Maurizio Mastrini: ho realizzato tanto in questi anni
Ghost, un titolo emblematico per il nuovo progetto dell’abilissimo pianista Maurizio Mastrini, che si racconta ai nostri lettori.
Una vita in musica per Maurizio Mastrini, pianista, felice di parlarci del suo nuovo progetto, “Ghost”, dei successi raggiunti e di un sogno in particolare…
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Maurizio Mastrini. “Ghost”, di recente pubblicazione, ci permette di ‘vivere’ dei brani che difficilmente dimenticheremo. Cosa dire del modo in cui ha preso forma questo progetto?
Sono da sempre abituato ad utilizzare l’istinto, prima di tutto, nella fase creativa di un progetto, supportato da forti emozioni e sensazioni, motivo per cui per la realizzazione di “Ghost” ho ritenuto necessario ricercare dei nuovi stimoli. Questa ricerca mi ha portato a scegliere la suite Caruso in cui lo stesso ha soggiornato e in cui, successivamente, Lucio Dalla ha scritto la canzone a lui dedicata. Ne è venuto fuori un brano che dagli addetti ai lavori è stato definito una ‘piccola opera’. Da lì è nata la voglia di intitolare ai più grandi maestri il tutto con il nome, “Ghost”.
Dei brani bellissimi ne fanno parte…
“Arcobaleno”, un vero e proprio inno alla natura, è stata inserita successivamente, cosi come “Amore segreto”, qualcosa che vive in ognuno di noi, “Freedom”, un omaggio alla libertà, “Pace”, un brano intenso e contro qualsiasi tipo di guerra e, infine, “Nostalgia”. Quest’ultima, molto probabilmente, fungerà da tema al prossimo film di Valeria Golino. L’attrice, durante una premiazione a Sorrento, ne è rimasta inebriata, tanto da avvicinarsi e dirmi che il brano sarà parte di una sua nuova regia.
Un tour in attivo sin da prima che l’album fosse disponibile. Quali sensazioni hai raccolto da parte del pubblico, quali gioie?
Un susseguirsi di emozioni, sin dalla partenza del tour avvenuta lo scorso 26 aprile. Da poco sono rientrato dal Giappone, dopo aver tenuto un live molto significativo utilizzando un pianoforte definito ‘miracolato’, e devo dire che raccogliere buone sensazioni, per mia fortuna, mi rende davvero felice.. Sono in tanti ad avere le lacrime agli occhi nel congratularsi, nel dirmi che riesco a toccare la loro anima. Non potrei ricevere complimento più bello!
Quanto pensi sia cambiato il modo di fare musica negli ultimi tempi?
Notevolmente! Si tende spesso a creare un prodotto usa e getta, dimenticando il dettaglio, la parte emozionale che solitamente si mette in una creazione. Per me un progetto equivale ad un figlio e adoro curarne ogni minima cosa. Realizzo il tutto dal vivo, senza lavorare nulla in fase di produzione, se non la qualità dei suoni, la profondità. Eseguire dal vivo ti consente di creare un dialogo con chi ascolta ed ogni esecuzione è un qualcosa a sé, cosa che vale anche nei concerti. Un ascolto live emoziona molto di più rispetto all’ascolto di un disco e noto che tutto ciò al pubblico arriva forte e chiaro.
Il ‘concerto baratto’ è una tua particolarissima e bellissima idea…
Ogni anno, specie in occasione delle festività natalizie, regalo dei concerti, senza richiedere alcun cachet. Ho pensato di proporre di portare dei generi alimentari da donare ai poveri, qualcosa di giusto, di emozionante. La prima volta che ho realizzato questo progetto ho visto la felicità negli occhi di una suora, appagata nel sapere di poter diffondere ogni bene ai più bisognosi.
Che ricordo porti con te dei tuoi inizi e cosa manca da realizzare?
Sono cresciuto in una comune famiglia piena di valori, intesa come ricchezza d’animo. Ho mosso i primi passi in musica nel luogo in cui lavorava mio padre, nella sua bottega da fabbro, procacciandomi dei piccoli strumenti per suonare o quanto di simile, ascoltando musica insieme a lui. Mi ha poi portato da un maestro e da lì il consiglio di iscrivermi in conservatorio. Ho faticato tanto, non vivevo in una grande metropoli, parlavo di musica con chi ne capiva qualcosa, non con tutti, e sognavo il successo, dei tour immaginari in tutto il mondo… A New York c’è un luogo che amo molto, Carnegie Hall e posso dirti che ho suonato lì proprio recentemente. Segno, a suo modo, che ho già realizzato dei sogni, seppure continui ad essere ambizioso, a sognare un Oscar.