro tra Rosario Runes Reina (chitarra) e Gennaro Rino Balletta (batteria). Negli anni ad avvenire molti cambi di formazione si sono susseguiti, finché nel 2010 entra nella band il bassista Pasquale Pat Murino e nel 2019 la cantante Ilaria Hela Bernardini. Prima dei Rossometile, quindi negli anni ’90 Rosario ha militato in alcune metal band della scena musicale salernitana.

Perché avete scelto per la vostra band il nome di un indicatore del pH?

Il rosso di metile è un composto chimico, un indicatore di acidità, e a un certo valore di pH il rosso di metile determina l’immediata colorazione rossa di una soluzione incolore. Pensammo che sarebbe stato originale immaginare di trasporre nella musica questo sensazionale fenomeno cromatico che avviene in chimica col rosso di metile. E così unimmo le parole “rosso” e “metile” creando il nostro “rossometile”.

Nel vostro nuovo album intitolato “Desdemona”, uscito quest’anno, si affrontano varie tematiche sociali come il distacco e la fine delle relazioni. Secondo voi solo la morte puó essere un luogo dove incontrarsi e riconoscersi come recitate nel brano “Oblivion”. Perché quale è il vostro pensiero?

Nonostante quanto possa sembrare inizialmente, il nostro punto di vista è assolutamente positivo! Ci piace molto giocare con gli ossimori e crediamo profondamente che duplici aspetti di una cosa non siano mai totalmente positivi o negativi. Il nostro album tratta di queste tematiche “scomode” innanzitutto per esorcizzarle: chi ascolta può riconoscersi nelle esperienze da noi citate (amori finiti, cambiamenti importanti, perdita di cari) e quindi identificarsi nei brani. Questo non deve connotare necessariamente queste esperienze come eventi negativi, anche se a prima vista lo sembrano, ma sono semplicemente eventi che possono accadere nella vita di noi tutti e che sono accaduti anche a noi per primi.

Nel brano “Oblivion” in particolare viene narrata la perdita di un’anima gemella, per cause non specificate che potrebbero essere legate a una faida familiare, alla morte o semplicemente al destino avverso.
La protagonista del brano ha perso totalmente la speranza di ritrovarsi con questa persona, almeno nella vita terrena, ma è convinta fermamente di ricongiungersi ad essa nel momento in cui si ritroveranno nell’aldilà. È quindi al tempo stesso una storia disperata, ma anche piena di speranza. A prima vista può apparire come una visione pessimistica della realtà, noi invece troviamo questo brano molto romantico ed emblematico del messaggio che l’album “Desdemona” racchiude: ad ogni fine, anche a quella più estrema determinata dalla morte, corrisponde un nuovo inizio.

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Quali sono le maggiori differenze con il vostro ultimo lavoro discografico “Alchemica”?

“Desdemona” è senz’altro un album più spirituale rispetto ad Alchemica, ed è l’album più ricco dal punto di vista musicale rispetto a quelli precedenti. L’utilizzo dell’orchestra è l’aspetto più evidente di tale differenza. Sono presenti inoltre delle sonorità etno del tutto nuove che implicano una classificazione più ampia rispetto al gothic metal di Alchemica.

Il singolo “Storie d’amore e peste” , estratto dall’album Desdemona, che si ispira a una storia di contagio narrata da Hermann Hesse in Narciso e Boccadoro. Ideato piú di un anno fa pare che abbia assunto un nuovo significato, alla luce dell’emergenza sanitaria da Covid, non trovate?

Come hai detto, “Storie d’Amore e Peste” è un brano che è nato più di un anno fa e che è stato completato ed inciso tra luglio e agosto 2019. All’epoca nessuno di noi avrebbe mai immaginato che di lì a poco ci saremmo trovati in questa terribile situazione da film! Il brano voleva semplicemente essere un omaggio alla storia contenuta nel romanzo Narciso e Boccadoro di Hesse, uno dei preferiti di Rosario, e già all’epoca c’era l’intenzione di realizzarne un videoclip animato che, per pura coincidenza, è finito per uscire a fine marzo, in pieno lockdown! Il video realizzato in stile cartoon da Paola Siano è disponibile sul nostro canale Youtube.

Dall’ingresso nella band della voce di Ilaria Hela Bernardini, avvenuto lo scorso anno, vi è la ricerca di una nuova sonorita musicale antica che fa uso dell’orchestra sinfonica e di strumenti antichi. Nel brano “Hela e il Corvo” vi è un analogia con il pseudonimo Hela della cantante. Perché questa metafora?

È una domanda che ci fanno in molti! A noi piace sempre specificare che il nome “Hela” utilizzato nel brano non è un diretto riferimento alla nostra cantante, perché il brano nacque molto prima dell’ingresso di Ilaria nella band e si tratta di una coincidenza che ci fa sempre un effetto! Lo pseudonimo “Hela” utilizzato da Ilaria fa riferimento alla dea degli inferi della mitologia norrena, Hel, dea dal duplice aspetto e figlia di Loki, Dio del caos. La protagonista del nostro brano è invece una giovane che ha perso sua sorella prematuramente e che, determinata a incontrarla di nuovo, si rivolge ad un corvo, che nella mitologia celtica è un messaggero che fa da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Sfortunatamente però il corvo non le rivela come trovare la sorella, e la guarda mentre muore per il freddo e la disperazione senza proferir parola: come in Oblivion, anche Hela nella morte troverà il vero modo per ricongiungersi alla sorella.

Come si sviluppa il vostro processo creativo di un arrangiamento? Vi dividete i compiti o tutto in gruppo?

C’è una collaborazione in varie fasi. I nostri brani nascono da un immaginario, una visione che in qualche modo definiscono l’ambientazione di quello che sarà il brano, e sulla base di questa visione inizia a nascere la musica. L’idea generale del brano viene realizzata home recording da Rosario e poi raffinata ed arrangiata in sala prove con tutta la band. Infine Ilaria e Rosario ne scrivono il testo praticamente insieme.

Perché la gente dovrebbe ascoltarvi? Cos’avete di nuovo da mostrare?

Noi nella nostra musica vogliamo mostrare semplicemente noi stessi. Abbiamo quindi sempre cantato in italiano, anche nei lavori più metal (per ora “Alchemica” e “Desdemona”) e non intendiamo rinunciarvi perché a nostro parere caratterizza fortemente la nostra musica conferendole il giusto carattere pop che ci contraddistingue e ci rende orecchiabili, almeno in Italia, anche ad ascoltatori non propriamente avvezzi a questo genere musicale. La nostra novità a parer nostro è proprio questa unione di elementi rock/metal con elementi di musica pop, e, nel caso di “Desdemona”, anche di musica classica ed etnica.

Servizio a cura di Giuseppe De Carlo

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